Tour de France 2024, Mark Cavendish flirta con il tempo massimo: “Sapevamo quel che stavamo facendo”
Mark Cavendish ha vissuto una giornata difficile per aprire il suo Tour de France 2024. Staccato sin dalla prima salita di giornata, l’esperto corridore della Astana Qazaqstan è stato circondato dai suoi compagni sin da subito e con loro ha corso praticamente tutta la tappa in un equilibrio costante tra gestione dello sforzo, il caldo soffocante che gli ha provocato anche alcuni problemi intestinali (a lui come a Michele Gazzoli, poi costretto al ritiro) e la necessità di concludere entro il tempo massimo. Missione compiuta egregiamente dal britannico e i suoi compagni, che hanno poi successivamente avuto anche il supporto di Bram Welten, al servizio di Fabio Jakobsen.
“Sapevo che non sarebbe stato facile, ma sapevamo quel che stavamo facendo – commenta dopo il traguardo – Faceva caldissimo e lo abbiamo sofferto molto. Avevamo un piano e ci siamo attenuti a quello, anche se ovviamente avremmo preferito fare almeno una salita con il gruppo, ma con quel caldo è stata durissima e a un certo punto vedevo le stelle”.
Riguardo quello che è sembrato un problema intestinale, Cavendish sembra rassicurante: “Penso che sia stato dovuto solamente al caldo. Non è facile per quelli come me. Lo dico sempre, se hai un fisico come il mio, non fare il ciclista perché i bei giorni sono andati ormai…”
La sua esperienza e quella dei suoi compagni si è tuttavia rivelata preziosa per gestire al meglio la situazione: “Non è così semplice da fare, devi sempre cercare di capire cosa fanno davanti e poi ti adegui di conseguenza, per capire cosa devi fare in ogni salita per riuscire a rientrare nel tempo massimo. È un po’ noioso, ma il ciclismo ormai va così. Certo, è sempre una bella storia da raccontare quando vai vicino al tempo massimo, ma quel limite non è fatto per espellere corridori, ma è stato concepito per coloro che stanno male o sono infortunati, ed è giusto così”.
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