Pagellone 2024, M-Z: Merlier, Milan, Nys, O’Connor, Philipsen, Pogacar, Roglic, Tiberi, Van Der Poel, Vingegaard, Williams
Siamo ormai vicini all’inizio della stagione 2025, ma prima di proiettarci verso la nuova annata ci soffermiamo ancora un po’ su quello che è stato il 2024 del ciclismo. Come nostra tradizione, vi proponiamo quindi il Pagellone della stagione conclusasi giusto poche settimane fa: è l’opportunità per ricordare quello che è successo nell’arco dei mesi di gara, con i loro protagonisti più brillanti e con gli atleti che sono invece rimasti sotto le attese. I nomi dei corridori saranno presentanti in ordine alfabetico dalla A alla Z. Inoltre, questo articolo ci permetterà anche di iniziare a pensare a cosa aspettarci dal prossimo anno, tra corridori che saranno chiamati quantomeno a mantenere il livello raggiunto e altri che invece andranno a caccia di prestazioni che possano permettere loro di lasciarsi alle spalle le eventuali amarezze del 2024.
LETTERA M
Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 6,5: Una stagione per lunghi periodi opaca viene salvata da alcuni risultati di primissimo livello che ricordano a tutti le qualità del corridore transalpino. I due piazzamenti ad Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi (rispettivamente sesto e settimo posto) sono risultati importanti, ma l’argento conquistato nella prova in linea di Parigi 2024 davanti al pubblico di casa e alle spalle del solo fenomeno Remco Evenepoel sarà un ricordo indelebile nella mente degli appassionati delle due ruote d’oltralpe.
Mirco Maestri (Polti-Kometa), 6: L’esperto corridore azzurro fatica parecchio nella prima metà della stagione, ma riesce a riprendersi in estate dove ottiene qualche piazzamento nonostante il ritiro ai Campionati Italiani e un conseguente stop forzato. Nel finale di stagione riesce a togliersi anche la soddisfazione di conquistare il titolo europeo nella CronoStaffetta Mista con la Nazionale Italiana, portando a casa forse il risultato più importante di tutta la sua carriera.
Filippo Magli (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Alla seconda stagione da professionista prova a mettersi in mostra tentando anche qualche fuga e ottenendo qualche buon piazzamento. Proprio nel finale dell’anno conquista un bel quarto posto al Gran Piemonte che gli permette di guardare al 2025 con maggiore fiducia.
Paul Magnier (Soudal-QuickStep), 7,5: Difficile immaginarsi un impatto migliore con il WorldTour per il giovane velocista francese. Trova la vittoria sin dalla prima gara col Wolfpack e da quel momento non smette più di alzare le braccia al cielo, sia a livello Under 23 (tra cui si ricordano due tappe e la classifica a punti del Giro Next Gen) che poi anche tra i professionisti, con le tre impressionanti vittorie al Tour of Britain che fanno da ciliegina sulla torta ad una stagione di primissimo livello. Proprio una caduta nella sesta tappa della corsa britannica mette fine anzitempo alla sua annata, ma dopo quanto fatto vedere in questo 2024 è lecito aspettarsi tantissimo dal 2025 del 20enne di Laredo.
Rafal Majka (UAE Team Emirates), 6: Come da tradizione si conferma uno dei gregari più affidabili del gruppo, guidando Tadej Pogacar alla conquista del suo primo Giro d’Italia. Mezzo punto in meno per la totale assenza di vittorie: non sono il suo compito, ma il Majka degli scorsi anni ci aveva abituato a giornate da leggenda che in questa stagione, invece, non sono arrivate.
Martin Marcellusi (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Stagione con diversi piazzamenti, ma senza quella giornata d’oro che gli avrebbe permesso di vincere la sua prima corsa da professionista. Incentra la sua preparazione sul Giro d’Italia, ma non riesce mai a mettersi in mostra nelle tre settimane, evidenziando un po’ di inesperienza ad altissimi livelli.
Jakub Mareczko (Team corratec-Vini Fantini), 5,5: Dopo un 2023 sotto le aspettative l’esperto velocista azzurro torna in questo 2024 ad aggiornare la colonna dei successi in carriera, toccando quota 50. Nel complesso, però, la sua annata non può dirsi positiva visti i ben pochi lampi nonostante un calendario fatto per lo più di corse di secondo livello che, inoltre, non riesce quasi mai a portare a termine.
Guillaume Martin (Cofidis), 6: Dopo tanti anni in cui ha rappresentato una delle speranze francesi per le corse a tappe, l’esperto scalatore francese sembra ormai essersi riconvertito in un attaccante, non riuscendo però a dare quasi mai l’impressione di poter lottare per la vittoria. Raccoglie comunque diversi piazzamenti e due top-15 in classifica generale a Tour e Vuelta, ma non riesce a trovare la sua giornata di gloria. Il prossimo anno si apriranno per lui le porte della Groupama – FDJ, l’ennesima formazione francese della sua carriera. Che sia l’occasione per andare alla caccia di quella tappa al Tour tanto agognata?
Daniel Felipe Martinez (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Voto che rappresenta una media tra l’8 della prima metà di stagione e il 5 della seconda metà. Partito alla grande col titolo colombiano a cronometro e una Volta ao Algarve corsa tra gli assoluti protagonisti, lo scalatore colombiano si presenta al Giro d’Italia con il ruolo di capitano e si pone come avversario più credibile di Tadej Pogacar. Il secondo posto a Roma rappresenta il massimo che poteva chiedere alla sua Corsa Rosa considerando l’assoluto dominio dello sloveno, anche se rimane il rammarico di non essere riuscito a conquistare neanche una tappa (nonostante i quattro podi). Dopo il meritato riposo estivo non riesce più a ritrovare la migliore condizione raccogliendo danti DNF e pochi risultati, riuscendo però a coadiuvare Primoz Roglic nella conquista della Vuelta.
Enric Mas (Movistar), 6,5: Tanti piazzamenti, ma zero vittorie per lo scalatore spagnolo. Sempre impegnato in corse WorldTour, il nativo di Artà si conferma uno dei corridori più costanti quando la strada sale, ma non riesce mai a trovare quella spinta in più che gli possa permettere di alzare le braccia al cielo. Chiude in top-10 il Giro di Catalogna, il Giro di Romandia e il Giro di Svizzera prima di sparire quasi totalmente al Tour e di rinascere, come spesso gli capita, sulle strade di casa della Vuelta. Proprio nel GT spagnolo trova la migliore condizione stagionale, risultando spesso l’ultimo a cedere sotto gli attacchi di Primoz Roglic, ma senza mai riuscire ad anticipare lo sloveno sul traguardo.
Fausto Masnada (Soudal-QuickStep), 5,5: Poco da salvare nello sfortunato 2024 del 31enne di Bergamo, che, complici alcuni problemi fisici e anche una brutta caduta al Giro di Svizzera che ne compromette la fase centrale della stagione, non ha mai la possibilità di mettersi in mostra e non sempre riesce a supportare i compagni di squadra.
Marius Mayrhofer (Tudor Pro Cycling Team), 5,5: Il giovane corridore tedesco incappa in una stagione meno convincente rispetto a quella 2023, faticando anche a trovare piazzamenti specialmente nelle corse più importanti. Se l’anno scorso il Giro d’Italia aveva rappresentato un’ottima occasione per mettersi in mostra, in questo 2024 diventa più un calvario fino al ritiro poco prima di metà percorso. L’età, però, gli sorride e la prossima stagione gli offrirà sicuramente numerose occasioni per ritornare sulla giusta strada.
Daniel McLay (Arkea-B&B Hotels), 5: Partito bene con un buon piazzamento al Tour Down Under, il velocista britannico non riesce mai a trovare la gamba giusta, vivendo una stagione lontanissima dalle posizioni che contano e più ricca di delusioni che di soddisfazioni.
Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 7,5: Annata da ricordare per lo statunitense, che conferma di essere uno dei migliori regolaristi in circolazione. Raccoglie dieci successi rendendosi partecipe anche di alcune settimane straordinarie come quella della Parigi-Nizza, persa solo all’ultima frazione dopo aver indossato la Maglia Gialla, e riesce anche a togliersi la soddisfazione di indossare la prima Maglia Rossa della Vuelta a España conquistando la crono inaugurale di Lisbona. Rimane forse un po’ di rammarico per non essere riuscito a centrare il podio in nessuno dei due grandi eventi stagionali a cronometro (quinto posto alle Olimpiadi e deludente decimo ai Mondiali), ma obiettivamente non era facile.
Jordi Meeus (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Prosegue la parabola ascendente del veloce corridore belga, che porta a termine quella che è probabilmente la migliore stagione della sua carriera. Pur mancando un exploit equiparabile alla vittoria dei Campi Elisi dello scorso anno, infatti, nel 2024 il nativo di Lommel riesce ad essere ancora più costante, ottenendo due vittorie, numerosi podi (tra cui un terzo posto alla Gent-Wevelgem) e altrettanti piazzamenti in top-5. Il gap sempre meno marcato con i grandi velocisti mondiali lascia ben sperare per la prossima stagione, dove sicuramente sarà uno dei nomi da tenere d’occhio non solo nelle volate che contano, ma anche nelle classiche meno impegnative.
Tim Merlier (Soudal-QuickStep), 8: Stagione da incorniciare per il velocista belga, che si dimostra ancora una volta tra i top-3 mondiali. Tre tappe al Giro, Nokere Koerse e Scheldeprijs sono solo alcuni dei risultati del 32enne, che riesce a conquistare anche il titolo europeo davanti ai migliori sprinter del panorama internazionale. Con le sue prestazioni riesce a far titubare la squadra, che potrebbe decidere di garantirgli una nuova chance al prossimo Tour de France, dove manca dal 2021 e dove potrebbe diventare uno dei grandi favoriti per la Maglia Verde e per la prima Maglia Gialla.
Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), 6: Stagione non iniziata alla grande e che sembra destinata al dimenticatoio, ma che nel finale cambia completamente di volto grazie anche ad un inatteso 10° posto a Il Lombardia. Queste giornate di grazia sono spesso il suo marchio di fabbrica, chissà che la prossima stagione non lo si possa vedere nuovamente alzare le braccia al cielo.
Luke Mezgec (Team Jayco AlUla), 5,5: Poco da dire sul 2024 del velocista sloveno, che si vede molto poco in prima persona e, rispetto alle ultime annate, anche in supporto ai compagni di squadra.
Jonathan Milan (Lidl-Trek), 8,5: Ormai stabilmente tra i migliori velocisti del mondo, il possente friulano si porta a casa tante soddisfazioni e ben undici vittorie in questo 2024. Spiccano ovviamente le tre ottenute al Giro d’Italia, dove conquista nuovamente la Maglia Ciclamino, oltre alle due tappe alla Tirreno-Adriatico e le due al Renewi Tour, spesso davanti ad alcuni dei più forti sprinter in circolazione. Il classe 2000, però, non si mette in evidenza solo nelle volate, ma ottiene buoni risultati anche nelle classiche del Nord, affrontate con spirito offensivo. Ciliegina sulla torta è lo splendido oro (con record del mondo) ottenuto ai Mondiali nell’inseguimento individuale, che si aggiunge al bronzo conquistato con il quartetto alle Olimpiadi, mentre l’unico rimpianto rimane l’Europeo su strada, dove sono mancati gli ultimi 250 metri per poter lottare per un risultato importante.
Lorenzo Milesi (Movistar), 6: Qualche buon piazzamento a cronometro e la vittoria sfiorata al Memorial Pantani, dove mette in evidenza anche un bello spunto, nella stagione del 22enne, che ha avuto soprattutto modo di fare esperienza correndo e portando a termine il Giro d’Italia, che a conti fatti è stato il suo primo GT dato che, alla Vuelta dello scorso anno, abbandonò dopo poche tappe per via di una caduta.
Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 5: Da un corridore come il 30enne sloveno, capace di grandi cose negli scorsi anni, ci si aspetta sempre molto, ma in questo 2024 le cose non hanno funzionato quasi mai. A parte due vittorie minori e qualche piazzamento nelle classiche di primavera, il vincitore della Milano-Sanremo 2022 non è quasi mai riuscito a essere protagonista, con il punto più basso raggiunto al Tour de France, che trascorre per lo più nelle retrovie.
Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), 5,5: In una squadra priva di velocisti, spettava al colombiano, capace spesso di cavarsela bene anche senza un treno a sua disposizione, provare a gettarsi nella mischia in volata, ma i risultati sono stati lontani da quelli ottenuti nelle scorse stagioni. Un paio di piazzamenti al Giro e la vittoria a fine anno in una tappa della Cro Race non bastano per raggiungere la sufficienza.
Rudy Molard (Groupama-FDJ), 6: A lungo lontano dalle corse a causa di una brutta commozione cerebrale riportata dopo una caduta avvenuta al Tour Down Under di inizio anno, l’esperto transalpino riesce comunque a dare il suo apporto alla squadra guadagnando punti grazie a qualche buon risultato, il più importante dei quali è sicuramente il terzo posto ottenuto al GP de Québec.
Bauke Mollema (Lidl-Trek), 6: Anche se, a causa soprattutto dell’età che avanza, i risultati non sono più quelli di una volta, il neerlandese continua comunque a ottenere qualche buona prestazione. Lasciando per la prima volta da parte i Grandi Giri, il 38enne ha raccolto alcuni piazzamenti in corse di un giorno anche importanti (7° alla Amstel, 13° alla Liegi, 6° al GP de Québec e 12° sia ai Mondiali che a Il Lombardia), evidenziando ancora una volta doti di costanza e regolarità.
Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), 5: Poche top-10 e zero podi per il belga, che riesce a ottenere risultati solo in alcune corse di secondo piano (oltre a qualche fuga, ma senza piazzamenti, alla Vuelta), nelle quali comunque fatica ad avvicinarsi alla vittoria. A quasi 27 anni proverà a svoltare cambiando squadra, unendosi alla Cofidis.
Michael Mørkøv (Astana Qazaqstan), 6: Nella sua ultima stagione, il danese aveva l’obiettivo di scortare Cavendish alla caccia del suo 35° successo al Tour e di provare a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. Missione compiuta in entrambi i casi, con l’aggiunta, oltre al bronzo olimpico nella Madison, di un bronzo mondiale nella stessa gara, sempre in coppia con Niklas Larsen.
Jacopo Mosca (Lidl-Trek), 6: Tantissimo lavoro “oscuro” per il 31enne, che si vede principalmente nella prima metà delle gare. Per lui anche la soddisfazione di vestire la maglia della nazionale nella prova in linea dell’Europeo, che corre in maniera perfetta.
Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), sv: Ancora una volta, la sfortuna e un brutto infortunio lo costringono a un lungo periodo senza gare. Un peccato visti i buoni piazzamenti ottenuti soprattutto tra maggio e giugno, che con un pizzico di regolarità in più potrebbero trasformarsi in belle vittorie.
Gianni Moscon (Soudal-QuickStep), 5,5: L’approdo nel Wolfpack faceva sperare in un suo rilancio, ma il trentino non è riuscito a uscire dalla spirale negativa presa da ormai alcune stagioni. Buono, però, il lavoro svolto in favore della squadra, in particolare al Tour in supporto a Evenepoel.
Luca Mozzato (Arkea-B&B Hotels), 6,5: L’azzurro è protagonista principalmente in primavera, dove ottiene un successo (l’unico della sua annata) alla Bredene Koksijde Classic davanti ad alcuni velocisti di livello e diversi bei piazzamenti. Di questi, il più prestigioso è sicuramente il secondo posto conquistato al Giro delle Fiandre, che da solo vale l’intera stagione. Nella seconda metà, invece, non riesce più a trovare il colpo di pedale giusto.
Gregor Mühlberger (Movistar), 6: Pochi i risultati personali, anche se sfiora la vittoria in un paio di occasioni (come alla Coppa Sabatini), ma soprattutto si spende a favore dei compagni di squadra in qualità di gregario, ruolo che ormai ha fatto suo.
LETTERA N
Tim Naberman (Team dsm-firmenich PostNL), 5: Alla seconda stagione da professionista, sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più. Il 25enne neerlandese rimane invece stabilmente nelle retrovie del gruppo senza riuscire mai a raccogliere granché.
Oliver Naesen (Decathlon AG2R La Mondiale), 6: Il 2023 aveva fatto presagire le ultime pedalate sul viale del tramonto, ma il belga ha saputo tornare protagonista, soprattutto sulle strade delle amate Classiche del Nord. Il quarto posto alla Omloop Het Nieuwsblad e il settimo al Fiandre sono spunti di qualità nell’ambito di una parte di calendario affrontata con il giusto piglio. Dopo un Tour de France portato a termine senza particolari sussulti, si concede qualche altro buon risultato nelle semiclassiche di fine stagione.
Jhonatan Narváez (Ineos Grenadiers), 7: Solo battere Tadej Pogačar su un traguardo che lo sloveno aveva puntato varrebbe un bel foto. Il successo nella prima tappa del Giro d’Italia, oltre a valere anche delle foto da conservare in Maglia Rosa, ha proiettato l’ecuadoriano in una nuova dimensione, ma risultati di qualità c’erano stati anche prima della vittoria di Torino. Per rimanere al 2024, era arrivato il secondo posto finale al Tour Down Under e l’ottima prova alla E3, chiusa al sesto posto. Un incidente lo ha tagliato fuori dal resto delle classiche, ma la condizione, rimasta ottima, gli ha consentito di fare ottime cose al Giro: la Maglia Rosa, appunto, ma anche tante altre azioni interessanti. Ci ha riprovato alla Vuelta, rimanendo però sotto il livello toccato in primavera; prima però era arrivato un quinto posto, molto positivo, alla Clasica San Sebastián.
Krists Neilands (Israel-Premier Tech), 5,5: Rimane corridore votato agli attacchi, ma il suo fatturato è più basso rispetto a quello delle stagioni recenti, anche solo in termini di presenza in testa alle varie corse. I picchi della sua stagione sono il 16esimo posto alla Strade Bianche e un settimo in una tappa al Tour de France.
Giacomo Nizzolo (Q36.5 Pro Cycling Team), 5,5: In una stagione iniziata in ritardo, a causa di un incidente patito negli ultimi giorni del 2023, e costellata da diversi problemi, qualcosa è comunque riuscito a portare a casa. La vittoria è arrivata sulle strade del Sibiu Tour, mentre qualche buon piazzamento è maturato fra Vuelta a Burgos, Vuelta a Castilla y Leon e Giro di Danimarca. Lui e la squadra speravano però in parecchio di più e vorranno sicuramente provare a fare meglio nel 2025.
Domen Novak (UAE Team Emirates), 6,5: Votato esclusivamente alla causa del compagno, e connazionale, Tadej Pogačar, fa tutto quello che gli viene chiesto di fare, e lo fa bene. Festeggia il successo di squadra al Giro d’Italia e si toglie anche lo sfizio di vincere il titolo nazionale sloveno in linea.
Thibau Nys (Lidl-Trek), 7,5: Pedalata dopo pedalata, gara dopo gara, il belga è pronto per spiccare il volto e per provare a sfidare i grandissimi nomi del ciclismo attuale. In 34 giorni di corsa, porta a casa 8 vittorie, lasciando il segno in tutte le brevi corse a tappe affrontate: primeggia infatti una volta al Romandia, due volte all’Ungheria (imponendosi anche nella generale), una volta allo Svizzera, una volta al Norvegia e ben tre tre volte al Polonia, confermandosi talento scintillante, soprattutto in finali mossi e difficili da interpretare. Anche il quinto posto alla Bretagne Classic è piazzamento tutt’altro che trascurabile.
LETTERA O
Ben O’Connor (Decathlon Ag2r La Mondiale), 8: Stagione migliore anche delle più rosee aspettative per l’australiano che parte subito vincendo la Vuelta a Murcia prima di conquistare un secondo posto (più vittoria di tappa sul tradizionale arrivo in salita di Jabel Jais) all’UAE Tour. Pur senza particolari exploit, al Giro d’Italia conferma la sua costanza concludendo la Corsa Rosa al quarto posto in classifica (dopo essere stato quinto alla Tirreno e secondo al Tour of the Alps). Ma se già con questi risultati la stagione poteva essere considerata positiva sono gli ultimi due mesi dell’anno a portare il 2024 di O’Connor ad un altro livello. Grazie ad una fuga bidone, che gli permette anche di vincere una tappa, sfiora la vittoria finale alla Vuelta a España, chiudendo poi secondo e ripreso solo a tre giorni dal termine da Primoz Roglic. Non ancora appagato, si prende anche due medaglie ai Mondiali di Zurigo: l’oro nella cronosquadre mista e uno spettacolare argento nella prova in linea.
Stefano Oldani (Cofidis), 6: Pochi momenti da ricordare nel 2024 del velocista milanese. Riesce a conquistare qualche piazzamento nei cinque ma non è mai nella lotta per le vittorie, fallendo malamente anche l’appuntamento con il Giro d’Italia, dove si ritira dopo metà percorso. Può fare di meglio.
Ivo Oliveira (UAE Team Emirates), 6: Stagione con qualche piazzamento per il portacolori della formazione emiratina che, anche in un anno d’oro per la sua formazione, non riesce a togliersi la soddisfazione della vittoria, mancando anche la selezione per tutti e tre i Grandi Giri.
Rui Oliveira (UAE Team Emirates), 7: A differenza del fratello riesce ad entrare nella squadra per il Giro d’Italia, fornendo il suo importante apporto alla prima parte dell’impresa di Tadej Pogacar. Se anche per lui manca la vittoria su strada, il 2024 rimarrà in ogni caso un anno da ricordare grazie all’eccezionale oro olimpico conquistato a Parigi nella madison insieme al connazionale Iúri Leitão.
LETTERA P
Mark Padun (Corratec-Vini Fantini), 5: Lo scorso inverno aveva fatto un passo indietro, scendendo di categoria, per provare a rilanciarsi, ma il 2024 del 28enne ucraino si limita a quattro corse, peraltro non portate a termine, e a un totale di soli sei giorni di gara. Probabilmente, per via di quanto accade nel suo paese da quasi tre anni, mancano le motivazioni per continuare a impegnarsi e, a questo punto, magari anche per proseguire la carriera.
Aurélien Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7: Il più grande dei fratelli Paret-Peintre ha confermato ancora una volta di essere un baroudeur di grande talento. In questo 2024 è stato capace di vincere una tappa al Tour of the Alps ma anche di piazzarsi al quinto posto di una classica monumento impegnativa come la Liegi-Bastogne-Liegi. Soddisfacenti anche i numerosi altri piazzamenti in Top-5 in corse di un giorno e brevi corse a tappe.
Valentin Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7,5: Per il 23enne questo è stata la definitiva consacrazione come scalatore vincente ed affidabile. Il corridore transalpino è riuscito a correre un Giro d’Italia da assoluto protagonista, con la bellissima vittoria di tappa a Bocca di Selva e il secondo posto dietro al cannibale Pogacar a Bassano del Grappa e poi è stato fondamentale in veste da gregario per la conquista del podio della Vuelta a España del suo capitano Ben O’Connor.
Nicolò Parisini (Q36.5 Pro Cycling Team), 6: Il 24enne lombardo ha avuto un’altra stagione tutto sommato positiva, ma non è però stato in grado di proseguire la parabola ascendente che in molti si aspettavano da lui dopo le tante cose buone viste nel 2023. Gli è mancata la vittoria, ma ci sono state diverse corse in cui ha chiuso tra i migliori e aumentando il suo bagaglio di esperienza in vista delle prossime promettenti stagioni.
Andrea Pasqualon (Bahrain Victorious), 6: Il 2024 di Pasqualon è stato nel segno del gregariato. Nonostante il tanto lavoro del 36enne per i compagni soprattutto nelle volate di gruppo, non c’è stata per lui occasione per mettersi in mostra come invece era riuscito a fare negli anni precedenti. La sua enorme esperienza è comunque preziosa sia per lui che per i suoi capitani.
Mads Pedersen (Lidl-Trek), 8,5: Il danese ha corso una stagione fantastica. Le vittorie e i podi, conquistati o sfiorati, sono stati davvero tanti e in corse di primissimo livello. Oltre alle 11 vittorie stagioni a titolo personale in classiche come Gent-Wevelgem e corse a tappe prestigiose come il Giro del Delfinato, sono arrivati anche i podi alla Parigi-Roubaix e il quarto posto alla Milano-Sanremo. Due prestazioni che gli hanno fatto venire ancora più fame di conquistare una meritatissima monumento.
Giulio Pellizzari (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 7,5: Anche se la vittoria non arriva, riesce a mettere in mostra tutto il suo talento, superando anche alcuni momenti difficili. Protagonista nella terza settimana del suo primo Giro d’Italia, il talento marchigiano mostra grandissime qualità in salita che si spera in poco tempo possano portarlo su grandi traguardi.
Paul Penhoet (Groupama-FDJ), 6: Eredita le redini del treno della squadra, ma le sue grandi ambizioni si scontrano con la sfortuna. L’esordio stagionale a maggio inficia le possibilità di far bene, anche se lui riesce comunque a cogliere da subito tanti piazzamenti che comunque danno fiducia e ne confermano le qualità.
Davide Persico (Bingoal WB), 6,5: La prima stagione da professionista del fratello d’arte di Silvia si apre con una vittoria sfiorata, che arriverà poi nel corso dell’anno. Il suo spunto veloce e la buona resistenza ne fanno un corridore che potrebbe togliersi qualche bella soddisfazione.
Simone Petilli (Intermarché-Wanty), 6: Segnata da un’infortunio nelle prime fasi dell’anno, la sua stagione finisce per essere interamente a servizio della squadra, faticando a trovare maggiore spazio e una dimensione diversa.
Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), 9: Altra stagione di altissimo livello per il belga, ormai ben più che il numero due della Alpecin-Deceuninck. Il successo alla Milano-Sanremo lo porta definitivamente in una dimensione superiore, che il confermato secondo posto alla Parigi-Roubaix non fa che ribadire. Peccato per la mancata conferma in verde al Tour de France, ma vince comunque tre tappe per un totale di nove successi stagionali, tra i quali anche un’altra classica WorldTour come la Bruges-De Panne.
Riley Pickrell (Israel-Premier Tech), 6,5: Al primo anno tra i grandi, il neoprofessionista canadese conferma subito le sue qualità conquistando una bella vittoria e qualche altro discreto piazzamento.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 8: Vero che nel suo 2024 ci sono un paio di passaggi a vuoto non da poco, ma d’altro canto conquista anche una classica prestigiosa come la Amstel Gold Race e nelle classiche è ancora una volta tra i migliori nell’arco di gran parte della primavera, mischiando i terreni come in pochi sanno fare, e anche in autunno sembra pronto a dire la sua. Nel mezzo, in estate si era preso peraltro anche il secondo oro olimpico in MTB, specialità in cui si prende anche il bronzo mondiale e qualche vittoria sparsa nell’anno.
Davide Piganzoli (Polti-Kometa), 7,5: Stagione di grande crescita per il promettente scalatore valtellinese, che alla sua seconda annata tra i professionisti ha fatto esperienze importanti ed è stato in grado di cogliere i primi risultati. Al di là delle vittorie (tappa e classifica finale) al Tour of Antalya, è certamente da sottolineare il 13° posto finale al suo primo Giro d’Italia, al termine di tre settimane senza grossi acuti, ma sicuramente di grande costanza. Nel finale di 2024 arriva anche la soddisfazione di salire sul podio di un Giro dell’Emilia ricco di campioni alle spalle di Pogacar e Pidcock.
Alessandro Pinarello (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6,5: In un’annata divisa ancora tra U23 e professionisti, il 21enne fa vedere buon cose in entrambe le categorie. Nella prima, il successo al Palio del Recioto, diversi altri piazzamenti in gare di un giorno e il nono posto finale al Giro Next Gen, nella seconda chiude solamente alle spalle di Piganzoli il Tour of Antalya e si mette in evidenza nelle classiche italiane di fine stagione. C’è ovviamente ancora da lavorare, ma le premesse sono incoraggianti.
Laurence Pithie (Groupama-FDJ), 7,5: Più di un velocista, il talento neozelandese si ritaglia subito uno spazio importante in squadra, sfruttando le ottime doti di resistenza. Capace anche di correre in modo generoso e offensivo, anche nel Nord trova il modo di farsi notare e cogliere risultati che ne fanno una delle rivelazioni dell’anno e promesse per il futuro.
Luke Plapp (Team Jayco AlUla), 5,5: Stagione con più bassi che alti per il 23enne australiano, che è stato anche poco fortunato in alcuni momenti chiave dell’anno. Il sesto posto finale alla Parigi-Nizza e un Giro d’Italia abbastanza buono, sebbene condizionato da qualche problema di salute, le note maggiormente positive, ma sembra ancora mancargli qualcosa per poter competere stabilmente ad alti livelli.
Tadej Pogačar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Difficile trovare parole che non siano già state dette per descrivere l’incredibile stagione (forse la migliore di sempre nel ciclismo) vissuta dal fenomeno sloveno, entrato ormai di diritto tra i migliori corridori di sempre. Vince praticamente quasi ogni volta che attacca il numero sulla schiena, e lo fa con grandi imprese da lontano, come gli 80 chilometri di attacco alla Strade Bianche, i 48 al Lombardia e i 101 al Mondiale di Zurigo. Oltre alla prima maglia iridata (e a due classiche Monumento), il 26enne riesce anche a conquistare il successo finale a Giro d’Italia e Tour de France, realizzando così la doppietta che mancava dal Pantani del 1998 e completando un tris riuscito nella storia solo a Merckx e Roche.
Nils Politt (UAE Team Emirates), 8: Tanti chilometri al vento per il passistone tedesco, che per gran parte dell’anno si mette a disposizione dei compagni di squadra, risultando importante, con il suo lavoro, per Pogacar al Tour de France. Il 30enne trova però anche il modo di mettersi in evidenza in prima persona nelle classiche del Nord, dove sono assolutamente da sottolineare il terzo posto ottenuto al Fiandre e il quarto alla Roubaix.
Max Poole (Team dsm-firmenich PostNL), 7: In un’annata spezzata da un infortunio, trova comunque modo nel finale di stagione di raccogliere le sue prime vittorie da professionista, nonché di correre da grande protagonista la Vuelta a España, finendo per inanellare una lunga serie di fughe e piazzamenti che promettono bene per il futuro.
Neilson Powless (EF Education-EasyPost), 6,5: Non la sua stagione migliore, ma esce bene dalle difficoltà di una primavera sfortunata per vivere un buon finale di stagione dopo aver fatto nuovamente girare la gamba in un Tour nel segno del vorrei ma non posso. Dopo i buoni piazzamenti a San Sebastian, Québec e Bernocchi, la splendida conquista del Gran Piemonte, dove corona una lunga azione solitaria, è l’apice di una stagione che poi chiude con il successo alla Japan Cup, dopo un’altra buona top-10 al Lombardia. Per come si erano messe le cose, non è poco.
Domenico Pozzovivo (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6,5: L’ultimo anno probabilmente non va come sperato, anche se non è mancato qualche buon momento e qualche piazzamento, oltre alla soddisfazione di eguagliare il record di Wladimiro Panizza di 18 partecipazioni al Giro d’Italia. Fortunatamente, invece, sono mancate le cadute e gli infortuni che hanno spesso caratterizzato la carriera del 42enne lucano, che ha potuto così concludere degnamente, al termine de Il Lombardia, la sua ventesima e ultima stagione tra i professionisti.
Vadim Pronskiy (Astana Qazaqstan), 5,5: Sembrava poter essere una delle nuove promesse del movimento kazako, ma l’atteso salto di qualità continua a non arrivare. Anzi, quest’anno è sembrato anche faticare più rispetto alle ultime annate, in cui comunque aveva mostrato segnali a cui aggrapparsi.
Salvatore Puccio (Ineos Grenadiers), 6: Come sempre, tanto lavoro in favore dei compagni di squadra per il 35enne, veterano della formazione britannica, anche se si vede un po’ meno in testa al gruppo dato che, ultimamente, la sua squadra è meno presente nelle prime posizioni.
LETTERA Q
Nairo Quintana (Movistar), 5,5: Il 34enne colombiano, lontano parente dello scalatore micidiale di quale anno fa, è comunque riuscito a completare la sua prima stagione da professionista dopo il caso tramadol. Per lui due grandi giri portati a termine, con una vittoria di tappa sfiorata nella 15esima frazione del Giro d’Italia, battuto dal solo Tadej Pogačar. Le aspettative, però, erano più alte, considerata soprattutto una Vuelta in cui avrebbe avuto anche margini di manovra e nell’ambito della quale invece non si è mai visto.
LETTERA R
Darren Rafferty (EF Education-EasyPost), 6: Promessa di cui parla molto bene, chiude la sua stagione da neoprofessionista con il titolo nazionale in linea e alcuni buoni piazzamenti, come il sesto posto al Trofeo Laigueglia e il secondo posto nella cronometro di apertura della O Gran Camiño. Non ha brillato per continuità, ma il tempo è sicuramente dalla sua parte.
Jhonatan Restrepo (Polti-Kometa), 5,5: A un brillante inizio di stagione, fra Tour Colombia e Tour du Rwanda, fanno seguito mesi con pochi spunti. Un problema al ginocchio lo condiziona per parecchie settimane e finisce per archiviare il suo 2024 in calando, fatta eccezione per un quinto posto ottenuto in una tappa della Vuelta Asturias.
Valentin Retailleau (Decathlon Ag2r La Mondiale), 6: Il 24enne francese quest’anno è riuscito a portarsi a casa la prima vittoria tra i professionisti, con un colpo da vero finisseur alla Boucles de la Mayenne nel mese di maggio, dopo l’ottimo settimo posto nella seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi. Poi per lui tanta gavetta ed esperienza e un finale di stagione in cui non ha praticamente mai corso.
Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), 6,5: Il possente corridore belga conferma quanto di buono fatto la scorsa stagione e continua il suo percorso di crescita con un 2024 da protagonista, soprattutto nelle Classiche del Nord, che sono ormai sua specialità prediletta. Molto importanti per il 25enne la vittoria alla Le Samyn e il sesto posto alla Omloop Het Nieuwsblad, risultati che lo confermano fra gli atleti più interessanti, anche in prospettiva futura, per le gare sui ciottoli.
Matthew Riccitello (Israel-Premier Tech), 6,5: Il giovane statunitense si è rivelato quest’anno uno scalatore sempre più solido e scattante. Il 22enne di Tucson ha fatto vedere ottime cose sulle salite del Giro di Svizzera, chiuso al quinto posto dopo una serie di piazzamenti di prestigio, ma anche all’UAE Tour e alla Vuelta a España, dove è stato in grado diverse volte di tenere le ruote dei migliori grimpeur al mondo.
Carlos Rodríguez (Ineos Grenadiers), 7: Per il giovane spagnolo è stato un’altra stagione positiva sì, ma non completamente soddisfacente. Le cose migliori sono arrivate nel contesto delle brevi corse a tappe: al Giro dei Paesi Baschi ha vinto una tappa ed ha chiuso al secondo posto nella generale, al Giro di Romandia è arrivato l’importante successo finale e al Giro del Delfinato è stato uno dei corridori più brillanti in gara, vincendo la durissima ultima tappa e terminando la competizione ai piedi del podio. Pareva tutto molto promettente, ma al successivo di Tour de France è rimasto in secondo piano, rispetto ai migliori. Le cose sono state anche meno lucenti alla Vuelta a España, dove, di fatto, l’iberico è sempre rimasto ai margini della lotte più rilevanti. In fin dei conti, però, rimane uno dei corridori più prolifici della sua squadra.
Cristian Rodríguez (Arkea-B&B Hotels), 6,5: Si conferma corridore molto importante per la squadra francese. Le sue qualità da scalatore regolarista gli permettono di portare a casa diversi piazzamenti importanti e al Tour de France indossa anche i panni dell’attaccante, con discreti risultati. Alla Vuelta, invece, si dedica alla classifica e chiude al 13esimo posto, replicando esattamente il piazzamento del 2023.
Primož Roglič (Red Bull-Bora-hansgrohe), 8,5: C’erano tanti dubbi sulla sua capacità di lasciare il segno fuori da casa-Visma. E invece, lo sloveno ha dato una nuova dimostrazione di classe, andando a vincere la quarta Vuelta a España della carriera. L’attacco da lontano di O’Connor lo ha messo in una situazione non facile, ma i nervi sono rimasti saldi e, di tappa in tappa, il campione 35enne è riuscito a confezionare il quinto successo in un Grande Giro della sua carriera. Nella prima annata in maglia Red Bull, inoltre, è arrivata anche la vittoria finale al Giro del Delfinato, tutt’altro che trascurabile. Rimane il rimpianto per la caduta che lo ha tolto di mezzo dal Tour de France, dove avrebbe potuto lottare, quantomeno, per un posto sul podio. Gli anni passano, i colori cambiano, ma lui rimane una garanzia.
Javier Romo (Movistar), 6,5: Il cambio di maglia gli ha fatto più che bene, tanto da risultare uno dei corridori più continui, seppure senza particolari picchi, della sua squadra. Accumula piazzamenti fin dalla Volta Valenciana, corre con buon piglio il Tour de France e rimane presenza affidabile anche a fine estate, quando raccoglie il quarto posto al Gp Larciano e il settimo al Giro della Toscana. Dopo diversi infortuni, sembra aver trovato la direzione giusta per provare ad eccellere.
Lorenzo Rota (Intermarché-Wanty), 6,5: Nelle corse di un giorno è ormai una garanzia, anche se nel 2024 gli è mancato il lampo che potessi dare una luce più forte a tutta l’annata. Finisce spesso nelle prime pagine degli ordini d’arrivo, salendo sul podio al Campionato italiano e rimanendo comunque costante fino alla fine della stagione. Un po’ di rammarico per il ritiro cui è stato costretto alla Vuelta, corsa in cui gli spazi per un attaccante con la sua determinazione non sarebbero mancati.
Luke Rowe (Ineos Grenadiers), 5: Una mesta stagione di addio, che di fatto lo ha visto in sella in pochissime occasioni e che non gli ha consentito di scostarsi dalla traiettoria di declino già imboccata. L’ambiente in squadra non deve essere, alla fine, stato dei migliori, dato che il gallese rimarrà sì nel ciclismo, con il ruolo di direttore sportivo, ma alla Decathlon-Ag2R.
Einer Rubio (Movistar), 6,5: Il meglio della sua stagione matura al Giro d’Italia, chiuso dal colombiano con un più che rispettabile settimo posto finale. Dover tenere d’occhio la classifica generale lo ha però tenuto lontano dalla caccia ai successi di tappa, che invece gli era ben riuscita in passato. Porta poi a termine la Vuelta a España senza alcun sussulto, rimanendo costantemente lontano dall’azione. Qualche discreto piazzamento, anche in corse di un giorno, frutta comunque qualche decina di punti preziosi per la squadra.
Archie Ryan (EF Education-EasyPost), 6,5: Il neopro’ irlandese lancia tanti segnali interessanti, soprattutto fra brevi corse a tappe e classiche dal percorso movimentato. Lotta per la vittoria finale alla Settimana Coppi e Bartali (finirà secondo), chiude quinto il Giro di Germania e accumula prestazioni di buon livello anche nell’autunno italiano, fra Giro dell’Emilia e Il Lombardia. Il percorso di crescita pare ben tracciato, da vedere se riuscirà a tenere fede alle promesse nelle prossime annate.
LETTERA S
Jambaljamts Sainbayar (Burgos BH), 5,5: La squadra Professional ha scommesso sul mongolo, sperando sia in punti UCI preziosi da raccogliere nelle pieghe del calendario e sia in un’eventuale esplosione ad alto livello, date le qualità di scalatori lasciate intravedere dal corridore in passato. La prima speranza è stata esaudita, la seconda no, dato che nelle corse più importanti il corridore ha fatto fatica a uscire dall’anonimato. Comunque, margini di crescita sembrano ancora esserci.
Sergio Samitier (Movistar), 5,5: Pochissimi sussulti per un corridore che negli anni non ha mai trovato particolari spunti e che si è spesso messo al servizio dei compagni. Dalla prossima stagione proverà a cercare gloria, cambiando maglia (andrà alla Cofidis).
Pelayo Sanchez (Movistar), 7: Lui invece resterà alla Movistar e ne sarà sicuro pilastro. Salito di categoria, ha subito dimostrato gambe e talento che ben si sposano con il WorldTour. Un successo nelle corse spagnole di inizio anno e poi, soprattutto, un Giro d’Italia da assoluto protagonista, con tanto di vittoria in una delle frazioni più esigenti, quella degli sterrati, tenendosi dietro corridori del calibro di Julian Alaphilippe e Luke Plapp. Dopo aver fatto buone cose al Giro di Svizzera è andato però in calando, chiudendo la stagione in tono minore.
Marc Sarreau (Groupama-FDJ), 5: Rimane lontanissimo dai livelli toccati negli anni passati, quando aveva dimostrato di essere corridore che sapeva vincere, soprattutto in determinate tipologie di corsa. Alla fine della stagione annuncia, a sorpresa, il ritiro dall’attività agonistica, a soli 31 anni.
Kristian Sbaragli (Corratec-Vini Fantini), 6: In un’annata non entusiasmante per la squadra, prova a portare un po’ di acqua al mulino dei risultati. Qualche piazzamento arriva e il quarto posto al Gp Larciano rimane quello più significativo. Chiude la stagione su note mediamente alte, con la speranza di ottenere qualcosa di più nel 2025.
Christian Scaroni (Astana Qazaqstan), 6,5: Anche nel suo caso, il raccolto di squadra è decisamente scarno. Lui è comunque uno dei più combattivi, lanciandosi spesso all’attacco e riuscendo anche a raccogliere qualche buon piazzamento, qua e là. Ci riesce anche al Giro d’Italia (un quarto e un quinto posto), dove è però costretto a tornare a casa con qualche tappa di anticipo rispetto alla conclusione. Finale di stagione, invece, abbastanza anonimo.
Maximilian Schachmann (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6: Dopo due stagioni molto complicate, torna a far vedere sprazzi di talento. Nella prima tappa del Giro d’Italia è lì con i migliori, a giocarsi successo e Maglia Rosa, chiudendo secondo. Il resto della Corsa Rosa trascorre però senza altri sussulti, ma nell’arco della primavera qualche altro buon momento lo vive. Il CicloMercato lo porterà altrove e, probabilmente anche per questo motivo, nell’ultima parte di annata rimane fondamentalmente in ombra.
Nicholas Schultz (Israel-Premier Tech), 6,5: L’australiano è passato alla storia della stagione 2024 per essere stato uno dei pochi corridori capaci di stare davanti a Tadej Pogačar su un traguardo “mirato” dallo sloveno. Ci è riuscito nella prima tappa della Volta a Catalunya, piazzando un grande attacco nell’ultimo chilometro e riuscendo a resistere al ritorno del campione sloveno. Un vero e proprio lampo che vale un’annata, considerando che altri particolari risultati non ne sono arrivati, fatta eccezione per sporadici piazzamenti in corse di medio-alto livello.
Florian Sénéchal (Arkéa-B&B Hotels), 5: Stagione difficilissima per il francese, che ha fatto sapere di non aver vissuto momenti particolarmente sereni dal punto di vista psicologico e che non è riuscito a dare il contributo sperato alla causa della squadra. Proverà a riscattarsi nella prossima stagione, a fronte di una solidità che si spera ritrovata.
Riley Sheehan (Israel-Premier Tech), 6,5: Proiettato al massimo livello dalla clamorosa vittoria della Parigi-Tours 2023, riesce a tenere fede alle attese, confermandosi corridore veloce e resistente. Vive il suo momento migliore a maggio, quando mette in fila il quarto posto alla Famenne Ardenne Classic, il terzo al Gp Francoforte (gara di livello WorldTour) e il quarto alla Tro-Bro Léon, una delle corse più esigenti di tutto il calendario stagionale.
Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers), 6,5: Rimane sul livello toccato nelle stagioni passate, dimostrando costanza ma senza compiere il salto di qualità che ci si poteva attendere. Fa cose molto buone a cronometro e trova una gran giornata al Giro delle Fiandre, chiuso al sesto posto. Ottiene piazzamenti più che discreti in diverse brevi corse a tappe e porta a termine, senza particolari acuti – eccetto, appunto, le cronometro – il Giro d’Italia, che è stata la prima corsa di tre settimane della sua carriera.
Quinn Simmons (Lidl-Trek), 6: I problemi, che si trascinava dal 2023, lo portano a rimanere fuori corsa da inizio marzo ad agosto. Una volta rientrato, riesce a mettersi in mostra facendo affidamento sulle sue caratteristiche di sempre: arriva qualche buon piazzamento, fra cui il nono posto al Mondiale in linea, e soprattutto maturano buone sensazioni in vista del futuro.
Pavel Sivakov (UAE Team Emirates), 7: Si cala alla perfezione nella nuova realtà, dividendosi con profitto fra il lavoro in funzione di Tadej Pogačar e le possibilità di inseguire gioie individuali. Porta a casa un successo, al Giro d’Abruzzo, fa parte della spedizione di squadra vittoriosa al Tour de France e fa il suo anche alla Vuelta a España, che chiude al nono posto della generale. Nel conto entra anche il bel sesto posto al Lombardia, a certificare una continuità che già si conosceva ma che è sempre importante confermare.
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), 7: La scelta, sua e della squadra, è quella di dedicarsi alle classifiche generali. L’obiettivo più importante della stagione era la Vuelta, dove il danese ha chiuso come miglior giovane e come quinto della generale, non troppo lontano dal podio. Podio che invece ha conquistato sia al Giro dei Paesi Baschi (terzo) che al Giro di Svizzera (idem), mentre alla Parigi-Nizza si è piazzato quarto, portando però a casa anche un pesante successo di tappa. Meno incisivo che in passato, però, nelle Classiche più adatte a lui. Se la strada tracciata è quella delle classifiche generali, dovrà migliorare ancora per arrivare a sgomitare con i grandi nomi del panorama attuale.
Toms Skujiņš (Lidl-Trek), 7,5: Voto molto alto per la continuità e perché è raro vedere un corridore arrivare a vivere la sua miglior stagione all’alba dei 33 anni. Il lettone va forte già a febbraio e poi finisce dietro solo all’imprendibile Tadej Pogačar in una corsa di altissimo livello come la Strade Bianche. Nelle Classiche del Nord, poi, non si tira indietro e chiude ottavo la E3 Saxo Classic e decimo il Fiandre. Il tempo di tirare il fiato e va al Tour de France a caccia di successi parziali, animando diversi tentativi di fuga e confermandosi combattente di razza. La continuità di cui sopra si manifesta poi nella prova in linea dei Giochi di Parigi (quinto), al Gp Montréal (sesto) e al Mondiale di Zurigo, dove sfodera una prestazione superba che lo vede fermarsi appena sotto un podio che sarebbe stato storico, per lui e per la sua nazione.
Matteo Sobrero (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6: Per qualche lunghissimo secondo accarezza il sogno del capolavoro alla Milano-Sanremo, ma viene ripreso a poche centinaia di metri dal traguardo. La sua prima parte di annata rimane mediamente positiva (quarto nella generale dell’AlUla Tour), mentre la seconda metà della stagione, Tour de France compreso, trascorre senza particolari sussulti.
Marc Soler (UAE Team Emirates), 7: Anche lui ormai è ben integrato nei meccanismi della squadra, alternandosi fra compiti di supporto e momenti di libertà, che lui decide di spendere quasi sempre andando all’attacco da lontano. Alla fine, nel bilancio personale ci sono il quarto posto finale al Giro dei Paesi Baschi e una Vuelta a España portata a termine da gran protagonista, con una vittoria di tappa e ben tre terzi posti di giornata. Gli sfugge la maglia dei “lunares”, che però finisce sulle spalle del compagno di squadra Jay Vine. Va peraltro considerato il Tour de France, dove la missione, compiuta, era quella di lavorare per Tadej Pogačar.
Iván Ramiro Sosa (Movistar), 5: Come nel 2023, il suo contributo manca decisamente al bilancio di squadra. Il settimo posto al Tour Colombia e il nono al Tour of the Alps non bastano per raddrizzare una stagione in cui è stato molto spesso nelle retrovie del gruppo e durante la quale non è stato selezionato neppure per un Grande Giro.
Robert Stannard (Bahrain Victorious), s.v.: Giusto uno scampolo di stagione, dopo essere rientrato da una sospensione disciplinare. Dimostra comunque voglia e determinazione, con l’intento di tornare ai livelli accarezzati nelle stagioni passate.
Johannes Staune-Mittet (Visma|Lease a Bike), 5,5: È giovanissimo, ma le aspettative che aleggiavano su di lui, dopo le grandi cose fatte vedere nelle corse di categoria, erano notevoli. La squadra gli dà tante possibilità, nell’ambito delle brevi corse a tappe, ma il norvegese non riesce a spiccare, tanto che nel suo bilancio c’è giusto qualche tentativo di fuga, non andato a buon fine. Il tempo per migliorare c’è, ma la Visma lo ha di fatto “scaricato”: lui proverà a riscattarsi nel 2025 con la maglia della Decathlon-Ag2R.
Jannik Steimle (Q36.5), 6: Gran pedalatore, non ha paura di prendere vento in faccia. Così, riesce a firmare una delle giornate più bella della stagione della sua squadra, coronando un attacco da lontano sulle strade del Gp Denain. Si fa vedere in avanscoperta in altre occasioni, senza però ottenere altri grandi risultati.
Georg Steinhauser (Ef Education-EasyPost), 7: Che avesse qualità si sapeva, ma in questa annata il tedesco è definitivamente sbocciato, mettendosi in mostra in tante occasioni, soprattutto come attaccante. Il meglio lo ha fatto vedere al Giro d’Italia, dove ha vinto la tappa con traguardo al Passo Brocon e dove è stato uno dei fuggitivi più costanti e pericolosi per il gruppo. Nella sua stagione anche buoni piazzamenti nelle gare di un giorno: la squadra punta forte di lui, tanto da garantirgli un contratto fino alla fine del 2026.
Michael Storer (Tudor), 7: Sceglie di andare a svolgere compiti di classifica in una squadra Professional e la scelta sembra felice, come dimostrano i tanti piazzamenti ottenuti nelle corse a tappe, fra cui il decimo nella graduatoria finale del Giro d’Italia. Chiude la stagione senza vittorie, ma si ritaglia ruoli da protagonista anche nelle classiche di fine estate (secondo al Giro della Toscana) e fa un discreto bottino di punti UCI anche al Lombardia (13esimo). Era quel che serviva a una squadra in via di consolidamento.
Corbin Strong (Israel-Premier Tech), 7: Si conferma corridore di primo piano per finali veloci sì, ma anche selettivi. La serie di piazzamenti è lunga, considerati anche quelli ottenuti alla Vuelta a España (due volte terzo), ma nel conto ci sono anche due vittorie, ovvero una tappa al Giro di Vallonia e il Giro del Veneto. Dimostra grande continuità e una notevole capacità di adattamento ai percorsi.
Jasper Stuyven (Lidl-Trek), 6: Prosegue la parabola discendente del belga che in questo 2024 raggiunge le tre stagioni consecutive senza successi. Non mancano alcuni piazzamenti importanti (secondo alla E3 Saxo Classic) ma la sensazione è che ormai gli anni migliori siano alle spalle.
Martin Svrček (Soudal-QuickStep), 6: Stagione di assestamento per il giovane slovacco che, pur senza ottenere particolari risultati, macina tantissimi chilometri e raccoglie esperienza che gli sarà sicuramente utile in futuro. Per il secondo anno consecutivo ottiene il podio nel mondiale in linea U23, dopo il terzo posto di Glasgow chiude secondo a Zurigo, chissà che Kigali non possa rappresentare la chiusura del cerchio.
Ben Swift (Ineos Grenadiers), 5,5: In una stagione in cui anche la sua squadra non riesce mai a raggiungere i livelli che ci si poteva aspettare anche il 37enne britannico si lascia trascinare in una spirale negativa, non riuscendo mai a trovare una giornata di gloria salvo un piccolo squillo al Tour of Britain.
Connor Swift (Ineos Grenadiers), 5: Le tante giornate passate in pancia al gruppo senza neanche farsi vedere e senza riuscire ad aiutare la squadra sono la rappresentazione perfetta del suo 2024, annata da dimenticare il più in fretta possibile.
Gleb Syritsa (Astana Qazaqstan), 5,5: La squadra lo chiama al lavoro in contesti di medio-alto livello e lui risponde con una vittoria al Tour de Langkawi e con qualche piazzamento sparso qua e là. In termini assoluti, chiude l’anno in crescita rispetto al 2023, ma l’impressione è che, quando il rango della concorrenza si alza, lui fatichi a trovare i suoi spazi. È comunque ancora giovane e il tempo per crescere non gli manca.
LETTERA T
Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty), 5,5 : Per l’esperto corridore estone questa è stata una stagione difficile in cui principalmente si è messo al servizio dei compagni di squadra. Il 37enne, che ha comunque vinto l’ennesimo titolo nazionale a cronometro, dimostra di essere arrivato nella fase discendente della sua lunghissima carriera.
Lionel Taminiaux (Lotto Dstny), 7: Il velocista belga sembra aver trovato la sua dimensione. Nel corso di questa stagione il 28enne è stato in grado di centrare la sua vittoria di livello WorldTour alla prima tappa del Tour of Guangxi e anche tanti altri promettenti piazzamenti sia in corse di un giorno che in brevi corse a tappe.
Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), 7: Il talentuoso cronoman britannico ha messo a segno un’altra stagione positiva. Se da un lato sono mancate le vittorie dello scorso anno, in questo 2024 sono però arrivate alcune bellissime prestazioni in classiche del nord prestigiose come Dwars Door Vlaanderen, chiusa al sesto posto, e Giro delle Fiandre, chiuso con un lodevole 17esimo posto. I successi del 20enne al campionato nazionale a crono e alla prima tappa della O Gran Caminõ, così come i piazzamenti al Mondiale e all’Olimpiade, confermano che in futuro sarà lui il cronoman da battere.
Manuele Tarozzi (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 7: Il 2024 del giovane corridore romagnolo è stato da incorniciare. Per lui in questa stagione corsa all’attacco sono arrivati due successi importanti, vedi tappe al Tour de Langkawi e Tour of Qinghai Lake e classifica scalatori alla Settimana Coppi e Bartali, ma anche tante prestazioni convincenti da vero esperto delle fughe da lontano, sia al Giro d’Italia che che in altre brevi corse a tappe.
Harold Tejada (Astana Qazaqstan), 6,5: Lo scalatore colombiano ha fatto vedere qualche leggero progresso rispetto alla passata stagione. Per lui non solo è arrivata la prima vittoria da professionista al Giro di Colombia, ma anche piazzamenti di prestigio in tappe di montagna di corse di primissimo livello come Parigi-Nizza, Giro del Delfinato, Tour de France e Vuelta a España. Ora in tanti si aspettano il definitivo salto di qualità dal 27enne sudamericano che potrebbe avere le carte in regola per diventare un ottimo uomo di classifica.
Fernando Tercero (Polti-Kometa), 6: Il 22enne spagnolo ha avuto una stagione fortemente condizionata da problemi di salute che lo hanno tenuto lontano dalle corse per diversi mesi. Il giovane scalatore ha comunque dimostrato di essere uno degli scalatori più interessanti per le corse a tappe del futuro. Il quarto posto nella generale al Tour de Langkawi è un segnale molto promettente in vista della prossima stagione.
Natnael Tesfatsion (Lidl-Trek), 6,5: Per il completo corridore eritreo questa è stata una stagione fatta sia di lavoro per compagni che di qualche soddisfazione personale. Il 25enne di Asmara con la vittoria al campionato nazionale in linea e i piazzamenti alla Cadel Evans Great Ocean Road Race, Giro di Vallonia e Gran Piemonte ha dimostrato di essere un atleta veloce ma anche resistente sulle brevi salite, da tenere d’occhio nelle sue prossime due stagioni in maglia Movistar.
Jason Tesson (TotalEnergies), 6: Il 26enne francese ha avuto un’altra stagione di continui alti e bassi. Di positivo di sono sia la vittoria a La Roue Tourangelle che al Tour of Taihu Lake, così come le Top-10 alla Brugge-De Panne e alla 4 Giorni di Dunkerque, di negativo la poca regolarità e costanza ma anche i tanti ritiri in corse che sembrano sulla carta essere adatte alle sue caratteristiche di velocista agile e scattante.
Lennert Teugels (Bingoal WB), 5.5: Stagione deludente per il 31enne belga che è riuscito a centrare una Top-10 solo in due occasioni a inizio anno, al Tour du Rwanda e al Gran Premio Castellon. Il resto del suo 2024 è stato poi costellato da una lunga lista di occasioni mancate e di corse abbandonate anzitempo.
Mike Teunissen (Intermarché-Wanty), 6: L’esperto velocista e corridore da classiche in questa stagione non è stato in grado di trovare il giusto colpo di pedale per trovare la nona vittoria in carriera, ma è comunque riuscito a essere spesso nel cuore dell’azione anche in gare importanti. Il 32enne neerlandese ha sfiorato il successo al Tour of Leuven e ha trovato piazzamenti importanti anche alla Parigi-Tours, alla Bemer Classic e al campionato nazionale in linea. Prezioso inoltre il suo lavoro per il team.
Dylan Teuns (Israel-Premier Tech), 6: Il 32enne belga nel corso di questa stagione ha fatto vedere qualche lampo degno della sua classe. Secondo alla Freccia del Brabante, ottavo al Giro delle Fiandre e poi ancora sesto in una tappa del Giro del Delfinato, sono risultati non del tutto soddisfacenti per un corridore dal palmares scintillante, vedi Freccia Vallone 2022 e due tappe al Tour de France, conosciuto per la sua esplosività in salita.
Edward Theuns (Lidl – Trek), 5,5: Stagione negativa per il 33enne belga che, nonostante il suo palmares e la sua esperienza non è riuscito ad andare oltre qualche timido piazzamento qua e là. Le uniche Top-10 degne di nota sono quelle nell’ultima tappa del Giro di Polonia e in occasione della seconda frazione del Giro del Belgio. Di positivo c’è però il lavoro al Giro d’Italia per le vittoria di tappa del suo compagno Jonathan Milan, in un ruolo che ormai sembra sempre più suo.
Gerben Thijssen (Intermarchè-Wanty), 6,5: Il 2024 del velocista belga è stato all’insegna della regolarità. Nell’arco di tutta la stagione numerosi sono stati i piazzamenti importanti anche in corse di primissimo livello come Parigi-Nizza Tour de France, Giro di Polonia, Renewi Tour. Le vittorie in volata alla Volta ao Algarve e al Trofeo Palma sono due sigilli che fanno ben sperare in vista della prossima stagione.
Benjamin Thomas (Cofidis), 7,5: I risultati più belli per il francese classe 1995 non sono arrivati dalla strada ma dalla pista. Il 29enne è sì stato in grado di vincere una bellissima tappa al Giro d’Italia sul traguardo di Lucca, ma la vittoria della medaglia d’Oro Olimpica nell’Omnium ai Giochi di Parigi ha indubbiamente un peso ancor più alto. Stagione indimenticabile per lui che ora può concentrarsi sulla prossima stagione su strada con il sorriso sulle labbra.
Geraint Thomas (Ineos Grenadiers), 7: Come spesso gli succede, quando si mette in testa un obiettivo vede solo quello. La sua stagione è costruita attorno al Giro d’Italia, concluso in seconda posizione nel 2023, e il gallese si conferma sul podio, correndo da grande regolarista fino a chiudere sul terzo gradino. L’esperimento Tour de France dietro non riesce, correndo in maniera abbastanza anonima, ma il suo lo aveva già raggiunto.
Reuben Thompson (Groupama-FDJ), 5,5: In mezzo a tanti giovani di talento fatica a trovare il suo spazio, anche se quando viene chiamato in causa riesce comunque a dire la sua. Gli manca tuttavia qualcosa rispetto alle aspettative comunque discrete che c’erano su di lui; vedremo se con il cambio di ambiente nel 2025 riuscirà a corrispondere le attese.
Antonio Tiberi (Bahrain Victorious), 7,5: Al suo primo Giro da capitano conquista Maglia Bianca e quinta posizione, che senza la sfortuna alla prima tappa di montagna avrebbe potuto chissà vederlo anche lottare per il podio. Nella seconda parte di stagione si prepara per la Vuelta e parte col piede giusto, ma un colpo di calore lo costringe al ritiro. A seguire vince il Giro del Lussemburgo, confermando una buona condizione e ribadendo di essere un uomo da corsa a tappe più che da classiche.
Rasmus Tiller (Uno-X Mobility), 5,5: Un paio di buoni piazzamenti son troppo poco per il solido corridore norvegese, che quest’anno ha vissuto una stagione difficile, lontano dal suo livello.
Marco Tizza (Bingoal WB), 6: Raccoglie un paio di Top5 nel calendario italiano, dove le sue doti di corridore resistente e veloce si rivelano ancora una volta preziose, ma non trova modo di lasciare più di tanto il segno. Nella formazione vallona ha comunque ormai trovato la sua dimensione e il matrimonio continua a funzionare.
Alessandro Tonelli (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6,5: Una bella vittoria ad inizio stagione e tanta grinta nel corso di un 2024 che lo vede, alla fine della giostra raccogliere i risultati migliori di una carriera votata al sacrificio e alla generosità.
Rory Townsend (Q36.5 Pro Cycling Team), 6,5: Con qualche buon piazzamento riesce a raccogliere punti importanti per la sua squadra, dimostrandosi un elemento utile per la classifica UCI. Manca l’exploit ma sicuramente potrà essere soddisfatto del suo 2024.
Torstein Træen (Bahrain Victorious), 6: La sua bellissima vittoria al Giro di Svizzera sul passo del Gottardo salva una stagione altrimenti lontanissima dalla sufficienza. Arrivato con grandi aspettative alla Bahrain Victorious viene trascinato nella stagione negativa della squadra e non riesce a mettere in mostra le sue qualità.
Jan Tratnik (Visma | Lease a Bike), 7: Al suo solito imprescindibile lavoro per la squadra quest’anno aggiunge anche la vittoria alla Omloop Het Nieuwsblad impreziosendo il suo palmares. Ora seguirà il suo amico e connazionale Primoz Roglic alla Red Bull dove potrebbe anche avere modo di lottare più spesso per la gloria personale.
Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling Team), 6,5: In una stagione forse sottotono rispetto agli ultimi anni riesce comunque a lasciare il segno vincendo il Giro di Vallonia. Mancano le sue giornate di gloria nei grandi giri (miglior risultato il sesto posto di Fano al Giro), ma nonostante i suoi 35 anni rimane una garanzia.
Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale), 6,5: Stagione di crescita per il giovane francese che, dopo aver collezionato buoni piazzamenti ad inizio anno (secondo alla Clasica Jaen, settimo alla Classic Var e quinto al Giro delle Alpi Marittime), trova la sua prima convocazione in un grande giro, macinando tanti chilometri che saranno indubbiamente utili per il futuro.
Kyrylo Tsarenko (Corratec-Vini Fantini), 6,5: Nel confronto con i professionisti è ancora acerbo, ma ha comunque trovato qualche buon risultato che fa del 24enne ucraino una delle poche note positive di una squadra che ha faticato a trovare spazio.
Ben Tulett (Visma | Lease a Bike), 5,5: Due infortuni ne condizionano le prestazioni, ma ci si aspettava di più
Anthony Turgis (TotalEnergies), 6: La vittoria al Tour salva la stagione di un corridore che solitamente dà il meglio di sé nelle classiche, ma che in questa stagione si è altrimenti visto abbastanza poco, tanto in primavera quanto nel resto di un 2024 non sempre fortunato.
Ben Turner (Ineos Grenadiers), 5,5: Stagione in cui non è mai sembrato riuscire ad entrare in condizione, trovandosi sempre a navigare lontano dalle posizioni che contano e deludendo soprattutto nelle classiche di primavera, quelle che di solito erano il suo punto forte.
LETTERA U
Henri Uhlig (Alpecin-Deceuninck), 6: Il giovane corridore tedesco anche in questo 2024 ha continuato il suo progressivo percorso di crescita. Il 23enne nella sua stagione di debutto nel WorldTour è stato in grado di mettere a segno numerosi piazzamenti importanti, soprattutto in volate di brevi corse a tappe come Giro di Turchia, Giro di Germania ma anche in classiche e semi-classiche del nord come GP Monseré e Volta NXT Classic. La prima vittoria da pro non è ancora arrivata ma sembra che sia solo questione di tempo.
Cian Uijtdebroeks (Visma|Lease a Bike), 5,5: Dopo il burrascoso addio alla Bora-hansgrohe al termine dell’ottima stagione 2023, quest’anno ci si aspettava da lui un grande salto di qualità che però non c’è stato. La sua stagione era partita col piede giusto con diversi piazzamenti alla O Gran Camiño e alla Tirreno-Adriatico, ma quando sono arrivati gli appuntamenti più importanti il giovane scalatore belga si è visto raramente con i migliori, anche per via di sfortunati problemi di salute, come nel caso del Giro d’Italia abbandonato anzitempo.
Diego Ulissi (UAE Team Emirates), 7,5: Anche in questa stagione l’esperto corridore toscano è riuscito a non mancare all’appuntamento con la vittoria. Il 35enne di Cecina è infatti da 15 stagioni che vince almeno una volta all’anno. In questo 2024 ci è riuscito ben tre volte: tappa e titolo al Giro d’Austria e tappa alla Settimana Coppi e Bartali. Ma oltre a questi sigilli il veterano del gruppo è stato in grado di mettere a segno prestazioni importanti nell’arco dell’intera stagione, sia lottando lui stesso per la gloria personale che mettendo la sua enorme esperienza al servizio dei compagni. Da evidenziare il suo ottimo Giro di Polonia chiuso al secondo posto nella generale a soli 13 secondi da Jonas Vingegaard.
Santiago Umba (Astana Qazaqstan), 5,5: Il 2024 del giovane corridore colombiano è stato sotto le aspettative. Da una promessa come lui ci si aspettava molto, forse troppo, ma quello che il 22enne sudamericano è riuscito a ottenere in questa stagione è stata esperienza, molti chilometri ma pochissimi piazzamenti degni di nota. Il sesto posto alla terza tappa del Tour of Qinghai Lake è stato il suo momento più alto, ma c’è da salvare anche la prima partecipazione a una grande giro portata a termine. Il prossimo anno ripartirà sempre all’Astana ma dalla formazione sviluppo per continuare a crescere con meno pressioni.
Rigoberto Urán (Ef Education-EasyPost), 5: Aveva deciso di concedersi un’ultima stagione, prima di chiudere definitivamente una carriera lunghissima e decisamente fruttuosa. Il colombiano, però, non è mai riuscito a essere protagonista, fatta eccezione per quanto messo in mostra in avvio di annata, sulle strade di casa del Tour Colombia. Ma non sarà certo un ultimo anno anonimo a togliergli il posto che merita nella storia del ciclismo del XXI secolo, specialmente in patria.
Diego Uriarte (Kern Pharma), 5: In una squadra che vive, di fatto, la miglior stagione della sua storia, lui rimane lontano dalle luci della ribalta. Qualche giornata in fuga e poco altro, per un corridore comunque ancora molto giovane e con possibilità ancora intatte di migliorare e, magari, di esplodere, come hanno fatto alcuni suoi compagni di colori.
LETTERA V
Mathias Vacek (Lidl-Trek), 6,5: Da tempo era una giovane promessa, ma ora pare finalmente sbocciato. Dopo una primavera trascorsa a centro gruppo, trova i suoi spazi da maggio in avanti, soprattutto nelle brevi corse a tappe (quarto nella generale del Giro di Norvegia e poi secondo in quella del Giro del Belgio). Alla prova della Vuelta a España, il primo Grande Giro della carriera, risponde più che bene, sfiorando la prima Maglia Rossa e poi trovandosi spesso nel vivo dell’azione nelle tappe a lui più congeniali. Chiude su una nota molta alta, salendo sul secondo gradino del podio alla Parigi-Tours. Gli è mancata solo la vittoria (eccezion fatta per il titolo nazionale a cronometro).
Milan Vader (Visma | Lease a Bike), 5,5: Dopo i gravi problemi fisici e un 2023 in cui sembrava essere tornato su alti livelli, il neerlandese chiude il 2024 senza alcun sussulto, tanto che il miglior risultato del suo anno è un quinto posto in una tappa della Coppi e Bartali. Saluta mestamente l’anno a causa di una caduta.
Michael Valgren (EF Education-EasyPost), 6,5: Il suo ritorno alla ribalta è una delle storie più positive del 2024. In seguito a un incidente di gara avvenuto a giugno del 2022 aveva faticato tremendamente anche solo a tornare in bici. Dopo un lunghissimo percorso e dopo aver ricevuto il rinnovo della fiducia della squadra, il danese è stato capace di farsi vedere in gare di alto profilo, sfiorando persino il successo nella tappa di Lucca del Giro d’Italia. Nella seconda metà di stagione si è visto molto meno, ma è probabile che stesse recuperando le energie, dopo gli sforzi dei mesi precedenti.
Attila Valter (Visma | Lease a Bike), 6: L’ungherese non ha fatto mancare il suo apporto, ma è sembrato un passo indietro, sul piano della qualità delle prestazioni, rispetto al recente passato. Porta a termine Giro e Vuelta senza grandi acuti e, di fatto, non raccoglie risultati particolari, salvo il brillante, e anche un po’ amaro, quarto posto nella prova in linea dei Giochi Olimpici di Parigi.
Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike), 7: Ormai, la difficoltà di dargli un “voto” è quasi una tradizione, dati i suoi percorsi stagionali mai lineari. Chiude con cinque vittorie, una tappa all’Algarve, la Kuurne-Bruxelles-Kuurne e tre frazioni alla Vuelta a España, ma proprio nel Grande Giro spagnolo è costretto a incassare un nuovo pugno della malasorte, sotto forma di caduta che lo costringe a chiudere anzitempo la stagione e a rinunciare anche alla Maglia Verde. E un’altra caduta, a marzo, lo ha tolto di mezzo dal novero dei grandi nomi in lizze per le Classiche del pavé, da lui sempre molto desiderate. Nel conto vanno inclusi anche i tanti piazzamenti ottenuti al Tour de France, dove però è parso non al massimo delle sue potenzialità, e il bronzo nella cronometro olimpica di Parigi. Quest’ultimo è un risultato che ne fa, una volta di più, un corridore speciale, dato che fu capace di andare a medaglia già in un’altra edizione, nella prova in linea di Tokyo 2021.
Tom Van Asbroeck (Israel-Premier Tech), 6,5: A 10 anni da quella che rimane la miglior stagione della carriera, il possente corridore belga trova spazi e modo per brillare su palcoscenici importanti. Vince una tappa al Tour de la Provence e poi si attesta su un buon livello nell’arco di tutta l’annata, portando a casa piazzamenti significativi, anche in chiave punti UCI.
Dylan Van Baarle (Visma | Lease a Bike), sv: È l’emblema della stagione problematica della squadra neerlandese. Comincia il suo percorso agonistico senza brillare nelle prime Classiche del Nord e alla Tirreno-Adriatico. La condizione rimane incerta con l’avanzare del calendario, tanto che chiude nell’anonimato il Fiandre e si ritira dalla Roubaix. Torna in scena due mesi dopo, al Delfinato, solo per uscirne subito, dato l’incidente di gara che gli costa la frattura di una clavicola. Si rimette in sesto per la Vuelta, ma un’altra caduta gli provoca la frattura dell’anca e la conclusione anticipata di un’annata davvero da dimenticare.
Loe Van Belle (Visma | Lease a Bike), 6: Neopro’ “costruito” in casa, dimostra di dover ancora trovare la sua dimensione nel gruppo dei “grandi”. Nel suo 2024 ci sono giusto un paio di piazzamenti nei primi 10, in gare di medio livello, e diverse esperienze importanti che saranno utili per il futuro.
Henri Vandenabeele (Lotto Dstny), 5: Al terzo anno da professionista rimane lontano dalle speranze che aveva fatto maturare con i suoi ottimi risultati nel panorama giovanile. Di fatto, nulla da segnalare, sul piano individuale, nella sua stagione.
Julius Van Den Berg ( Team dsm-firmenich PostNL), 5: Arrivava in una nuova squadra con l’intento di rendersi utile nel treno messo a disposizione di Fabio Jakobsen. Alla fine, però, Jakobsen rimane sotto tono e lui scompare nella pancia del gruppo durante le varie corse affrontate.
Marijn Van Den Berg (EF Education-EasyPost), 7: Si conferma finalizzatore molto importante per l’economia della sua squadra. Brilla in particolare nella prima parte dell’anno, quando vince una tappa su scala WorldTour, alla Volta Catalunya, accumulando poi altri buoni risultati, fra cui il successo generale al Région Pays de la Loire Tour. Si fa vedere anche nelle Classiche delle Ardenne e poi fa rotta sul Tour de France, dove però non va oltre un quinto posto di giornata. Chiude poi l’anno al Tour of Guangxi, raccogliendo altri piazzamenti utili alla causa.
Lars Van Den Berg (Groupama-FDJ), sv: Un incidente di gara molto grave lo costringe a uscire di scena già a febbraio. Da quel momento non affronterà più una gara; la squadra, però, gli ha appena rinnovato la fiducia e lo rivedremo in gruppo, pienamente ristabilito, nel 2025.
Fabio Van Den Bossche (Alpecin-Deceuninck), 6: Fa pare della batteria di corridori “pesanti” della squadra e per questo si ritrova spesso a lavorare, con profitto, per compagni più quotati. Sul piano personale, si concede giusto un paio di attacchi da lontano: uno di questi gli frutta un secondo posto di giornata, al Tour of Antalya, frangente in cui sperava probabilmente di centrare il primo successo da professionista. Più positivo in pista, dove conquista un bronzo olimpico nell’omnium e un argento mondiale nella madison.
Frank Van Den Broek (Team dsm-firmenich PostNL), 7: Una delle note più liete nell’ambito di una squadra che, in quanto a giovani, sembra aver proprio imboccato la strada giusta. Il momento da ricordare della sua annata è la prima tappa del Tour de France, quando l’azione di coppia, messa in atto con Romain Bardet, ha consegnato alla sua formazione una vittoria pesantissima. Nel suo 2024 ci sono però anche la vittoria finale al Giro di Turchia (con tanto di successo nella tappa più difficile dal punto di vista altimetrico) e altri buoni piazzamenti nelle varie brevi corse a tappe affrontate. Se manterrà questo slancio, sarà un corridore da tenere sicuramente d’occhio per il futuro.
Jarne Van De Paar (Lotto Dstny), 6: Velocista di “categoria”, corre poco ma riesce a lasciare il segno, imponendosi in una corsa molto ambita in Belgio come il GP Monseré. Il secondo posto alla Elfstedenronde Brugge, arrivato giusto qualche giorno dopo, rinvigorisce un ruolino di marcia che è andato spegnendosi con l’incedere della stagione.
Taco Van Der Hoorn (Intermarché-Wanty), 6,5: Si temeva anche che non potesse più tornare in gara, per i postumi dell’incidente di gara in cui fu coinvolto al Fiandre 2023. Un anno abbondante dopo, però, ce l’ha fatta e, dopo poche corse, è riuscito anche a tornare a vincere, imponendosi alla sua maniera, ovvero in fuga, alla Elfstedenrace. All’attacco anche nelle ultimissime uscite dell’anno, sembra aver davvero ritrovato il “suo” passo, cosa che fa ben sperare lui e la squadra in vista del 2025.
Jardi Christian Van Der Lee (EF Education-EasyPost), 5,5: Primo anno da professionista che passa con qualche tentativo di attacco da lontano e con pochissimi lampi. È giovane, ha tempo per trovare la sua dimensione.
Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Deceuninck), 9,5: Come da tradizione, seleziona gli obiettivi e non fallisce. Riesce a conquistare il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix, firmando una doppietta storica che assume connotati ancora più limpidi grazie alla maglia di campione iridato indossata al momento dei trionfi. Nella sua memorabile primavera ci sono anche il lavoro pro-Philipsen alla Sanremo, la vittoria alla E3 Saxo Classic e il secondo posto alla Gent-Wevelgem, oltre al terzo gradino del podio occupato alla Liegi-Bastogne-Liegi, in una gara che, sulla carta, non dovrebbe essergli del tutto adatta. Tira il fiato e si presenta al Tour de France, ma in quel momento la condizione non sarà scintillante: in Francia, ci prova ma non combina granché e ai successivi Giochi di Parigi non va oltre il 12esimo posto nella prova in linea. Torna a fare la differenza al Giro del Lussemburgo, dove però manca il successo finale, e chiude poi su una nota altissima, salendo sul podio del Mondiale di Zurigo. Mondiale che peraltro ha vinto nel ciclocross e anche nel gravel, confermandosi campione assoluto di polivalenza.
Mick Van Dijke (Visma | Lease a Bike), 6: Un paio di giornate in avanscoperta, soprattutto quella alla Roubaix, permettono di vedere al bicchiere se non mezzo pieno, comunque decisamente non vuoto. Corridore coriaceo e generoso, non ha molte occasioni nel corso dell’anno, cercando di farsi notare come può fino a conquistarsi, assieme a fratello, una nuova occasione in nuovi lidi.
Tim Van Dijke (Visma | Lease a Bike), 6,5: Soprattutto tanto lavoro per la squadra che non a caso lascerà a fine stagione per cercare maggiore spazio. Trova comunque anche l’opportunità per dire la sua in qualche occasione, confermando le sue qualità di passista e uomo veloce, quelle che lo hanno visto cominciare a fare esperienza al Nord e al Giro.
Lennert Van Eetvelt (Lotto Dstny), 7,5: Apre e chiude la stagione con due successi in due gare a tappe WorldTour, l’UAE Tour (anticipato dalla vittoria al Trofeo Serra de Tramuntana) e il Tour of Guangxi, e in un anno che l’ha visto correre complessivamente poco per via di un fastidioso infortunio si tratta sicuramente di risultati importanti, soprattutto per un giovane alla seconda annata tra i pro’. A questi bisogna aggiungere i piazzamenti a San Sebastian (3°) e al Lombardia (7°), oltre a un secondo posto con non pochi rimpianti per aver esultato troppo presto in una tappa della Vuelta a España. Nel 2025 ci aspettiamo possa essere ancor più protagonista, vista anche la partenza di Van Gils.
Dries Van Gestel (TotalEnergies), 5,5: Qualche buon piazzamento non manca anche quest’anno, ma mancano di continuità e di peso. L’infortunio a fine estate sicuramente gli toglie la possibilità di riscattarsi quando c’erano ancora alcuni appuntamenti che potevano vederlo protagonista come in passato, ma rispetto agli anni precedenti qualcosa era comunque già mancato nelle sue classiche.
Maxim Van Gils (Lotto Dstny), 7,5: La prima metà di stagione lo vede praticamente sempre piazzato tra i primi e vincitore nell’unica tappa della Vuelta a Andalucia, al GP Francoforte e al GP Gippingen, cui aggiungere il terzo posto alla Strade Bianche, il settimo alla Milano-Sanremo, il terzo alla Freccia Vallone e il quarto alla Liegi. Nella seconda parte, invece, si segnala solo la quarta piazza al GP de Montréal, ma nel complesso è stato sicuramente una delle rivelazioni dell’anno.
Brent Van Moer (Lotto Dstny), 5,5: Doveva essere uno degli uomini di punta della formazione belga che cerca di tornare nel WorldTour, ma alla fine raccoglie ben poco, cogliendo top10 solo in corse di secondo piano e vedendosi molto poco nei grandi appuntamenti, dove comunque è pronto a sacrificarsi per il team quando richiesto.
Danny Van Poppel (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Altra stagione fatta di tanti piazzamenti, ma anche tanto lavoro per il team. Corridore veloce e abbastanza resistente, il 31enne neerlandese è spesso pronto a sacrificare le sue ambizioni per gli altri, siano altri sprinter o uomini di classifica. Nel mezzo trova spesso occasione per provare qualcosa e più volte sfiora il colpaccio anche quest’anno.
Stan Van Tricht (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Il 25enne di Leuven è un altro di quei corridori che di occasioni ne hanno poche, dovendo spesso e velonteri lavorare per i compagni, ma le ha sapute cogliere. Il successo alla Coppa Bernocchi apre così il suo contatore fra i professionisti nel suo terzo anno, il primo con il team dei Roodhooft, che lo ha prelevato dalla Soudal per dargli più occasioni, oltre che metterlo al servizio dei suoi big.
Casper Van Uden (Team dsm-firmenich PostNL), 6,5: La squadra punta molto su di lui e il 23enne velocista si porta a casa quattro successi, confermando buone qualità, anche se nelle corse più importanti della sua stagione gli è mancato ancora qualcosa.
Ilan Van Wilder (Soudal Quick-Step), 7: Rispetto allo scorso anno il bottino è inferiore, ma ha alzato il livello delle pretese e i risultati non sono comunque mancati visto che in corse con alta concorrenza come Giro di Romandia e UAE Tour va vicino al podio finale. Il grosso della stagione lo vive comunque al fianco di Remco Evenepoel, che in alcuni dei suoi risultati migliori ha potuto contare sul suo prezioso supporto in salita.
Warre Vangheluwe (Soudal Quick-Step), 7: Al primo anno fra i professionisti, il corridore belga coglie due vittorie nelle quali si conferma corridore coriaceo, dotato di un interessante spunto veloce. Per il resto fa soprattutto esperienza e lavora molto per i compagni di reparto.
Harm Vanhoucke (Lotto Dstny), 5,5: Ritrova risultati buon livello, ma gli manca quel salto di qualità che a 27 anni ci si aspetta da un corridore che nelle classi giovanili e nei suoi primi anni fra i prof aveva centrato traguardi importanti, anche se la casella delle vittorie recita ancora zero.
Mauri Vansevenant (Soudal Quick-Step), 7: Gli manca il risultato di grande prestigio, ma il 2024 lo vede finalmente raccogliere risultati importanti anche su grandi traguardi, come Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi, chiuse rispettivamente in quarta e sesta posizione. Più volte nei dieci anche tra Giro e Vuelta, vincitore di tappa al Giro del Lussemburgo concluso al quarto posto, quest’anno concretizza maggiormente le occasioni che gli capitano.
Kévin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), 7: La vittoria nella seconda tappa del Tour de France basterebbe per rendere il suo 2024 più che positivo, ma il 23enne transalpino ottiene anche altri buoni risultati, in particolare nella prima parte di stagione, dove chiude nei primi dieci la Tirreno-Adriatico e il Giro dei Paesi Baschi ed è secondo alla Freccia Vallone.
Simone Velasco (Astana Qazaqstan), 6: Non trova la continuità sperata, ma ribadisce le sue grandi qualità con alcune prestazioni di ottima fattura, pur non riuscendo a cogliere alcun successo. Nel contesto di una squadra che lotta per la salvezza è comunque tra i migliori finalizzatori, pur non esitando a mettersi al servizio del team al momento opportuno.
Andrea Vendrame (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7: Dopo numerosi podi e piazzamenti nella prima parte dell’anno, conquista a maggio la sua seconda tappa al Giro d’Italia, nuovamente al termine di una bella fuga. Corridore veloce e resistente, conferma grande affidabilità partecipando alla grande stagione del team.
Luca Vergallito (Alpecin-Deceuninck), 6: Dopo le vittorie dello scorso anno con il team development, il longilineo scalatore milanese ha vissuto la sua prima stagione WorldTour vedendo chiaramente l’asticella alzarsi non poco. L’impatto è stato ovviamente importante, ma ha saputo comunque rispondere presente, facendosi le ossa nel corso di una stagione che gli ha permesso anche di correre il suo primo GT, una Vuelta a España nella quale non ha esitato a a lanciarsi più volte all’attacco. I risultati non sono stati eccezionali, ma è tutto fieno messo in cascina.
Kevin Vermaerke (Team dsm-firmenich PostNL), 6,5: Atteso da qualche stagione, il 24enne americano coglie finalmente quest’anno risultati di prestigio confermandosi un corridore capace di dire la sua nelle classiche di un giorno e nelle brevi corse a tappe. A spiccare sono il podio sfiorato alla Clasica San Sebastian e il podio confermato alla Arctic Race of Norway, ma fanno bella mostra anche le top5 a Czech Tour e Milano Torino, che sono solo alcune delle 16 Top10 complessive raccolte nel corso della stagione.
Florian Vermeersch (Lotto Dstny), sv: Il pesante infortunio subito nella prima corsa stagionale lo vede tornare praticamente a fine luglio, ad eccezione della comparsata ai campionati nazionali. Su strada non si vede praticamente mai, cercando soprattutto di ritrovarsi e ricostruire in vista del 2025, mentre in una giornata di gloria conquista l’argento nel Gravel.
Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck), 7: Il 32enne belga conferma le sue grandi qualità alla Parigi-Roubaix, dove coglie uno splendido sesto posto correndo in pieno supporto alla squadra per coronare una primavera di alto livello, ma anche nel resto della stagione trova alcune occasioni per dire la sua e non si tira indietro, conquistando la Dwars door het Hageland e qualche altro buon piazzamento. Si conferma anche fra i migliori della scena Gravel, di cui è campione nazionale e quinto ai mondiali.
Julien Vermote (Visma | Lease a Bike), 6: Tornato nel ciclismo che conta dopo un anno non fermo, ma comunque ben lontano dai riflettori, l’esperto corridore belga ha fatto il suo, sacrificandosi completamente alla causa dei capitani ogni volta che è stato chiamato in causa, specialmente durante una primavera sfortunata per il team.
Ethan Vernon (Israel-Premier Tech), 6: Salva la sua stagione in extremis con le belle vittorie al Tour of Guangxi, ma dopo aver già vinto in corse WolrdTour anche più prestigiose in passato, queste non possono essere certo un punto d’arrivo per lui, che cambiando squadra non è riuscito a proseguire sulla sua rampa di lancio.
Carlos Verona (Lidl-Trek), 6: Il suo primo anno nella formazione statunitense non lo vede brillare particolarmente, pur cogliendo alcuni piazzamenti che confermano le sue qualità quando ha carta libera per giocarsi le sue carte. Si conferma anche un buon gregario, pur senza farsi notare particolarmente nelle corse maggiori.
Alessandro Verre (Arkéa-B&B Hotels), 6,5: Continua la crescita costante del 23enne lucano che raccoglie piazzamenti con più regolarità quest’anno, riuscendo anche a portare a termine il Giro d’Italia, momento importante per la crescita di ogni ciclista, specialmente gli scalatori. C’è tanto lavoro da fare, ma è pronto a farlo.
Louis Vervaeke (Soudal-QuickStep), 6,5: L’ex promessa belga ha ormai superato i 30 anni e una dimensione ben precisa in una squadra sempre più costruita attorno ad un uomo solo, per il quale è pronto a sacrificarsi con dedizione. Nelle poche opportunità che gli vengono concesse ci prova anche.
Jay Vine (UAE Team Emirates), 7: La sfortuna non lo molla, ma il coriaceo corridore australiano trova comunque modo di farsi notare nell’arco di una stagione travagliata. Pur non mancando i passaggi a vuoto, si conferma cronoman e scalatore di alto livello, nonché tra i cacciatori di tappe più generosi. Senza intoppi potrebbe davvero ottenere risultati di assoluto prestigio.
Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), 8: Complice la caduta al Giro dei Paesi Baschi corre decisamente poco, ma alla fine dei conti è nuovamente fra i migliori al mondo, pur non potendo nulla stavolta contro lo strapotere del suo più grande rivale (riuscendo comunque a batterlo in una battaglia, pur perdendo ampiamente la “guerra”). Al di fuori della Grande Boucle, conclusa in seconda posizione, vince tutte altre corse a tappe a cui partecipa (unica altra corsa non vinta è la Clasica San Sebastian), per un bottino complessivo di nove vittorie stagionali, che in 44 giorni di gara son bottino decisamente non da poco.
Michael Vink (UAE Team Emirates), 5: Non è facile trovare spazio in una corazzata con così tanti campioni, ma il corridore neozelandese è tra i pochi a non emergere in una stagione nella quale fatica anche a ritagliarsi un posto. Tuttavia, come tutti, le sue occasioni comunque le ha, non riuscendo tuttavia a concretizzare, né per sé, né al servizio dei compagni.
Elia Viviani (Ineos Grenadiers), 7: Concentrato principalmente sulla pista in vista delle Olimpiadi di Parigi, il veronese si vede quindi molto poco su strada, dove sfiora il successo solo a inizio anno, in Australia. Nella capitale transalpina, però, arriva la sua terza medaglia olimpica, argento nella madison in coppia con Consonni, e anche ai Mondiali su pista riesce nuovamente a salire sul podio conquistando l’argento nell’eliminazione.
Aleksandr Vlasov (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7,5: Stagione decisamente solida quella del corridore russo, che parte subito con il piglio di chi vuole lasciare il segno, con tre podi nelle prime tre corse. Con grande determinazione riesce a brillare sia in prima persona che in supporto al suo nuovo capitano, concludendo nelle prime posizioni tutte le grandi corse a tappe a cui partecipa, perdendo per appena sette secondi il Giro di Romandia. Più difficile la seconda parte di stagione, frenata da un infortunio al Tour de France. Tornato alla Vuelta, non è al meglio, ma ci prova comunque e va nuovamente vicino alla vittoria. Era difficile chiedergli di più.
Yannis Voisard (Tudor Pro Cycling Team), 6,5: Il talentuoso corridore elvetico si conferma tra i migliori della sua squadra grazie ad alcuni piazzamenti di buon livello che ne mostrano un potenziale che resta ancora da esplorare completamente. Con più libertà di azione e meno ricerca al risultato, potrebbe forse ottenere qualcosa in più.
Alexis Vuillermoz (TotalEnergies), 5,5: L’ultima stagione della carriera dell’esplosivo 36enne francese si chiude senza acuti né grandi risultati, proseguendo una parabola complicata da alcuni gravi infortuni che hanno segnato i suoi ultimi anni.
LETTERA W
Søren Wærenskjold (Uno-X Mobility), 7:Il percorso di crescita rimane in atto, a fronte di buone prestazioni nelle Classiche del Nord e della specializzazione nelle brevi gare a tappe che sta dando i suoi frutti. Il norvegese vince la generale del Giro del Belgio e anche quella del Tour Poitou-Charentes, facendo leva sulle sue caratteristiche da ottimo specialista delle prove contro il tempo. Rimane invece sotto traccia al Tour de France, ma il suo bilancio individuale rimane positivo.
Matthew Walls (Groupama-FDJ), 5:Qualche anno fa era uno dei velocisti più promettenti del panorama internazionale. Ora, dopo tanti incidenti, fatica a trovare il suo spazio in gruppo, anche in gare non particolarmente qualificate. La squadra, comunque, gli concede ulteriore fiducia e chissà che il 2025 non possa portare a un’inversione di tendenza.
Max Walscheid (Team Jayco AlUla), 6: Un successo, alla Omloop van het Houtland, e qualche piazzamento nel finale di stagione, buoni per raddrizzare un’annata che lo aveva visto abbastanza anonimo fino a quel momento. Il tentativo di far bene nelle Classiche del Nord non era infatti andato a buon fine.
Fredrik Wandahl (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5,5: Atteso da tempo a una definitiva consacrazione ad alti livelli, rimane lontano dall’eccellenza, anche se riesce a portare a casa qualche piazzamento di discreto rilievo, in corse però non di primissimo piano. Il quinto posto nella generale del Giro di Vallonia rimarrà il suo miglior risultato stagionale.
Larry Warbasse (
Jordi Warlop (Soudal Quick-Step), 5,5: Promosso dalla squadra di sviluppo a quella WorldTour, finisce per raccogliere molto meno rispetto a quanto fatto nella stagione precedenza. Farà comunque ancora parte del WolfPack nel 2025 e avrà la possibilità di migliorare il suo rendimento.
Samuel Watson (Groupama-FDJ), 6,5: Dei giovani della squadra francese, è uno di quelli che rende di più, in termini di risultati. Raccoglie una vittoria di tappa al Giro di Vallonia e spunta in diverse occasioni, portando a casa piazzamenti di buona qualità. Ora è atteso a una definitiva esplosione.
Tim Wellens (UAE Team Emirates), 7,5: Uno dei corridori che meglio si è trovato nella condizione variabile di gregario-capitano, in una squadra zeppa di stella. In primavera fa cose di gran qualità, salendo anche sui podi di Kuurne-Bruxelles-Kuurne e Freccia del Brabante. Al Tour de France si cambia d’abito e si spende per la causa di Tadej Pogačar, con ottimi profitti. Poi, si rimette in proprio e porta a casa la generale dell’amato Renewi Tour, sigillando una stagione più che positiva.
Sam Welsford (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Parte benissimo, con tre vittorie nei primi quattro giorni di gara, al Tour Down Under. Poi si vede meno, complice anche una squadra costruita con altri obiettivi nella quale non trova molto spazio. Vincerà comunque un’altra corsa portandosi così a casa quasi il 50 per cento delle vittorie della carriera in un solo anno.
Stephen Williams (Israel-Premier Tech), 8: Il 28ene britannico compie un salto di qualità importante che riesce a manifestare sin dalla prima corsa dell’anno, vincendo una tappa e la classifica generale del Tour Down Under. Nel corso della stagione conferma più volte le sue qualità sugli strappi, vivendo l’apice sul Muro di Huy, prima di conquistare poi anche il Tour of Britain nel finale di una stagione di grande regolarità.
Michael Woods (Israel-Premier Tech), 6: Dopo una prima parte di stagione disastrosa, tanto da portarlo anche a meditare al ritiro, si rifà nella seconda metà, dove conquista nuovamente una tappa alla Vuelta a España, cogliendo inoltre qualche altro buon piazzamento che gli dà nuova fiducia e voglia di riscatto per il prossimo anno.
Fred Wright (Bahrain Victorious), 5: Non basta qualche buon piazzamento, prevalentemente in corse minori, per un corridore come lui, che in passato era sembrato sul punto di compiere il grande salto. Se la top10 sfiorata alla Parigi-Roubaix, che resta comunque un passo indietro rispetto a le due già centrate all Giro delle Fiandre, ne conferma un talento fuori dal comune e la capacità di destreggiarsi e crearsi opportunità quasi su ogni terreno, chissà che questo non si sta trasformando nel suo punto debole.
LETTERA Y
Adam Yates (UAE Team Emirates), 7,5: Un po’ meno brillante rispetto al 2023, il 32enne riesce comunque a togliersi diverse soddisfazioni personali e anche a essere utile al servizio della squadra. Sei le vittorie conquistate: una tappa e la classifica generale del Tour of Oman, due tappe e la classifica finale del Giro di Svizzera e uno splendido successo di giornata alla Vuelta a España dopo una cavalcata solitaria di 58 chilometri. Prezioso, poi, il lavoro svolto in favore di Pogacar al Tour de France, dove riesce comunque a entrare nella top-10 chiudendo al sesto posto.
Simon Yates (Team Jayco AlUla), 5: Lo scalatore britannico è stato una delle principali delusioni di questo 2024. Le uniche vittorie sono arrivate nella tappa finale e nella classifica generale dell’AlUla Tour di inizio anno, mentre nel resto della stagione ha faticato a trovare il giusto colpo di pedale, finendo sempre piuttosto lontano dai migliori. Il Tour de France, dove nel 2023 aveva sfiorato il podio, lo vede uscire subito di classifica e tentare poi di cogliere una vittoria andando in fuga da lontano, senza però riuscirci. Nel 2025 per il Folletto di Bury si apriranno le porte della Visma | Lease a Bike, dove potrebbe rilanciarsi con un ruolo simile a quello del fratello Adam in UAE.
LETTERA Z
Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), 7: È mancata solo la vittoria al 23enne trentino, che ha proseguito la sua crescita ed è stato autore di un’annata molto solida e costante che lo ha visto sfiorare il successo in un paio di occasioni e ottenere diversi piazzamenti interessanti, anche in corse WorldTour. Ora, l’obiettivo per il 2025 sarà confermarsi ad alti livelli e fare quell’ultimo step per riuscire finalmente ad alzare le braccia al cielo.
Filippo Zana (Team Jayco AlUla), 7: Rispetto al 2023 non sono arrivate vittorie per l’ex campione italiano, che ha vissuto un po’ un’annata di transizione, nella quale comunque non sono mancati i buoni risultati. Per la prima volta, infatti, il 25enne si è concentrato nel fare classifica in un Grande Giro, nello specifico il Giro d’Italia, dove è riuscito a restare nella top-10 fino all’ultimo tappone di montagna, chiudendo poi 11°. Questo non gli ha però consentito di andare a caccia di un successo di tappa e in generale è stato meno presente del solito anche nelle corse di un giorno, dove comunque ha ottenuto un nono posto alla Strade Bianche. Nel finale di stagione ha invece ripreso il suo ruolo alla Vuelta a España, dove arriva a sfiorare la vittoria su un traguardo prestigioso come quello di Lagos de Covadonga.
Enrico Zanoncello (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6,5: Nel 2023 erano arrivati numerosi piazzamenti e tre successi, in questo 2024, invece, una sola vittoria, in una tappa del Giro d’Abruzzo, e qualche risultato in meno per il 27enne veronese, che in ogni caso si è confermato uno dei corridori più preziosi per il team in termini di punti conquistati e ha anche preso parte e portato a termine il suo primo Giro d’Italia.
Maikel Zijlaard (Tudor Pro Cycling Team), 6,5: Lanciatore di Arvid de Kleijn, partecipando così ad alcuni dei successi più importanti successi del team, coglie a sua volta una vittoria di grande prestigio che consente anche al team di indossare per la prima volta la maglia di leader in una corsa WorldTour conquistando il prologo del Giro di Romandia.
Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty), 5,5: Il corridore spesso aggressivo della passata stagione ha lasciato il posto ad una versione più riflessiva e posata, che tuttavia ha raccolto (e si è visto anche molto meno. L’acuto sfiorato ad inizio stagione alla Cadel Road Race, ne conferma comunque le qualità, quelle di un corridore capace di resistere bene in salita per poi provare a far valere lo spunto veloce nelle volate ristrette.
Axel Zingle (Cofidis), 7: Continua l’ascesa dell’esplosivo corridore francese che in questa stagione coglie ben 16 podi e 27 piazzamenti in Top10, tra cui anche buoni risultati nel WorldTour, come alla Classica di Amburgo, chiusa in sesta posizione. Resiste e veloce, l’anno prossimo sarà alla Visma e potrebbe diventare una interessante arma in più della squadra neerlandese.
Samuele Zoccarato (VF Group-Bardiani CSF-Faizanè), 6: Corridore spesso all’attacco, il 26enne si è messo in evidenza, per il secondo anno consecutivo, con una lunga fuga alla Milano-Sanremo e ha anche sfiorato la sua prima vittoria tra i pro’ in una tappa del Giro di Grecia. Successo che invece ha conquistato nel fuoristrada, concedendo il bis ai campionati italiani di gravel.
Ben Zwiehoff (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Arrivato tardi al ciclismo su strada, il 30enne tedesco lo scorso anno sembrava aver cominciato a trovare la quadra per ottenere risultati di rilievo anche nella disciplina maggiore, specialmente nelle brevi corse a tappe, ma quest’anno si è visto davvero poco, non riuscendo neanche a contribuire particolarmente ai risultati dei compagni. La squadra comunque ha fiducia in lui e avrà ancora modo di provare a riscattarsi.
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