Pagelle Parigi-Roubaix 2025: Van der Poel più forte di tutto, Pogačar vola e sbaglia, Pedersen da rimpianti – Giornata dura per Ganna, ma va peggio alla Movistar: tutti ritirati

Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 10 e lode: Ancora lui, ancora da solo, ancora Monumentale. Dà vita a uno splendido duello con Tadej Pogačar e gestisce bene tutte le situazioni complicate, compresa la curva in cui lo sloveno cade e che il neerlandese invece affronta con attenzione. Una volta da solo, si mangia la strada e le pietre che gli restano davanti, va oltre una borraccia (piena) lanciatagli in faccia da uno sconsiderato e anche un cambio bicicletta affrontato con grande tranquillità. Sono tre Roubaix di fila e il conto delle Monumento vinte arriva a 8: l’impressione è che, finché avra voglia, tre di queste potrà continuare a vincere ancora per un bel po’.
Tadej Pogačar (UAE Emirates XRG), 9,5: Non è una novità di oggi, ma con lui il ciclismo è entrato in una nuova dimensione. Lo stesso corridore che vola in salita ha dimostrato di poter volare anche sulle pietre del Nord, affrontandole con una scioltezza e con una potenza quasi incredibili. Una corsa così “infernale” ha presentato però il conto anche a lui, portandolo prima a sbagliare di netto una curva e poi a chiudere con il serbatoio delle energie vicino al rosso. Alla fine, il secondo posto, all’esordio è un risultato comunque notevolissimo: allo sloveno, però, piace vincere e sarà facile vederlo nuovamente al via di questa Monumento, nei prossimi anni.
Mads Pedersen (Lidl-Trek), 9: Di nuovo sul podio del Velodromo, terzo come l’anno scorso, e di nuovo grandissimo protagonista. È lui a far scoppiare i primi petardi, a più di 100 chilometri dall’arrivo ed è lui a trovarsi dove deve, cioè in testa alla corsa nel momento più critico. Un errore in curva gli costa però una foratura quantomai dolorosa, considerata la fase di corsa: perde le ruote dei migliori, viene riassorbito dagli immediati inseguitori, ma ne ha ancora per fare la differenza e per andare a prendersi il podio. Nelle Monumento, il danese ne ha collezionati già cinque di podi, oltre a due quarti posti: gli manca la vittoria, ma l’impressione è che arriverà, non tanto in là negli anni.
Wout van Aert (Visma|Lease a Bike), 8: Quarto come al Fiandre e staccato dagli altri maxi-talenti, come già avvenuto in altre occasioni. Il cambio di ritmo gli fa ancora difetto (rispetto ai rivali stellari che si ritrova, sia chiaro) e non riesce a rimanere appeso al gruppetto di testa nel momento in cui si forma. Determinazione, voglia e carattere, comunque, non gli mancano di certo: il suo motore gli permette di rimanere nella lotta per il podio, da cui però rimane giù anche questa volta.
Jonas Rutsch (Intermarché-Wanty), 8: Che gradisse la corsa e le pietre si era già visto durante le passate edizioni. Il tedesco, stavolta, si supera, entrando nella fuga iniziale e rimanendo nel cuore dell’azione, almeno per quel che riguarda la lotta per i piazzamenti, fino all’ultimo metro: alla fine è sesto, piazzamento che è, con pochissimi dubbi, quello più luminoso della sua carriera finora.
Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), 8: Vedi sopra: il campione nazionale norvegese in carica va subito all’attacco, ci resta finché si può e poi porta a casa un risultato brillantissimo, chiudendo ottavo e regalando anche punti UCI pesantissimi alla sua squadra, in lotta per il balzo nel WorldTour a partire dalla prossima stagione
Florian Vermeersch (UAE Emirates XRG), 8: Altro corridore particolarmente a suo agio su strade “infernali”. L’illustre compagno di squadra fa quasi tutto da solo e non gli chiede particolari sacrifici: così, il belga può fare la sua corsa, muovendosi con circospezione nel gruppo inseguitore e provando anche a fare la differenza in prima persona in chiave podio. Chiude quinto e torna, dopo il podio risalente al 2021, a respirare aria prestigiosa nel Velodromo.
Stefan Bissegger (Decathlon Ag2R La Mondiale), 7,5: Prestazione super, come da tempo non gli riuscivano. Lo svizzero risponde presente ai vari attacchi che si scatenano nella fase centrale della gara e si trova a condividere la testa della corsa con Van der Poel, Pogačar, Philipsen e Pedersen, ovvero il meglio del meglio. Tenere il passo di quelle furie è compito improbo, ma riesce a gestire bene le energie, andando a prendersi un settimo posto che vale.
Fred Wright (Bahrain Victorious), 7: Decimo alla Sanremo e nono al Fiandre, l’inglese è di fatto l’unica nota lieta della sua squadra in questa stagione delle Classiche. Sembra aver ritrovato quella solidità che pareva invece aver smarrito nelle ultime stagioni.
Laurenz Rex (Intermarché-Wanty), 7: Ancora fra i primi 10 di questa Monumento che sembra gradire particolarmente. Il belga si conferma passistone solido e resistente, fino all’ultimo metro di una gara così logorante.
Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), 6,5: Giornata sull’altalena, per il belga, che prima si stacca, poi rientra e poi riesce a tenere il passo del compagno di squadra Van der Poel e degli altri grandi, quando infuria la battaglia. Alla lunga, però, non riesce più tenere il passo di VDP e di Pogačar, che è di fatto quello che lo elimina dalla lotta per la vittoria. Una volta raggiunto dagli immediati inseguitori, cerca di salvare la gamba, ma rimane tagliato fuori dalla lotta per il podio: chiude undicesimo.
Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 6: Una foratura costringe lui e alcuni preziosi compagni di squadra a uno sforzo non previsto, quando manca ancora tantissimo alla fine. Rientra, ma quando gli altri favoriti danno fuoco alle polveri lui non riesce a rispondere. Comunque, non deraglia e conduce in porto una gara a conti fatti onorevole, risultando il miglior italiano all’arrivo (13esimo).
Matthew Brennan (Visma|Lease a Bike), 6: Per lunghi tratti della corsa ruba l’occhio per il modo di interpretare la corsa e di muoversi nelle fasi calde. Nel finale, però, paga la fatica e probabilmente l’età (non ha nemmeno 20 anni), finendo lontano dalle posizioni. “Un giorno voglio provare a vincere questa gara”, ha detto dopo l’arrivo. Chissà…
Joshua Tarling (Ineos Grenadiers), 6: Un altro giovane che pare ben attrezzato per questa Monumento. Si fa notare nel cuore dell’azione in più di un’occasione, ma rimane poi tagliato fuori dai movimenti che determineranno poi l’ordine d’arrivo.
Yevgeniy Fedorov (XDS Astana), 6: Il kazako non sta mantenendo le attese derivanti dal suo successo al Mondiale U23 di Wollongong, ma stavolta ha fatto intravedere cose particolarmente buone, nella scia dei grandissimi quando infuriava la battaglia. Una foratura lo mette però fuori gioco, lasciando a Mike Teunissen (voto 6) il compito di raccogliere preziosi punti UCI. Il neerlandese chiude 16esimo, allungando la buona serie di piazzamenti della sua primavera.
Biniam Girmay (Intermarché-Wanty), 6: Non tutti sono Pogačar e quindi un quindicesimo posto, all’esordio “infernale” è un risultato comunque più che positivo. L’eritreo è parte integrante di una prestazione di squadra eccezionale, dato che la formazione belga mette ben 4 corridori fra i primi 20 (Taco van der Hoorn chiude infatti proprio al 20esimo posto).
Stefan Küng (Groupama-FDJ), 5,5: Sicuramente gli astri, fra rallentamenti e forature, non sono stati dalla sua parte, ma questa volta è parso un gradino più in basso rispetto ai suoi livelli abituali in questa corsa. Finisce lontanissimo dalle posizioni che contano, anche per via di una caduta molto dolorosa nell’ultimo tratto di gara.
Tim Merlier (Soudal Quick-Step), 5,5: Ci prova e va sottolineata la determinazione messa nel portare a termine la gara, ma una corsa del genere sembra oggettivamente troppo dura per le sue caratteristiche.
Red Bull-Bora-hansgrohe, 5: Nelle Classiche del Nord, le ambizioni della squadra tedesca non hanno trovato riscontro nella realtà. Oier Lazkano (voto 5,5) si muove da lontano, ma non riesce a tenere un passo da buon piazzamento, cosa che invece riesce ad altri compagni di fuga. Laurence Pithie (voto 5,5) finisce di nuovo a terra e tocca così ai gemelli Mick (voto 6) e Tim van Dijke (voto 6) tenere il timone: alla fine, però, il miglior risultato di squadra è un 18esimo posto.
Movistar, 4: D’accordo le cadute, che fanno parte della trama di questa corsa e d’accordo la sfortuna, ma non portare neppure un corridore all’arrivo di una Classica Monumento non è certo una buona dimostrazione della competitività di una squadra.
Davide Ballerini (XDS Astana), sv: Le aspettative c’erano, la gamba pareva buona, ma un incidente non dipendente da un suo errore lo mette fuori gioco prima che la corsa entri definitivamente nel vivo.
Jonathan Milan (Lidl-Trek), sv: Fora in un momento particolarmente critico e non riesce più a riemergere dai bassifondi della corsa.
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