Soudal-QuickStep, Remco Evenepoel: “Voglio vincere Giro e Tour, d’ora in poi mi concentrerò di più sul lavoro in salita piuttosto che sulla cronometro”

Remco Evenepoel conferma di voler puntare maggiormente sui Grandi Giri nei prossimi anni. Negli scorsi giorni, il belga della Soudal Quick-Step aveva espresso il desiderio di vincere una corsa di tre settimane nel 2025 e, dopo aver già conquistato la Vuelta a España nel 2022, il suo mirino è naturalmente puntato soprattutto su Giro d’Italia e Tour de France, gare che potrebbero vederlo entrambe al via il prossimo anno. Per riuscire a portare a casa Maglia Rosa e Maglia Gialla, però, il campione olimpico è consapevole di dover fare un altro passo in avanti e migliorare ulteriormente in salita, dove al momento Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard sembrano avere una marcia in più.

Tutti sanno che, dopo la Vuelta, voglio vincere il Giro e il Tour – ha ammesso Evenepoel a Het Nieuwsblad – In questo senso, Tadej e Jonas sono diventati i miei riferimenti. In salita vanno meglio di me e d’ora in poi mi concentrerò di più sul lavoro in salita piuttosto che sulla cronometro“.

La differenza tra il 24enne e gli altri due big la si è vista in particolare in una giornata dello scorso Tour: “A Plateau de Beille, durante la 15ª tappa, ho raggiunto gli stessi valori di ogni salita finale… ma ho comunque perso tre minuti da Tadej. Con quel distacco, avrei dovuto essere 10° o 11°, ma sono arrivato 3°. Quel giorno è stato pazzesco”.

La superiorità dimostrata dallo sloveno spinge il belga a provare a migliorarsi: “Puoi guardare il lato negativo, dicendoti che hai più possibilità di arrivare secondo o terzo quando c’è lui, o il lato positivo, avendo la volontà di provare ad avvicinarti al suo livello per batterlo. Io ho scelto la seconda opzione“.

La differenza, al Tour 2025, dovrà venire dalla mia esperienza del 2024 – ha proseguito il campione olimpico – Ora so che devo osare nei giorni in cui mi sento davvero bene”. Come accaduto nella 17ª tappa, quando riuscì a guadagnare qualche secondo sui due big: “In termini di sensazioni, è stato il mio miglior giorno dell’anno, anche meglio delle Olimpiadi. Mi sentivo molto bene, ma avevo paura di muovermi. A tre chilometri dall’arrivo sono riuscito ad aprire un piccolo gap ed è stata una situazione nuova per me. Ho visto che non stavano reagendo e mi sono chiesto cosa stesse succedendo. Dovevo continuare o conservare le energie? Se l’anno prossimo mi ricapiterà un momento del genere, so che dovrò dare il massimo per tre chilometri“.

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