Giro delle Fiandre 2025, la UAE più forte anche delle cadute: “Tadej ha sempre avuto tutto sotto controllo”
Tadej Pogacar è stato nuovamente il più forte di tutti anche al Giro delle Fiandre 2025. Durante gli ultimi chilometri, con la maglia iridata che si è involata verso Oudenaarde, la giornata della UAE Emirates XRG è diventata una di quelle da ricordare, ma quello vissuto ieri è stato un Fiandre tutt’altro che semplice per la squadra emiratina, che ha visto diversi corridori importanti perdere terreno a causa di cadute ancora prima che la corsa entrasse effettivamente nel vivo, costringendo lo sloveno e i pochi corridori rimasti con lui ad un lavoro extra.
Jonathan Narvaez, Tim Wellens e Florian Vermeersch sono usciti dai giochi ancora prima che iniziasse davvero la corsa, lasciando la squadra in una situazione tutt’altro che semplice, così come confermato dal DS Mauro Gianetti: “La situazione si è fatta difficile dopo le cadute. Tutti e tre i corridori che sono finiti a terra erano pedine importanti per preparare l’attacco di Tadej – spiega lo svizzero a Het Laatste Nieuws – di conseguenza dopo le cadute ci siamo trovati in difficoltà, ma nonostante questo non siamo mai andati nel panico“.
Nonostante le difficoltà tutta la squadra si è unita ancora di più intorno al capitano, andando a trovare delle energie extra che hanno permesso a Pogacar di arrivare al secondo passaggio sul Kwaremont nelle condizioni ideali per lanciare il primo attacco: “In radio i ragazzi mi hanno detto che volevano proseguire con il piano originale anche se avevamo perso due uomini – aggiunge il secondo DS della squadra, Fabio Baldato – Chi è rimasto in corsa ha lavorato il doppio. Mikkel Bjerg ha iniziato a lavorare sul Molenberg e ha resistito quasi fino al secondo passaggio sul Vecchio Kwaremont. Antonio Morgado e Nils Politt sono stati fantastici: si sono staccati, sono rientrati e hanno fatto un’ultima tirata prima di mollare del tutto. Tadej ha sempre avuto tutto sotto controllo, doveva solo arrivare al secondo Kwaremont e poi sarebbe toccato a lui. Il suo piano era quello di portare tutti gli altri al limite attaccando il più possibile. Alla Sanremo abbiamo visto che non poteva staccare Mathieu con solo uno o due attacchi, ma attaccando dieci, undici volte, alla fine è riuscito a staccarlo”.
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