Tirreno-Adriatico 2018, il gruppo scontento per il circuito di Follonica: “Una mierda”, riassume Gaviria
Polemiche in gruppo al termine della seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2018. Il finale non è piaciuto a molti corridori, che non le hanno mandate a dire. Contro gli organizzatori, ma anche contro alcuni loro colleghi. La pericolosità del circuito conclusivo, il cui asfalto ha sofferto come in buona parte del territorio italiano, ha creato non pochi malumori, soprattutto considerando la maxicaduta a sette chilometri dall’arrivo che ha mandato a terra una ventina di corridori, alcuni con conseguenze che potrebbero vederli dover rinunciare alla corsa.
Non sono mancate dunque le accuse a RCS Sport di non aver tenuto in giusta considerazione la questione. Secondo Jim Ochowicz, ad esempio, si poteva evitare di fare tre giri, lasciando solo l’arrivo a Follonica. “Sono sicuro che le condizioni della strada hanno provocato la caduta – spiega a CyclingWeekly – Non era un circuito adatto per una corsa ciclistica. C’erano dossi ovunque, un sacco di detriti sulla strada e ostacoli da evitare. Si poteva finire lì, ma non farci un circuito da 3-4 giri“.
Tra le opinioni più forti indubbiamente quella di Fernando Gaviria, che alla Gazzetta dello Sport non ha trattenuto la propria rabbia, ribadendo lo stesso concetto del dirigente elvetico. “Non va bene il circuito – esclama – Uno schifo. Pericoloso… Perché non siamo arrivati e basta? A che cosa è servito il circuito?”
Ma le accuse più pesanti del colombiano sono rivolte ad alcuni suoi colleghi, puntando il dito innanzitutto contro Michal Kwiatkowski. “Una mierda – attacca – Non capisco cosa ci fanno gli scalatori in volata. C’era gente che non aveva nessuna possibilità ed era lì solo per creare pericolo. Perché Kwiatkowski ha fatto la volata?”
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