Elia Viviani punta il Giro d’Italia 2025: “Vincere una tappa sarebbe un sogno”

Elia Viviani è già concentrato per la prossima stagione su strada. Non è ancora certo in che squadra correrà il veronese nel 2025, ma è molto probabile che rimanga alla Ineos Grenadiers, dove milita da tre stagioni, per poter tornare alla vittoria anche su strada, dopo un anno in cui si è tolto diverse soddisfazioni nel ciclismo su pista. Parlando a Bike Channel ad un evento a Livigno, il velocista classe 1989 ha rivelato quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione, ma ha anche parlato del suo futuro in pista dopo il professionismo e ha dato alcuni preziosi consigli a due giovani corridori italiani che come lui si dividono tra pista e strada.

Nel 2025 vorrei tornare a disputare il Giro d’Italia. Vincere una tappa poi sarebbe un sogno per rivivere le emozioni del 2018 che ormai sono lontane – ha detto a chiare lettere Viviani, che in carriera ha vinto cinque tappe alla Corsa Rosa ma che sogna un futuro da CT nel ciclismo su pista dopo aver appeso la bici al chiodo – Mi piace il ruolo che ho di leader del gruppo della pista. E mi piace l’ambiente della nazionale. Quindi non so se Ct o quale altro ruolo, tenendo presente che non ho le competenze tecniche di Marco Villa in questo momento, ma vorrei restare nell’ambiente. Che sia la nazionale o altro vedremo”.

Il veronese in questo 2024 non ha vinto su strada, ma su pista ha conquistato la medaglia di argento insieme a Simone Consonni nella madison ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 e poi un altro fantastico argento nell’Eliminazione ai Mondiali di Ballerup. La sua vittoria più bella in carriera però rimane l’oro Olimpico nell’Omnium a Rio 2016, un trionfo che è stato fonte di ispirazione per altri giovani pistard azzurri. “Un segnale raccolto da Consonni prima, poi da Ganna e ora da Milan. E spero che seguano tanti giovani. Così tanti stradisti, vedendo che la pista non danneggia, hanno iniziato a sognare i cinque cerchi. Non è scontato nel ciclismo, dove su strada il Mondiale vale meno delle Olimpiadi”.

Secondo Viviani il ciclismo su pista può essere molto d’aiuto per le gare su strada. “Assolutamente, in termini atletici e tecnici. Vale anche per altre discipline: mountain bike e cross. Sono tutte complementari. Le partenze in pista danno esplosività su strada. La tecnica di andare in bici senza freni con scatto fisso in pista aiuta a essere più svegli in gruppo. Stesso discorso per la mtb. Specializzarsi fa la differenza. Non bisogna lasciare la pista o fare solo la pista. Bisogna decidere le mattonelle da mettere nella carriera. Così devono fare Milan e Ganna. Per entrambi la prossima mattonella è vincere una classica monumento e una tappa al Tour de France, a maggior ragione in un anno post-olimpico. Le scelte possono essere diverse di anno in anno. Come ho fatto io”.

Il suo compagno di squadra Filippo Ganna sembra poter essere il prossimo italiano a vincere una classica del nord, ma quale? “La Milano-Sanremo, ci è già andato vicino. Ora deve provarci a piedi pari. Poi il Fiandre. E tra le altre classiche può vincere la Gand-Wevelgem – ha detto Viviani, che però vedere Jonathan Milan come suo erede per le volate di gruppo – Deve conquistare la maglia verde al Tour. Può diventare il velocista più forte del mondo. Poi Jonathan e Pippo potrebbero fare parte del quartetto olimpico d Los Angeles 2028, se Uci e Cio opteranno per un percorso in linea molto più selettivo di quello di Parigi”.

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