Primož Roglič è pronto a lottare per il Tour de France 2025. Dopo la grande delusione del Giro d’Italia, concluso anzitempo dopo due settimane tra alti e bassi, lo sloveno è pronto a guidare nuovamente la sua Red Bull-Bora-hansgrohe alla caccia di quella vittoria che rappresenterebbe l’apice della sua già grandiosa carriera e che gli permetterebbe di entrare nel ristrettissimo gruppo dei corridori capaci di vincere tutti e tre i Grandi Giri. L’approccio al Tour dell’esperto scalatore sloveno, però, non è stato dei migliori, come da lui stesso ammesso nell’intervista rilasciata in occasione della presentazione delle squadre: “Dopo il Giro d’Italia ho dovuto prendere degli antibiotici a causa di un’infezione batterica che mi ha colpito, ma ora ho recuperato e ho un’altra occasione per dimostrare il mio valore e quello di tutta la squadra”.
I problemi di salute dell’ultimo mese, uniti al necessario tempo di recupero dopo le cadute del Giro, non hanno però permesso a Roglic di studiare al meglio il percorso specialmente della prima settimana, dove spesso sono le cadute a tagliare fuori dai giochi gli uomini di classifica: “Non ho ancora analizzato il percorso, ma domani ci sarà una riunione di squadra prima della partenza di sabato. La cosa importante è sopravvivere, come punto a fare ogni anno. Se vorrò giocarmi la vittoria dovrò superare anche le prime tappe. Io in ogni caso sono felice e orgoglioso di essere al via della corsa più importante al mondo“.
Nonostante la sfortuna che spesso ha accompagnato le sue partecipazioni alla Grande Boucle, Roglič si dice pronto ad affrontare le prossime tre settimane con la massima concentrazione e con la voglia di vincere: “Le cadute sicuramente mi hanno lasciato dei segni, ma non sono mai state colpa mia. La cosa più importante, in ogni caso, è come le affronti. Quando vinci non impari molto, è quando affronti dei momenti negativi che impari: senza i momenti bui non sapremmo neanche come sono fatti quelli gioiosi”.
In conclusione Roglič parla anche delle sue ambizioni, sottolineando le qualità dei suoi principali avversari ma riponendo grande fiducia nella sua squadra e in sé stesso: “Non mi interessa particolarmente il risultato che raggiungerò. Io so quello che ho vinto e quello che non ho vinto, ma alla fine ho 36 anni e sicuramente non stravolgerò la mia vita. Tutti partiremo da zero, quindi tutto quello che si dice adesso sono solo ipotesi. Tutti lotteremo sul filo dei secondi, ma nessuno potrà fare di più del suo meglio. Anche solo partecipare è un privilegio, e se il risultato migliore a cui potrò ambire è il decimo posto allora vorrà dire che sarà così”.
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