Lidl-Trek, il direttore sportivo Steven de Jongh contro la proposta di vietare le radioline: “Sono un modo per salvare delle vite”

Continuano le polemiche per quello che riguarda l’utilizzo delle radioline in corsa. Pur essendo passata qualche settimana dalle controversie dichiarazioni del presidente UCI David Lappartient riguardo l’utilizzo delle radioline in corsa e un possibile collegamento tra le radio e il numero di incidenti, non si fermano le polemiche a riguardo, soprattutto per quello che riguarda la sicurezza dei corridori. L’ultimo in ordine di tempo a dire la sua sull’argomento è stato il Direttore Sportivo della Lidl-Trek Steven de Jongh che, intervenuto al podcast How To Become A Pro Cyclist condotto dal cicloamatore più famoso del momento, Jack Burke, si è scagliato duramente contro le parole di Lappartient, sostenendo come la presenza delle radioline rappresenti un’importante misura di sicurezza per garantire assistenza immediata ai corridori.

È un’idea terribile – spiega il direttore sportivo neerlandese – Non riesco ad immaginare che vengano vietate anche perché in passato hanno già salvato delle vite. Per esempio, quando Pedro Horrillo cadde in un burrone (al Giro d’Italia 2009, riportando fratture multiple oltre ad un polmone perforato, ndr) i suoi compagni di squadra informarono l’ammiraglia che si fermò e lo trovò. Senza le radio l’ammiraglia sarebbe potuta semplicemente passare oltre senza accorgersene e probabilmente Horrillo non ce l’avrebbe fatta”. Ritornano anche alla memoria i terribili minuti vissuti pochi mesi fa a Zurigo quando la giovane atleta svizzera Muriel Ferrer perse la vita a seguito di un incidente con i soccorsi che arrivarono in ritardo perché nessuno si era accorto della caduta, avvenuta in un punto poco visibile del percorso.

L’impossibilità di comunicare con l’ammiraglia, inoltre, aprirebbe a scenari di rischio ulteriore all’interno delle corse: “Se ad esempio Skjelmose ha una foratura e non può comunicare con l’ammiraglia anche la giuria potrebbe perderselo – prosegue De Jongh – Spesso sono distratti e si tratta di una cosa che è già capitata. All’improvviso potrebbero trovarselo di fronte alla macchina e potrebbero dover inchiodare. Si tratta di uno scenario estremamente pericoloso che è già accaduto in passato”.

Pur sostenendo l’importanza delle radioline, il dirigente della formazione statunitense ammette che negli ultimi anni i rischi in gruppo sono aumentati esponenzialmente, indicando i materiali come possibile elemento su cui intervenire per cercare di aumentare la sicurezza in gruppo: “I manubri stanno diventando sempre più piccoli, quello è un fattore su cui porre l’attenzione. Ad esempio in mountain bike utilizzano manubri molto più larghi per avere più controllo sulla bici, su quello si potrebbe intervenire. Un altro fattore sono gli pneumatici. Tutti usano pneumatici diversi di produttori diversi e tutti hanno diversi livelli di aderenza. In Formula 1 ad esempio tutti utilizzano pneumatici dello stesso marchio e poi possono scegliere diverse mescole. Potrebbe essere un’idea da prendere in considerazione: avere un unico marchio che sponsorizza tutte le squadre World Tour e che fornisce pneumatici uguali per tutti”.

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