Red Bull-Bora-hansgrohe, Primož Roglič sul suo rapporto con Tadej Pogačar: “Non usciamo tutti i weekend, ma abbiamo comunque un buon rapporto”

Primož Roglič si racconta tra i piani per la prossima stagione e il “fantasma” del Tour de France 2020. Intervistato da FloBikes, lo sloveno della Red Bull – Bora – hansgrohe ha risposto a tante domande sugli argomenti più disparati, dalle sensazioni dopo il cambio squadra dello scorso anno passando alle voci degli scorsi mesi su un possibile approdo di Remco Evenepoel alla squadra tedesca, ritornando poi su argomenti dolenti come le tante cadute e il Tour de France perso all’ultima frazione nel 2020 fino ad arrivare al suo rapporto col suo connazionale Tadej Pogačar, che negli ultimi anni è stato spesso proprio l’avversario più agguerrito di Roglič.

Vincere alla Vuelta è stato bellissimo, riuscire a vincere qualcosa con una nuova squadra e con nuove persone intorno a me. – apre il nativo di Trbovlje – Inoltre è stato importante anche per me, è stato un anno duro. C’è stata competizione durissima, dalla Parigi-Nizza, alla caduta ai Paesi Baschi, passando per la riabilitazione e la ripresa degli allenamenti fino ad arrivare al Tour. È vero che ho vinto il Giro del Delfinato ma sono nuovamente caduto e non è stato il massimo per la preparazione. Riguardandomi alle spalle mi reputo orgoglioso e felice di quello che sono riuscito ad ottenere quest’anno”.

Proprio l’approdo in una nuova squadra e tutte le responsabilità che il suo ruolo da capitano ha comportato, secondo il classe 1989, sono state alcune delle cause dell’eccessiva pressione avuta durante il Tour de France: “Arrivando in una nuova squadra dopo aver lasciato la Jumbo che nel 2023 ha vinto tutti e tre i Grandi Giri ho cercato di aiutare i miei nuovi compagni sotto tutti i punti di vista grazie alla mia esperienza e alle mie conoscenze. Ma alla fine bisogna anche trovare un bilanciamento, alla fine io sono ancora un corridore e quindi non posso assumermi troppe responsabilità. Forse è stato proprio questo il punto chiave, alla Vuelta ho deciso di voler essere solo me stesso e di pensare più a me stesso e a fare il corridore. Durante la Vuelta ho passato tre bellissime settimane con la squadra, abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto tutto bene e mi sono goduto ogni momento. Anche per il prossimo anno con l’arrivo di Red Bull ho la sensazione di iniziare di nuovo con una squadra diversa. È vero che il cambio di nome è stato prima del Tour, ma le vere novità arriveranno adesso con persone nuove, e nuovi metodi di lavoro che ci faranno diventare davvero Red Bull – Bora – hansgrohe. Sarà una grande sfida, servirà che tutte le parti lavorino insieme per ottenere i risultati migliori”.

Tra i nuovi innesti della formazione tedesca non ci sarà però Remco Evenepoel che, dopo lunghe trattative, ha deciso di proseguire la sua avventura con la Soudal Quick-Step: “Se devo essere onesto non ho pensato minimamente alle voci che volevano Remco qui alla Red Bull. – ammette il 35enne – Ho già abbastanza cose a cui pensare per concentrarmi sulle voci. Io ho parlato anche con Ralph Denk che mi ha detto che non c’è mai stato un accordo e che non ci si è mai neanche avvicinati a raggiungerlo. Non conosco i dettagli, ma alla fine come sempre vedremo cosa succederà. Se dovesse succedere come per tutto ci saranno lati positivi e lati negativi, ma ora siamo noi, anche senza Remco abbiamo aggiunto dei corridori molto forti per il 2025 (Jan Tratnik, Oier Lazkano, Tim e Mick Van Dijke, Finn Fisher-Black, Giulio Pellizzari, Gianni Moscon, Laurence Pithie, ndr). La squadra sta migliorando sotto tutti i punti di vista e ora ci concentreremo sulla prossima stagione. Non voglio dire che il mio obiettivo per il 2025 sia vincere il Tour. Forse può dirlo la squadra, ma visti i miei ultimi anni preferirei dire che per il prossimo anno mi preparerò per il Tour de Suisse che non ho mai corso in carriera e poi vedremo (ride, ndr). Diciamo che sarebbe bello arrivare a Parigi se dovessi fare il Tour“.

Proprio la Grande Boucle rimane il grande buco nel palmares di Roglič, che è ad una sola vittoria dal completare la tripla corona e dal trasformare una grande carriera in qualcosa di più: “Si può dire che ho avuto sfortuna nella carriera, ma ho avuto tutto. Se ci si basasse solo sulla fortuna non sarei più un corridore da tempo, ma fortunatamente non c’è solo quella. Ci sono sempre alti e bassi, a volte non si riesce a raggiungere un obiettivo ma poi se ne raggiungono tanti altri. A guardare tutto nel complesso la mia carriera è stata pazzesca. Ho iniziato a sognare di essere un corridore quando avevo 22-23 anni, mi sono comprato una bicicletta e oggi dopo tanti anni, a prescindere dalla fortuna, mi sento fortunato e privilegiato ad essere nella posizione in cui sono e di vivere la vita che sto vivendo e di provare le emozioni che ho provato fino ad oggi”.

“Quando avevo 22 anni ho venduto la mia KTM per comprare la mia prima bici da strada. Il ragazzo da cui l’avevo comprata mi aveva detto che non erano in molti a fare lo scambio da motocicletta a bicicletta e mi ha augurato buona fortuna. Se non sbaglio era il 2011. Da quel momento ogni anno è stato una storia diversa. Non penso mai a cosa sarebbe successo se avessi vinto il Tour de France nel 2020. Penso sempre che se avessi vinto e avessi chiuso in quel momento la mia carriera mi sarei privato di tantissime vittorie che sono venute dopo. Io ho davanti a me la sfida di vincere il Tour de France per concludere la tripletta, ma se dovessi vincerne 10 la mia vita non cambierebbe. La grande sfida oggi sono i ragazzi giovani che arrivano e che vanno fortissimo. Quella è una bella sfida per me, che mi spinge a fare i cambiamenti che mi servono per continuare a competere”.

E tra questi ragazzi giovani c’è anche Tadej Pogačar, connazionale e grande avversario del portacolori della Red Bull e che anche il prossimo anno sarà il grande ostacolo tra lui e la Maglia Gialla: “Sono impressionato da Tadej, un po’ come tutti – conclude Roglič – Mi tolgo il cappello davanti a tutto quello che ha conquistato. Io so quanto impegno ci vuole per vincere anche solo una corsa, ma davanti a lui e ai suoi risultati mi sembra davvero che io e tutti i miei colleghi stiamo sbagliando tutto (ride, ndr). Ogni tanto mi capita di sentirlo, certo non usciamo insieme tutti i weekend ma ci vediamo ed è sempre bello parlare ogni tanto nella propria lingua”.

Da Ekoï è già Black Friday! Tutto il sito al 60%!
Ascolta SpazioTalk!
Ci trovi anche sulle migliori piattaforme di streaming

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio