Doping, l’AMA indaga sulla Tizanidina pur dubitando sui vantaggi che possa portare: “Abbiamo il diritto di farci delle domande”
L’Agenzia Mondiale Antidoping sta studiando gli effetti della Tizanidina. La sostanza è finita sulla bocca di tutti dopo che gli esami effettuati in seguito ad un raid della polizia nell’hotel di una squadra durante il Tour de France ne aveva fatto emergere la presenza nei capelli di tre ciclisti sui sette analizzati. Da allora si è acceso il dibattito attorno al suo utilizzo, considerato sinora completamente legale dal regolamento Antidoping di AMA e UCI visto che non è nell’elenco delle sostanze e pratiche vietate. Una questione sulla quale il massimo organismo responsabile delle questioni legate al doping vuole approfondire, come spiega il suo direttore scientifico Olivier Rabin a L’Equipe.
“Non siamo mai sorpresi nel trovare qualsiasi cosa – spiega al quotidiano francese – Non è una questione di cinismo, ma è vero. Quando mi è stato parlato della tizanidina, sinceramente non ne ho capito l’interesse. Se se su certe sostanze, dopo un lavoro di indagine, ci siamo detti che c’era qualcosa, in questo caso la questione sembra diversa. Al momento, non è una sostanza considerata proibita. Detto questo, visti questi eventi recenti, la abbiamo inserita nell’agenda del nostro comitato deputato a creare la lista, per il mese di gennaio. Per prendere informazioni, perché è sempre interessante quando si sospetta l’uso non per fini medici di una sostanza nell’ambito sportivo e per riflettere assieme se ci sono ragioni per pensare che questa sostanza debba essere proibita o meno”.
Spiegando di conoscere “piuttosto bene la sostanza perché utilizzata per fini terapeutici”, Rabin si mostra perplesso sul suo utilizzo in quanto prodotto dopante: “Tranne quando c’è un eccesso di tono muscolare, come si nota in alcune patologie degenerative, ci si può chiedere il perché dell’utilizzo visto che un effetto su un muscolo normale appare poco probante. Inoltre, in caso di sovradosaggio, si avrebbero rapidamente effetti secondari controproducenti alla performance sportiva. Potremmo chiederci se possa servire in un periodo di recupero per coloro che devono recuperare da un grande sforzo, ma anche in questo caso, per un moscolo normale senza spasticità, sorgono domande sulla validità di questo utilizzo”.
Pur con tutte queste perplessità, c’è comunque intenzione di approfondire “per avere una visione a 360° gradi” e valutare “quello che potrebbe essere l’uso dopante”, senza limitarsi a “valutazioni farmacologiche”. Ad esempio, bisogna analizzare anche i dossier riguardo la sicurezza delle molecole e il loro utilizzo in dosi più frequenti perché “a volte gli effetti secondari di un medicinale possono essere ricercati a fini di doping“. Questo lavoro di analisi è dunque iniziato e il comitato di esperti dell’Agenzia Mondiale Antidoping ne sta discutendo tenendo a mente che “non bisogna mai escludere una possibile modalità di utilizzo”, senza dimenticarsi tuttavia che “alcune persone che devono aiutare gli atleti di alto livello sono sottomesse a pressioni per cercare di trovare soluzioni per portare novità senza che ci sia una razionalità scientifica dietro”.
Le indagini del comitato sono dunque appena iniziate e prevedono ricerche approfondite a più livello. Questo malgrado l’impressione da parte del direttore scientifico che non ci sia molto da trovare: “Molto onestamente, se a volte alcune sostanze ci saltano agli occhi e le includiamo velocemente nella lista delle sostanze proibite, per quanto riguarda la Tizanidina, abbiamo il diritto di farci alcune domande“.
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