Un Anno Fa…Floyd Landis: “Il ciclismo non è diverso dai miei tempi. Bisogna cambiare l’amministrazione e sciogliere la WADA”
Floyd Landis torna a parlare. E sono parole che non fanno bene al ciclismo. L’ex atleta americano, inizialmente vincitore del Tour de France 2006, titolo poi revocatogli per la positività al testosterone e assegnato a Oscar Pereiro, ha da poco fondato una sua squadra, la Floyd’s of Leadville, ed è quindi pronto a rimettersi in gioco in uno sport che gli ha dato e poi tolto tutto. Intervistato da CyclingWeekly, l’ex gregario di Lance Armstrong ha spiegato che, secondo lui, il ciclismo è ancora fortemente macchiato dal doping e così resterà finché non avverranno cambiamenti ai piani alti delle istituzioni internazionali.
“Tutti gli indizi mi dicono che il ciclismo non sia cambiato – spiega Landis, secondo cui il problema esclusivo riguardi la gestione di questo sport – E sarà così finché non cambierà l’amministrazione del ciclismo e la WADA (Agenzia Mondiale Anti-Doping, ndr) non verrà sciolta, venendo sostituita da una nuova organizzazione che non sia strettamente legata al Comitato Olimpico. Questo è il vero problema”.
Il fatto che a pagare siano stati, e sono tutt’ora, principalmente solo gli atleti, è un qualcosa che Landis ancora non digerisce: “Nel nostro caso avevamo dato tutte le informazioni riguardanti il coinvolgimento della Federazione Ciclistica Statunitense, del capo Steve Johnson e di Jim Ochowicz, era chiaro che tutti sapevano, ma la WADA si è rifiutata di prendere provvedimenti“.
Il suo nome verrà per sempre accostato a quello del suo ex capitano Armstrong, visto che da qualche mese si è conclusa la battaglia legale tra i due, con Landis che aveva accusato il texano di frode allo Stato, essendo il marchio statale US Postal il main sponsor della squadra dell’epoca. Armstrong aveva patteggiato per cinque milioni di dollari, con l’aggiunta di un milione e mezzo da dare allo stesso Landis per le spese legali, soldi che quest’ultimo ha utilizzato per la creazione della succitata squadra Continental.
“Non ho contatti con lui da anni – ammette Landis – Ci siamo visti ad un paio di eventi al quale eravamo obbligati ad andare, ma non ci siamo neanche mai parlati. Sicuramente nutre del risentimento nei miei confronti, ma io non ho rancore. Spero possa trovare la pace e voltare pagina. Questo tipo di umiliazione pubblica può uccidere alcune persone. Ci sono stati momenti negli ultimi mesi in cui avrei voluto mollare il caso se ne avessi avuto i poteri, ma ormai il governo aveva preso il comando del caso. Penso che Lance abbia pagato a caro prezzo più di chiunque altro in casi di doping, e non credo sia giusto.”.
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