Tour de France 2024, Tadej Pogačar da record sui Pirenei! Frantumati i tempi in salita di Armstrong e Pantani

I numeri fatti registrare da Tadej Pogačar sulle salite del Tour de France 2024 sono sbalorditivi. In soli due giorni sui Pirenei lo sloveno non solo si è preso due vittorie di tappa in solitaria distruggendo la concorrenza, ma è anche stato in grado di sgretolare due record eccellenti che resistevano da diversi anni. Nella giornata di sabato il capitano della UAE Team Emirates è riuscito a scalare i 10,6 chilometri della salita finale di Pla d’Adet in 25 minuti e 9 secondi, salendo a una velocità media di quasi 21,83 km/h e quindi abbassando di 2 minuti il record fatto registrare nel 2001 da Lance Armstrong.

Ma il vero capolavoro la maglia gialla lo ha fatto ieri, sulla salita finale della 15esima tappa, lunga 15,8 chilometri con pendenza media del 7,9% e con arrivo a Plateau de Beille. Su questo mostruoso GPM Hors Categorie scollinato in 39 minuti e 44 secondi Pogačar è riuscito a staccare di 1 minuto e 8 secondi il diretto rivale Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike) ma è anche stato capace di migliorare di 3 minuti e 40 secondi il record di Marco Pantani nel Tour de 1998. Curioso il fatto che proprio in quell’anno il Pirata riuscì a completare la mitica doppietta Giro-Tour, che è proprio l’ambizioso obiettivo dello sloveno in questa stagione da sogno che lo ha già visto conquistare la Maglia Rosa sulle strade italiane.

Ieri, ad aver fatto registrare un tempo migliore quello di Pantani sulla salita di Plateau de Beille non è stato solo Pogačar, ma anche il secondo e il terzo di giornata, ovvero il danese Jonas Vingegaard e il belga Remco Evenepoel (Soudal-QuickStep). Questo perché la squadra del danese, con l’idea di attaccare la maglia gialla aveva preso a tutta il durissimo GPM pirenaico. “Non so in che condizioni Pantani abbia fatto la salita, erano quasi 30 anni fa – ha commentato il 25enne sloveno al termine della tappa di ieri – La Visma ha fatto un grande ritmo fin dai piedi della salita e poi Jonas [Vingegaard – ndr] ha fatto gran parte del lavoro, ma comunque mi sono spinto sicuramente al limite“.

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