Baharain Victorious, tempo di riflessioni e bilanci per Mohoric: “Quando invecchi diventa sempre più dura”
Matej Mohoric sa che non è facile passare professionista da predestinato. Lo sloveno della Baharain Victorious, infatti, è passato professionista con la Cannondale nel 2014 quando era molto giovane e dopo aver vinto qualche mese prima il mondiale di Firenze tra gli under 23. Recentemente, come riportato da Cyclingnews, ha affidato alla rivista Procycling alcune riflessioni sulla sua carriera, dai primi anni non troppo semplici, a queste ultime stagioni dove ha dimostrato di essere un importante uomo squadra, ma anche un corridore in grado di ottenere risultati in proprio, come testimoniano le tappe vinte in tutti i tre i grandi giri.
Il nativo di Kranj ha raccontato quel magico 2013: “Ho avuto due brutte cadute all’inizio della stagione [2013, ndr], ma poi stavo abbastanza bene in estate e ho vinto. Sono andato bene al Tour de l’Avenir. Sono uscito di classifica perché nella prima tappa di montagna ho avuto problemi […]. Ma poi nelle due frazioni rimanenti sono stato due volte secondo, una volta dietro Yates [Simon, ndr] e una dietro Alaphilippe…E un mese dopo ho vinto i mondiali Under 23”.
I primi anni tra i professionisti, però, per lui non sono stati semplici: “L’unica cosa che salvo di quelle corse è che ho imparato come muovermi, come essere efficiente in gruppo, come risparmiare energie e non spenderne troppe quando non è necessario […] Ho visto che quando qualche giovane non è subito vincente, se persiste, il duro lavoro pagherà in futuro“.
Nonostante abbia da poco compiuto ventisette anni, il vincitore di due tappe all’ultimo Tour de France inizia a sentire il peso delle otto stagioni passate nella massima categoria: “Quando sei giovane sembra facile fare fatica […] Ma quando invecchi, comincia ad essere sempre più dura, stare lontano dalle famiglie, da casa, passare molto tempo ai ritiri e ad analizzare i percorsi. E poi vedi che, per un corridore come me, non ci sono così tante occasioni in cui ti puoi godere successi grandi grandi”.
Il campione nazionale sloveno sa comunque trovare motivazioni anche nel mettersi a disposizione della squadra: “Mi piace aiutare gli altri ad ottenere risultati ed essere utile a loro, perché non sempre sono in grado di vincere. In molte occasioni, ho un compagno di squadra che è più capace di conquistare le corse di me. Allora mi piace soffocare me stesso per lui e per i suoi risultati. Anche questo è importante. Continuerò a lavorare come ho fatto prima e provare a diventare la migliore versione di me stesso“.
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