Pagellone 2024, M: Madouas, Magnier, Martinez, Mas, McNulty, Meeus, Merlier, Milan, Mohoric, Mozzato

Siamo ormai vicini all’inizio della stagione 2025, ma prima di proiettarci verso la nuova annata ci soffermiamo ancora un po’ su quello che è stato il 2024 del ciclismo. Come nostra tradizione, vi proponiamo quindi il Pagellone della stagione conclusasi giusto poche settimane fa: è l’opportunità per ricordare quello che è successo nell’arco dei mesi di gara, con i loro protagonisti più brillanti e con gli atleti che sono invece rimasti sotto le attese. I nomi dei corridori saranno presentanti in ordine alfabetico dalla A alla Z. Inoltre, questo articolo ci permetterà anche di iniziare a pensare a cosa aspettarci dal prossimo anno, tra corridori che saranno chiamati quantomeno a mantenere il livello raggiunto e altri che invece andranno a caccia di prestazioni che possano permettere loro di lasciarsi alle spalle le eventuali amarezze del 2024.

LETTERA M

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 6,5: Una stagione per lunghi periodi opaca viene salvata da alcuni risultati di primissimo livello che ricordano a tutti le qualità del corridore transalpino. I due piazzamenti ad Amstel Gold Race e Liegi-Bastogne-Liegi (rispettivamente sesto e settimo posto) sono risultati importanti, ma l’argento conquistato nella prova in linea di Parigi 2024 davanti al pubblico di casa e alle spalle del solo fenomeno Remco Evenepoel sarà un ricordo indelebile nella mente degli appassionati delle due ruote d’oltralpe.

Mirco Maestri (Polti-Kometa), 6: L’esperto corridore azzurro fatica parecchio nella prima metà della stagione, ma riesce a riprendersi in estate dove ottiene qualche piazzamento nonostante il ritiro ai Campionati Italiani e un conseguente stop forzato. Nel finale di stagione riesce a togliersi anche la soddisfazione di conquistare il titolo europeo nella CronoStaffetta Mista con la Nazionale Italiana, portando a casa forse il risultato più importante di tutta la sua carriera.

Filippo Magli (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Alla seconda stagione da professionista prova a mettersi in mostra tentando anche qualche fuga e ottenendo qualche buon piazzamento. Proprio nel finale dell’anno conquista un bel quarto posto al Gran Piemonte che gli permette di guardare al 2025 con maggiore fiducia.

Paul Magnier (Soudal-QuickStep), 7,5: Difficile immaginarsi un impatto migliore con il WorldTour per il giovane velocista francese. Trova la vittoria sin dalla prima gara col Wolfpack e da quel momento non smette più di alzare le braccia al cielo, sia a livello Under 23 (tra cui si ricordano due tappe e la classifica a punti del Giro Next Gen) che poi anche tra i professionisti, con le tre impressionanti vittorie al Tour of Britain che fanno da ciliegina sulla torta ad una stagione di primissimo livello. Proprio una caduta nella sesta tappa della corsa britannica mette fine anzitempo alla sua annata, ma dopo quanto fatto vedere in questo 2024 è lecito aspettarsi tantissimo dal 2025 del 20enne di Laredo.

Rafal Majka (UAE Team Emirates), 6: Come da tradizione si conferma uno dei gregari più affidabili del gruppo, guidando Tadej Pogacar alla conquista del suo primo Giro d’Italia. Mezzo punto in meno per la totale assenza di vittorie: non sono il suo compito, ma il Majka degli scorsi anni ci aveva abituato a giornate da leggenda che in questa stagione, invece, non sono arrivate.

Martin Marcellusi (VF Group-Bardiani CSF-Faizané), 6: Stagione con diversi piazzamenti, ma senza quella giornata d’oro che gli avrebbe permesso di vincere la sua prima corsa da professionista. Incentra la sua preparazione sul Giro d’Italia, ma non riesce mai a mettersi in mostra nelle tre settimane, evidenziando un po’ di inesperienza ad altissimi livelli.

Jakub Mareczko (Team corratec-Vini Fantini), 5,5: Dopo un 2023 sotto le aspettative l’esperto velocista azzurro torna in questo 2024 ad aggiornare la colonna dei successi in carriera, toccando quota 50. Nel complesso, però, la sua annata non può dirsi positiva visti i ben pochi lampi nonostante un calendario fatto per lo più di corse di secondo livello che, inoltre, non riesce quasi mai a portare a termine.

Guillaume Martin (Cofidis), 6: Dopo tanti anni in cui ha rappresentato una delle speranze francesi per le corse a tappe, l’esperto scalatore francese sembra ormai essersi riconvertito in un attaccante, non riuscendo però a dare quasi mai l’impressione di poter lottare per la vittoria. Raccoglie comunque diversi piazzamenti e due top-15 in classifica generale a Tour e Vuelta, ma non riesce a trovare la sua giornata di gloria. Il prossimo anno si apriranno per lui le porte della Groupama – FDJ, l’ennesima formazione francese della sua carriera. Che sia l’occasione per andare alla caccia di quella tappa al Tour tanto agognata?

Daniel Felipe Martinez (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Voto che rappresenta una media tra l’8 della prima metà di stagione e il 5 della seconda metà. Partito alla grande col titolo colombiano a cronometro e una Volta ao Algarve corsa tra gli assoluti protagonisti, lo scalatore colombiano si presenta al Giro d’Italia con il ruolo di capitano e si pone come avversario più credibile di Tadej Pogacar. Il secondo posto a Roma rappresenta il massimo che poteva chiedere alla sua Corsa Rosa considerando l’assoluto dominio dello sloveno, anche se rimane il rammarico di non essere riuscito a conquistare neanche una tappa (nonostante i quattro podi). Dopo il meritato riposo estivo non riesce più a ritrovare la migliore condizione raccogliendo danti DNF e pochi risultati, riuscendo però a coadiuvare Primoz Roglic nella conquista della Vuelta.

Enric Mas (Movistar), 6,5: Tanti piazzamenti, ma zero vittorie per lo scalatore spagnolo. Sempre impegnato in corse WorldTour, il nativo di Artà si conferma uno dei corridori più costanti quando la strada sale, ma non riesce mai a trovare quella spinta in più che gli possa permettere di alzare le braccia al cielo. Chiude in top-10 il Giro di Catalogna, il Giro di Romandia e il Giro di Svizzera prima di sparire quasi totalmente al Tour e di rinascere, come spesso gli capita, sulle strade di casa della Vuelta. Proprio nel GT spagnolo trova la migliore condizione stagionale, risultando spesso l’ultimo a cedere sotto gli attacchi di Primoz Roglic, ma senza mai riuscire ad anticipare lo sloveno sul traguardo.

Fausto Masnada (Soudal-QuickStep), 5,5: Poco da salvare nello sfortunato 2024 del 31enne di Bergamo, che, complici alcuni problemi fisici e anche una brutta caduta al Giro di Svizzera che ne compromette la fase centrale della stagione, non ha mai la possibilità di mettersi in mostra e non sempre riesce a supportare i compagni di squadra.

Marius Mayrhofer (Tudor Pro Cycling Team), 5,5: Il giovane corridore tedesco incappa in una stagione meno convincente rispetto a quella 2023, faticando anche a trovare piazzamenti specialmente nelle corse più importanti. Se l’anno scorso il Giro d’Italia aveva rappresentato un’ottima occasione per mettersi in mostra, in questo 2024 diventa più un calvario fino al ritiro poco prima di metà percorso. L’età, però, gli sorride e la prossima stagione gli offrirà sicuramente numerose occasioni per ritornare sulla giusta strada.

Daniel McLay (Arkea-B&B Hotels), 5: Partito bene con un buon piazzamento al Tour Down Under, il velocista britannico non riesce mai a trovare la gamba giusta, vivendo una stagione lontanissima dalle posizioni che contano e più ricca di delusioni che di soddisfazioni.

Brandon McNulty (UAE Team Emirates), 7,5: Annata da ricordare per lo statunitense, che conferma di essere uno dei migliori regolaristi in circolazione. Raccoglie dieci successi rendendosi partecipe anche di alcune settimane straordinarie come quella della Parigi-Nizza, persa solo all’ultima frazione dopo aver indossato la Maglia Gialla, e riesce anche a togliersi la soddisfazione di indossare la prima Maglia Rossa della Vuelta a España conquistando la crono inaugurale di Lisbona. Rimane forse un po’ di rammarico per non essere riuscito a centrare il podio in nessuno dei due grandi eventi stagionali a cronometro (quinto posto alle Olimpiadi e deludente decimo ai Mondiali), ma obiettivamente non era facile.

Jordi Meeus (Red Bull-Bora-hansgrohe), 7: Prosegue la parabola ascendente del veloce corridore belga, che porta a termine quella che è probabilmente la migliore stagione della sua carriera. Pur mancando un exploit equiparabile alla vittoria dei Campi Elisi dello scorso anno, infatti, nel 2024 il nativo di Lommel riesce ad essere ancora più costante, ottenendo due vittorie, numerosi podi (tra cui un terzo posto alla Gent-Wevelgem) e altrettanti piazzamenti in top-5. Il gap sempre meno marcato con i grandi velocisti mondiali lascia ben sperare per la prossima stagione, dove sicuramente sarà uno dei nomi da tenere d’occhio non solo nelle volate che contano, ma anche nelle classiche meno impegnative.

Tim Merlier (Soudal-QuickStep), 8: Stagione da incorniciare per il velocista belga, che si dimostra ancora una volta tra i top-3 mondiali. Tre tappe al Giro, Nokere Koerse e Scheldeprijs sono solo alcuni dei risultati del 32enne, che riesce a conquistare anche il titolo europeo davanti ai migliori sprinter del panorama internazionale. Con le sue prestazioni riesce a far titubare la squadra, che potrebbe decidere di garantirgli una nuova chance al prossimo Tour de France, dove manca dal 2021 e dove potrebbe diventare uno dei grandi favoriti per la Maglia Verde e per la prima Maglia Gialla.

Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), 6: Stagione non iniziata alla grande e che sembra destinata al dimenticatoio, ma che nel finale cambia completamente di volto grazie anche ad un inatteso 10° posto a Il Lombardia. Queste giornate di grazia sono spesso il suo marchio di fabbrica, chissà che la prossima stagione non lo si possa vedere nuovamente alzare le braccia al cielo.

Luke Mezgec (Team Jayco AlUla), 5,5: Poco da dire sul 2024 del velocista sloveno, che si vede molto poco in prima persona e, rispetto alle ultime annate, anche in supporto ai compagni di squadra.

Jonathan Milan (Lidl-Trek), 8,5: Ormai stabilmente tra i migliori velocisti del mondo, il possente friulano si porta a casa tante soddisfazioni e ben undici vittorie in questo 2024. Spiccano ovviamente le tre ottenute al Giro d’Italia, dove conquista nuovamente la Maglia Ciclamino, oltre alle due tappe alla Tirreno-Adriatico e le due al Renewi Tour, spesso davanti ad alcuni dei più forti sprinter in circolazione. Il classe 2000, però, non si mette in evidenza solo nelle volate, ma ottiene buoni risultati anche nelle classiche del Nord, affrontate con spirito offensivo. Ciliegina sulla torta è lo splendido oro (con record del mondo) ottenuto ai Mondiali nell’inseguimento individuale, che si aggiunge al bronzo conquistato con il quartetto alle Olimpiadi, mentre l’unico rimpianto rimane l’Europeo su strada, dove sono mancati gli ultimi 250 metri per poter lottare per un risultato importante.

Lorenzo Milesi (Movistar), 6: Qualche buon piazzamento a cronometro e la vittoria sfiorata al Memorial Pantani, dove mette in evidenza anche un bello spunto, nella stagione del 22enne, che ha avuto soprattutto modo di fare esperienza correndo e portando a termine il Giro d’Italia, che a conti fatti è stato il suo primo GT dato che, alla Vuelta dello scorso anno, abbandonò dopo poche tappe per via di una caduta.

Matej Mohoric (Bahrain Victorious), 5: Da un corridore come il 30enne sloveno, capace di grandi cose negli scorsi anni, ci si aspetta sempre molto, ma in questo 2024 le cose non hanno funzionato quasi mai. A parte due vittorie minori e qualche piazzamento nelle classiche di primavera, il vincitore della Milano-Sanremo 2022 non è quasi mai riuscito a essere protagonista, con il punto più basso raggiunto al Tour de France, che trascorre per lo più nelle retrovie.

Juan Sebastian Molano (UAE Team Emirates), 5,5: In una squadra priva di velocisti, spettava al colombiano, capace spesso di cavarsela bene anche senza un treno a sua disposizione, provare a gettarsi nella mischia in volata, ma i risultati sono stati lontani da quelli ottenuti nelle scorse stagioni. Un paio di piazzamenti al Giro e la vittoria a fine anno in una tappa della Cro Race non bastano per raggiungere la sufficienza.

Rudy Molard (Groupama-FDJ), 6: A lungo lontano dalle corse a causa di una brutta commozione cerebrale riportata dopo una caduta avvenuta al Tour Down Under di inizio anno, l’esperto transalpino riesce comunque a dare il suo apporto alla squadra guadagnando punti grazie a qualche buon risultato, il più importante dei quali è sicuramente il terzo posto ottenuto al GP de Québec.

Bauke Mollema (Lidl-Trek), 6: Anche se, a causa soprattutto dell’età che avanza, i risultati non sono più quelli di una volta, il neerlandese continua comunque a ottenere qualche buona prestazione. Lasciando per la prima volta da parte i Grandi Giri, il 38enne ha raccolto alcuni piazzamenti in corse di un giorno anche importanti (7° alla Amstel, 13° alla Liegi, 6° al GP de Québec e 12° sia ai Mondiali che a Il Lombardia), evidenziando ancora una volta doti di costanza e regolarità.

Sylvain Moniquet (Lotto Dstny), 5: Poche top-10 e zero podi per il belga, che riesce a ottenere risultati solo in alcune corse di secondo piano (oltre a qualche fuga, ma senza piazzamenti, alla Vuelta), nelle quali comunque fatica ad avvicinarsi alla vittoria. A quasi 27 anni proverà a svoltare cambiando squadra, unendosi alla Cofidis.

Michael Mørkøv (Astana Qazaqstan), 6: Nella sua ultima stagione, il danese aveva l’obiettivo di scortare Cavendish alla caccia del suo 35° successo al Tour e di provare a conquistare una medaglia alle Olimpiadi. Missione compiuta in entrambi i casi, con l’aggiunta, oltre al bronzo olimpico nella Madison, di un bronzo mondiale nella stessa gara, sempre in coppia con Niklas Larsen.

Jacopo Mosca (Lidl-Trek), 6: Tantissimo lavoro “oscuro” per il 31enne, che si vede principalmente nella prima metà delle gare. Per lui anche la soddisfazione di vestire la maglia della nazionale nella prova in linea dell’Europeo, che corre in maniera perfetta.

Matteo Moschetti (Q36.5 Pro Cycling Team), sv: Ancora una volta, la sfortuna e un brutto infortunio lo costringono a un lungo periodo senza gare. Un peccato visti i buoni piazzamenti ottenuti soprattutto tra maggio e giugno, che con un pizzico di regolarità in più potrebbero trasformarsi in belle vittorie.

Gianni Moscon (Soudal-QuickStep), 5,5: L’approdo nel Wolfpack faceva sperare in un suo rilancio, ma il trentino non è riuscito a uscire dalla spirale negativa presa da ormai alcune stagioni. Buono, però, il lavoro svolto in favore della squadra, in particolare al Tour in supporto a Evenepoel.

Luca Mozzato (Arkea-B&B Hotels), 6,5: L’azzurro è protagonista principalmente in primavera, dove ottiene un successo (l’unico della sua annata) alla Bredene Koksijde Classic davanti ad alcuni velocisti di livello e diversi bei piazzamenti. Di questi, il più prestigioso è sicuramente il secondo posto conquistato al Giro delle Fiandre, che da solo vale l’intera stagione. Nella seconda metà, invece, non riesce più a trovare il colpo di pedale giusto.

Gregor Mühlberger (Movistar), 6: Pochi i risultati personali, anche se sfiora la vittoria in un paio di occasioni (come alla Coppa Sabatini), ma soprattutto si spende a favore dei compagni di squadra in qualità di gregario, ruolo che ormai ha fatto suo.

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