Tour de France 2025, Jordan Jegat contro Simone Velasco: “Mi ha insultato in tutti i modi, meritava un cartellino giallo”
Jordan Jegat tra i grandi protagonisti della ventesima tappa del Tour de France 2025. Presente nella fuga di giornata, ennesima azione di una Grande Boucle vissuta spesso e volentieri all’attacco tanto da essere tra i candidati al premio di supercombattivo di questa edizione dopo esserlo stato della seconda settimana, il leader della TotalEnergies ha giocato al meglio le sue carte per coronare il grande obiettivo di entrare nei primi dieci della classifica finale. La sua presenza in fuga ha tuttavia creato tensioni sin dall’inizio perché dietro di loro il Team Jayco – AlUla ha a lungo provato a chiudere, arrendendosi definitivamente solo nel finale, anche se comunque l’azione dei coraggiosi di giornata ha presto avuto via libera.
Nelle prime fasi della loro azione il francese è stato tuttavia oggetto di critiche da parte dei suoi compagni di avventura, che hanno provato a dissuaderlo dal continuare, sperando di farlo staccare e poter riuscire ad allungare sul gruppo. Tra coloro che lo hanno affiancato per dire il loro pensiero anche l’italiano Simone Velasco, con l’ex campione italiano che avrebbe avuto un atteggiamento poco rispettoso nei confronti del collega.
“Mi ha insultato in ogni modo – ha spiegato all’arrivo Jegat – Non parlo italiano, ma capisco perfettamente quello che mi ha detto. Si parla molto dei cartellini gialli nel ciclismo e penso che oggi se lo sarebbe meritato. Mi ha detto cose che non si dovrebbero dire. Questo è lo sport, ognuno è libero di fare quello che vuole. Volevo essere nella fuga, è un mio diritto, non vedo perché debba insultarmi in questo modo. Lo trovo davvero un peccato”.
Il corridore della TotalEnergies sarebbe così stato difeso da altri fuggitivi, che la pensavano come il portacolori della XDS Astana ma che non avrebbero apprezzato i suoi modi: “Questa cosa mi ha davvero deluso. Tim Wellens e altri corridori gli hanno detto che non doveva parlarmi in quel modo, che fa parte del gioco – aggiunge – Altri corridori mi hanno detto che era un peccato che fossi lì, ma nessuno mi ha insultato, tutti capivano la situazione. Fa parte del gioco, fa parte del ciclismo”.
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