Parigi-Nizza 2025, il rappresentante dei corridori Oliver Naesen: “Neutralizzare unica decisione possibile, ma problemi di comunicazione”

Oliver Naesen lamenta le modalità di comunicazione di ASO durante la neutralizzazione della quarta tappa della Parigi – Nizza 2025. Assieme a Matteo Trentin, il corridore belga era il rappresentante designato dei corridori e doveva dunque interfacciarsi con giuria e organizzazione per prendere le decisioni riguardo quanto stava succedendo e riportare il parere del gruppo. Il portacolori della Decathlon Ag2r La Mondiale spiega tuttavia che non è stato possibile, perché per come si sono messe le cose ha avuto a malapena il tempo di parlare con alcune squadre, prima di riuscire a partecipare alla piccola riunione direttiva, nella quale tuttavia gli è stato sostanzialmente comunicato quanto già deciso.

“Quando la gara viene neutralizzata, bisogna dare alle squadre e ai corridori il tempo di riunirsi e dare la propria opinione, per poi comunicarla alla giuria – lamenta a L’Equipe – In questo caso, non ne abbiamo avuto il tempo. Quando tutti si sono riuniti, avevo parlato solo con cinque o sei squadre. E tutti mi dicevano:  ‘O ci fermiamo, o seguiamo la maggioranza’. Quando finalmente sono arrivato davanti, perché ero molto indietro, la prima cosa che ho sentito è stata: ‘La fuga è ripartita, si parte tra due minuti!’. Fine della storia. Per me è significa falsare la corsa, non è onesto. Non dovrebbe funzionare così. Dobbiamo avere il tempo di avere un’opinione, di comunicare e poi di decidere”.

Non ha potuto neanche parlarne con Trentin, per mostrare un fronte comune dei corridori: “Quando i commissari di gara ci hanno chiamato, credo che fossi a tre minuti dal gruppo. Non ci si può teletrasportare in questo modo. Inoltre, ero in discesa, volevo andare di fretta, ma ho visto una delle nostre auto con gli airbag scoppiati, ho visto due biciclette fuori strada, non volevo rischiare la vita per fare una chiacchierata con Thierry Gouvenou (responsabile ASO dellal sicurezza in gara, ndr)”.

Il belga conferma comunque che la neutralizzazione era una decisione inevitabile: “Non c’erano alternative. Se i motociclisti della polizia, che sono i migliori piloti in circolazione, non riescono a scendere senza incidenti, cosa ci si può aspettare da un gruppo di 150 corridori? Era impossibile scendere senza incidenti. Era l’unica decisione possibile“.

Il problema è stato dunque dopo, con il caos che si è creato, tanto che alcuni avrebbero preferito a quel punto non ripartire: “Perché tutti erano congelati. Tutti i direttori sportivi mi dicevano che non aveva senso continuare, che dovevamo fermarci. Ancora una volta, queste erano le opinioni che avevo raccolto, ma non ho avuto il tempo di andare a comunicarle. All’arrivo la situazione è migliorata, ma quando ci siamo fermati faceva molto freddo, tutti cercavano di vestirsi, eravamo congelati”.

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