Ineos Grenadiers, John Allert vuole riportare il team in cima al mondo: “Il nostro obiettivo non è solo raggiungere le squadre che ci hanno superato, ma superarle a nostra volta”
Dopo i numerosi cambiamenti a livello dirigenziale la Ineos Grenadiers inizia a tracciare gli obiettivi per il nuovo anno. Lo scorso dicembre, in seguito alle dimissioni di Rod Ellingworth, John Allert è diventato direttore esecutivo del team rossonero che ora deve fare i conti anche con l’addio dello storico Team Manager Dave Brailsford che ha preferito concentrarsi sugli obiettivi di INEOS con il Manchester United. Con l’inizio della nuova stagione è arrivato il momento di prepararsi al meglio e iniziare a programmare in vista delle prime gare in seguito alla cessioni di importanti uomini come Luke Plapp, Tao Geoghegan Hart e Daniel Felipe Martinez.
“È giusto dire che come squadra, ora siamo il cacciatore, non la preda, e questo ci dà una visione leggermente diversa delle cose – sottolinea Allert durante una conferenza con media britannici, tra i quali cyclingnews – Siamo chiaramente passati da una vecchia leadership ad una nuova. Penso che abbiamo un gruppo di corridori entusiasmante e abbiamo chiaramente fatto un buon inizio di stagione. Sento molto ottimismo nella squadra e in realtà sento molto ottimismo in questo sport”.
Parlando del budget a disposizione dei grenadini per la stagione in corso, del quale “si è detto molto” sottolinea di ritenere “permetterà di vincere le gare WorldTour, che si tratti o meno del budget più grande a disposizione nel ciclismo”. Respinge tuttavia coloro che hanno visto le partenze di alcuni corridori come una necessità di limitare le spese: “Di certo non abbiamo avuto alcuna diluizione del nostro budget e nessuna diminuzione e penso che il nostro budget sia tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Non c’è dubbio sull’impegno di Ineos nel ciclismo, non c’è alcun orizzonte temporale su questo impegno”.
Come detto, la formazione britannica ha perso diversi corridori utili per le corse a tappe ed ingaggiando solo Tobias Foss dalla Visma|Lease a Bike, Oscar Rodriguez dalla Movistar e i due giovani Andrew August e Theodor Storm: “Penso che tutti possano vedere che al momento ci sono alcuni corridori di classifica generale davvero eccezionali. Credo che abbiamo anche noi un certo numero di corridori di classifica generale eccezionali, di esperienza e comprovati. Abbiamo due vincitori nella squadra. Abbiamo anche una fenomenal nuova generazione di ciclisti”.
Per Allert il team conserva dunque grandi obiettivi perché la voglia è ancora quella di “arrivare più vicino possibile al gradino più alto del podio del Tour, dei Grandi Giri e di qualsiasi gara in generale”. Bisogna rimanere però con i piedi per terra siccome “resta da vedere se ciò accadrà o meno quest’anno o il prossimo” a causa “della concorrenza che sappiamo essere dura”. Non bisogna quindi pensare che il team Ineos abbia cambiato i suoi obiettivi nel corso delle stagioni: “Penso che a volte le persone pensano erroneamente che abbiamo avuto un cambiamento degli obiettivi. Ma questo è sempre stato il DNA della squadra. Ciò è in continuità sin dai nostri precedenti proprietari fino alla proprietà di Ineos. L’ambizione è la stessa. Da ciò deriva un’identità che penso sia sicuramente chiara per chi è all’interno del team. Ed è per questo che siamo innanzitutto un team per la classifica generale e vogliamo essere sul gradino più alto del podio”.
Parlando invece di Dave Brailsford ricorda: “È il fondatore della squadra. In realtà è un privilegio averlo ancora a disposizione della squadra. Il suo ruolo è quello di direttore di Ineos Sport. Ha chiaramente la responsabilità di una varietà di prestazioni sportive diverse per ogni sport. Dave ha una passione e una comprovata esperienza nel ciclismo. Non siate sorpresi di vederlo venire in gara. Ma non verrà in gara per assegnarci i compiti, verrà in gara per supportare la squadra come fa con tutte le altre squadre Ineos”.
Dopo essere stata riferimento assoluto per più di un lustro, il team in questi ultimi anni ha perso la sua egemonia, ma conta di ritrovarla: “La nostra missione non solo è quella di raggiungere quelle squadre che hanno avuto successo negli ultimi due anni, è trovare il modo di superarle – aggiunge il britannico – Hanno trovato il modo non solo di riprendere ciò che abbiamo fatto, ma di innovare se stessi. È così che sono arrivati alla posizione in cui si trovano. Fa parte della gioia dello sport professionistico, che ogni generazione trova il modo di surclassare e innovare quello che lo precede”.
Proprio per innovare, è arrivato Scott Drawer responsabile delle performance: “Penso che non sia una coincidenza che la persona responsabile delle nostre prestazioni sportive sia uno scienziato. È un innovatore che abbraccia tecnologia, dati e scienza. Non penso che questo da solo ci fornirà la risposta, ma certamente non lasceremo nulla di intentato in termini di tentativo di migliorare la nostra competitività”.
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