Parigi-Nizza 2025, Matteo Jorgenson: “Prima la neutralizzazione, poi la ripartenza senza spiegazioni e poi ci hanno fermato: è stata dura”

La quarta tappa della Parigi-Nizza 2025 è stata caratterizzata dal maltempo e da una serie di decisioni degli organizzatori, che sono arrivati a neutralizzare la corsa. I corridori sono stati fermati e sono rimasti fermi in strada per più di qualche minuto, in attesa che venissero prese delle decisioni sul prosieguo della gara. Gara che è poi ripartita, arrivando regolarmente a conclusione, anche grazie a un sole che ha ripreso a fare capolino sul percorso. Alla fine, però, non sono mancate le perplessità su quanto avvenuto nell’arco del pomeriggio. A dire la sua sulla questione è Matteo Jorgenson, partito da Maglia Gialla da Vichy.

“Non so tutto questo abbia influito sugli altri quanto ha fatto su di me – le parole di Matteo Jorgenson ai nostri microfoni subito dopo l’arrivo – Ma per il mio corpo è stato come andare sulle montagne russe. Stavo abbastanza bene, molto concentrato, quando ha iniziato a grandinare. In quel momento hanno neutralizzato la corsa. Quando ci siamo fermati, ho iniziato ad avere freddo, ma poi siamo ripartiti senza alcuna spiegazione. L’automobile rossa (quella della direzione gara – ndr) è semplicemente ripartita”.

Il portacolori della Visma-Lease a Bike prosegue nel suo racconto: “Per dieci chilometri ho cercato di spingere forte, in modo da scaldarmi, ma poi ci hanno fermato di nuovo. A quel punto ho sentito davvero il freddo, come penso sia successo a buona parte del gruppo. Poi, hanno deciso di farci ripartire ed è stata davvero dura gestire la situazione. Mi sembrava di respirare a fatica. Poi, sull’ultima salita, ho provato a combattere con le gambe che avevo, ma non avevo le giuste sensazioni”.

Lo statunitense aggiunge, pungolato sul funzionamento della cosidetta “safety-car”: “Non abbiamo ricevuto alcuna spiegazione rispetto a quel che stava succedendo. Ci siamo fermati e sono arrivate le ammiraglie per farci cambiare vestiti, ma penso che la corsa sia stata interrotta proprio nel momento in cui faceva più freddo. All’improvviso, mentre ero all’auto della squadra, ho visto partire l’auto della direzione gara, con alcuni corridori dietro, senza alcuna comunicazione. Ho inseguito per rientrare, andando forte, e poi siamo stati fermati di nuovo. Davvero, delle montagne russe”.

Jorgenson ha perso il primato della generale a favore del compagno di squadra Jonas Vingegaard, che però non è riuscito a vincere la tappa nonostante l’attacco portato nel finale: “Considerato quel che era successo prima e le gambe che avevamo, tatticamente abbiamo fatto quel che dovevamo. Jonas si è mosso in maniera intelligente ed era molto più coinvolto nell’azione rispetto a quel che sono riuscito a fare io. Però, alla fine, João Almeida si è dimostrato il più forte e probabilmente il più caldo. Ora siamo primo e secondo nella generale? Bene, speriamo nei prossimi giorni di essere più al caldo, di avere compagni accanto, anche perché oggi, in tutto il caos di neutralizzazioni e ripartenze, alla fine ci siamo ritrovati da soli“.

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