Fusione Visma-Soudal, il padre di Evenepoel racconta: “Remco si è trovato in una situazione difficile e non voleva che tante persone perdessero il lavoro”

Quelle dell’autunno 2023 sono state settimane caldissime per il CicloMercato, soprattutto per via della prospettata, e poi sfumata, fusione fra due delle realtà più importanti del ciclismo mondiale, la Soudal-QuickStep e quella che all’epoca si chiamava Jumbo-Visma. La trattatativa fra la formazione belga e quella neerlandese era arrivata parecchio avanti prima che questa saltasse del tutto, per diversi motivi. Fra le tante persone coinvolte c’era anche Remco Evenepoel, uomo di riferimento della Soudal-QuickStep e, ovviamente, risorsa ritenuta molto preziosa da parte dei dirigenti sportivi dell’allora Jumbo-Visma.

Più volte, però, durante quel periodo proprio Evenepoel si era espresso in termini non particolarmente positivi sulla situazione. E ora il racconto di quei giorni, fatto dal padre, Patrick Evenepoel, conferma quel punto di vista. “All’epoca, si dicevano un sacco di cose, tante persone parlavano e Remco era abbastanza insofferente – le parole di Evenepoel senior in un’intervista concessa a Het Nieuwsblad – Noi abbiamo ricevuto una telefonata da Zdenek Bakala (il proprietario della Soudal-QuickStep – ndr) una settimana prima che la cosa divenisse pubblica: ci disse che la faccenda della fusione era vera e che i dirigenti della Jumbo-Visma volevano parlare con Remco”.

Evenepoel junior, come ormai è abbastanza chiaro, non ha peli sulla lingua. “Ha iniziato la conversazione con Richard Plugge e Merijn Zeeman dicendo letteralmente: ‘Sono stato tirato in una situazione in cui non volevo essere. Tutta questa storia non mi interessa‘. Plugge e Zeeman hanno comunque raccontato i loro programmi e Remco in quel momento sembrava colpito. Questo finché non si è parlato delle biciclette: lui ha fatto sapere che non avrebbe corso su una Cervélo con una maglia iridata che aveva conquistato con una Specialized. A quel punto, nelle successive discussioni è entrato in prima persona Mike Sinyard (il fondatore della casa produttrice statunitense – ndr)”.

Tutta la situazione, comunque, ha reso quel periodo molto difficoltoso per il corridore, stando a quanto racconta il padre: “La cosa si è manifestata del tutto a Il Lombardia – ricorda Patrick Evenepoel – Remco festeggiava in quei giorni un anno di matrimonio e aveva prenotato per 35 persone in un ristorante di Bergamo per festeggiare la ricorrenza. Alla fine, della squadra si sono presentati in due, Mattia Cattaneo e Ilan van Wilder. Per lui sono stati momenti complicati. Le persone devono sapere come sono andate davvero le cose: l’idea che Remco volesse andarsene senza guardarsi indietro è completamente sbagliata. Se ci fosse stata la fusione, alla fine almeno 60 persone sarebbero rimaste senza lavoro, da una parte e dall’altra: lui non voleva che succedesse, per nessuno, dall’autista del bus fino agli impiegati dell’amministrazione”.

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