I Migliori Momenti del 2024

Conclusa la stagione, anche quest’anno i nostri bilanci cominciano con i 10 Migliori Momenti del 2024. Come da tradizione ormai, inizia da qui la nostra rassegna della stagione appena conclusa e partiamo con le corse che ci hanno colpito maggiormente. Una classifica che viene da un confronto interno alla nostra redazione, valutando un anno di grande emozioni e imprese. Nel corso di questa settimana andremo così a proporvi, giorno dopo giorno, le corse che ci hanno maggiormente emozionato e appassionato nel corso dell’anno. Un appuntamento quotidiano che ci condurrà progressivamente fino alla prima posizione nella serata di domenica. Il giorno successivo, una volta presentata la nostra top 10, vi chiederemo – tramite sondaggio dedicato – di dirci la vostra opinione riguardo le dieci corse che vi abbiamo proposto, così da scoprire se le nostre impressioni saranno corrisposte anche dalle vostre.

1: Prova in Linea Mondiali di Zurigo 2024

Sull’impegnativo circuito elvetico va in scena una delle imprese più grandi degli ultimi anni e l’ennesimo capolavoro della fantastica stagione di Tadej Pogačar. Il 26enne, grande favorito della vigilia, va infatti all’attacco quando mancano addirittura 100 chilometri alla conclusione, riuscendo a rientrare rapidamente (anche grazie al prezioso aiuto del connazionale Jan Tratnik) sul gruppetto di attaccanti avvantaggiatosi una trentina di chilometri prima, per poi staccarli tutti quanti, a eccezione di Pavel Sivakov, ai -78 dal traguardo. Il fenomeno sloveno si libera quindi anche della compagnia del francese a 51 chilometri dall’arrivo, iniziando una cavalcata solitaria che, nonostante i tentativi di inseguimento guidati soprattutto da Remco Evenepoel e Mathieu Van Der Poel e un vantaggio mai superiore al minuto, lo vede andare a conquistare per distacco il suo primo titolo iridato, diventando così il terzo corridore della storia in grado di completare la tripletta Giro-Tour-Mondiale nello stesso anno.

2: Prova in Linea Giochi Parigi 2024

In una prova che alla vigilia appariva incerta e imprevedibile dato il percorso movimentato, ma non durissimo, e i pochi corridori per nazione al via, Remco Evenepoel scrive la storia conquistando il suo secondo oro olimpico dopo quello ottenuto, solo pochi giorni prima, nella cronometro. Una vittoria che il talento belga confeziona, come da sua abitudine, grazie a un’attacco da lontano che sorprende tutti quanti a 38 chilometri dalla conclusione e lo vede rientrare in breve sui battistrada, tra i quali il solo Valentin Madouas riesce a seguire il suo ritmo sullo strappo di Montmartre. Mentre alle sue spalle i connazionali fanno buona guardia contro i tentativi di inseguimento di Mathieu Van Der Poel, davanti il 24enne è scatenato e il transalpino non può nulla quando questi accelera ai -15 all’arrivo, scavando rapidamente un solco importante che non è intaccato neppure da una foratura che avviene a una manciata di chilometri dal traguardo e che gli consente di tagliare il traguardo in trionfo, con la Torre Eiffel sullo sfondo.

3: Tappa 11 Tour de France

La tappa dell’illusione. 211 chilometri da Evaux-Les-Bains a Le Lioran che hanno visto spettacolo ed equilibrio, come mai prima e mai dopo nella stagione di Tadej Pogacar, in una delle sue rare sconfitte stagionali. Una splendida battaglia quella che lo ha visto alla fine secondo, superato dal miglior Jonas Vingegaard stagionale, capace di sorprendere tutti in uno sprint in cui sembrava partire sconfitto. Una dimostrazione di forza del danese, unico in grado di resistere allo sloveno in una tappa che ha visto poi Remco Evenepoel concludere a 25 secondi, stesso tempo poi per Primoz Roglic caduto nel finale. Tutti gli altri a quasi due minuti, dispersi dalle accelerazioni dello sloveno, partito a oltre trenta chilometri dalla conclusione. Concessi inizialmente più di trenta secondi, Vingegaard poi è rientrato nel duro Col de Petrus, imponendosi in uno sprint che sembrava poter riaprire le danze…

4: Tappa 15 Giro d’Italia

Alla partenza di Manerba del Garda si respira già l’aria di un Giro d’Italia chiuso da tempo. Nelle due settimane precedenti Tadej Pogacar aveva già vinto tre volte e aveva accumulato un vantaggio di 3’41” sul secondo classificato, ma nonostante questo nulla poteva far presagire uno spettacolo di questo livello. Dopo una avvio di corsa a tutto gas per riuscire ad entrare nella fuga giusta, arrivati ai piedi del Foscagno i fuggitivi erano convinti di potersi andare a giocare la tappa, ma non avevano fatto i conti col fuoriclasse sloveno. L’attacco ai -15 chilometri dalla conclusione sembra una follia, un’inutile dimostrazione di forza dato che il battistrada solitario, Nairo Quintana, era distante oltre 3 minuti e virtualmente irraggiungibile. Non però per Pogacar che, così come alla Strade Bianche di marzo o nei mesi successivi tra Mondiale e Lombardia, si lancia in solitaria quasi volando più che pedalando. Col passare dei chilometri, senza apparente fatica, il 26enne ricuce il gap dalla testa della corsa e amplia quello con gli avversari di classifica, fino al definitivo ricongiungimento con il colombiano ai -2 chilometri dalla conclusione. Dopo aver staccato l’ex vincitore del Giro, il finale si trasforma in una semplice passerella per il nativo di Klanec, che ipoteca la Corsa Rosa ma che non lascerà neanche le briciole agli avversari nei giorni successivi conquistando in tutto 6 tappe.

5: Milano – Sanremo

https://www.youtube.com/watch?v=fToNSPIid68&pp=ygUgaGlnaGxpZ2h0cyBtaWxhbm8gIHNhbnJlbW8gIDIwMjQ%3D

Alla partenza da Milano sono tanti i nomi che si leggono tra i favoriti. L’edizione 2023, conquistata da Mathieu Van Der Poel aveva visto un attacco di quattro fuoriclasse sul Poggio, e anche questo 2024 non ha deluso le aspettative. Come da tradizione i primi 260 chilometri sono più che altro un avvicinamento alla fase cruciale della gara, con le ipotesi di attacco sulla Cipressa che vengono smorzate da un gruppo sempre spinto al massimo (e che farà segnare il record di velocità nella storia della Classica di Primavera con 46,112 km/h di media). Sul Poggio però lo spettacolo non si fa attendere con Tadej Pogacar che lancia il suo attesissimo attacco ai -7 senza però riuscire a fare davvero la differenza. Dopo lo scollinamento e nella discesa verso l’Aurelia, infatti, sono in 10 i corridori a ricucire il gap ottenuto dallo sloveno e da Van Der Poel, con quest’ultimo che da campione in carica si trasforma in perfetto gregario per Jasper Philipsen nelle ultime centinaia di metri. Il belga riesce così a preparare al meglio la sua volata e a conquistare la sua prima monumento, aprendo la primavera da sogno della Alpecin – Deceuninck. Alle sue spalle completano il podio Michael Matthews e proprio Tadej Pogacar, che a Sanremo ottiene una delle pochissime delusioni di un 2024 altrimenti stellare.

6: Giro delle Fiandre

Sulle pietre fiamminghe bagnate dalla pioggia l’unico in grado di volare è Mathieu Van Der Poel. Considerato da tutti il grande favorito sin dalla vigilia il nativo di Kapellen non si lascia sopraffare dalla pressione e guida una gara magistrale, decisa da un suo allungo in solitaria a 45 chilometri dalla conclusione sulle durissime pendenze del Koppenberg, reso ancora più complicato dalla pioggia che ha reso il pavé scivoloso costringendo molti corridori a mettere il piede a terra. Da quel momento ogni tentativo di inseguimento si è trasformato in una semplice lotta per il secondo posto mentre il nativo di Kapellen si è involato in solitaria tra due ali di folla verso la conquista del suo terzo Giro delle Fiandre, un dolce antipasto prima della doppietta a Roubaix della settimana successiva. Completano il podio un fantastico Luca Mozzato, il più veloce nella volata dei battuti e Nils Politt che guida un terzetto UAE Emirates composto anche da Mikkel Bjerg e Antonio Morgado.

7: Strade Bianche

Le polverose strade sterrate delle crete senesi sono state il teatro della prima cavalcata solitaria del 2024 di Tadej Pogacar. Lo sloveno della UAE Team Emirates non si è fatto attendere e, alla sua prima uscita di stagione, scrive una pietra miliare del ciclismo e dà il via a quella che in molti definiscono la miglior stagione di sempre. Il 26enne di Klanec sferra il suo micidiale attacco agli inermi rivali sul settore di Monte Sante Marie, quando mancano addirittura più di 80 chilometri all’arrivo. Da quel momento in poi, sterrato dopo sterrato, salita dopo salita, Pogacar tutto solo al comando continua ad aumentare il suo vantaggio in modo inesorabile sugli inseguitori, fino ad arrivare a tagliare il traguardo di piazza del Campo a Siena alzando la bici al cielo e con un vantaggio sul secondo classificato, il lettone Toms Skujins (Lidl-Trek), di ben 2 minuti e 44 secondi di vantaggio, portando a termine quella che è la fuga solitaria vincente più lunga di sempre in una corsa di un giorno da quando è nato il WorldTour.

8: Parigi – Roubaix

https://www.youtube.com/watch?v=gYphgJhGvxU

La Alpecin-Deceuninck ha dimostrato sulle dure e spietate pietre della Parigi-Roubaix di essere la squadra meglio attrezzata per le classiche del nord di quest’anno. Dopo aver testato le gambe degli avversari lungo il mitico settore in pavé nella foresta di Arenberg, Mathieu Van der Poel è partito all’attacco con una frustata incredibile a 60 km dal traguardo, nel settore di Orchies, quando a tirare il gruppo dei migliori c’era il suo compagno di squadra Gianni Vermeersch. Nessuno è stato in grado di seguire il ritmo infernale del neerlandese in maglia iridata, che sembrava volare sulle pietre anche dei settori più impegnativi e ricchi di insidie come il lunghissimo Mons-en-Pévèle e il leggendario Carrefour de l’Arbre. Il 29enne di Kapellen, che una settimana prima aveva vinto in grande stile il Giro delle Fiandre, è andato a vincere sul cemento del velodromo di Roubaix con 3 minuti di vantaggio sul terzetto di inseguitori, regolato in volata dal velocissimo e sorprendente Jasper Philipsen, che dopo la vittoria della Milano-Sanremo si regala un altro podio monumentale. L’apoteosi del team belga viene quindi completata con l’ottimo sesto posto del generosissimo Gianni Vermeersch.

9: Jonathan Milan oro mondiale nell’Inseguimento

Lasciamo la strada e passiamo alla pista. Messo alle corde in quel i Ballerup, Jonathan Milan si prende il suo primo successo iridato nell’Inseguimento Individuale andando ad indossare la corona del suo amico e mentore Filippo Ganna. L’assenza del piemontese non rende l’impresa facile perché il gigante friulano, autore di una stagione straordinaria anche su strada, si trova ad affrontare in finale il fresco recordman del mondo Josh Charlton. Per farlo serve dunque una gran tempo e il classe 2000 italiano non si tira indietro: parte subito a tutta e non rallenta praticamente più, dominando i quattro chilometri in 3’59″153, nuovo record del mondo!

10: Il Lombardia

Si parte sostanzialmente dalla fine, dalla ciliegina sulla torta della straordinaria stagione di Tadej Pogacar. L’assolo dello sloveno è l’ennesima meravigliosa sinfonia di uno spartito eseguito alla perfezione, con gli avversari che sanno quel che sta per succedere, ma nulla possono contro la sua potenza. Un dominio assoluto che dopo lo scatto a 48 chilometri dalla conclusione lo vede creare il vuoto alle sue spalle, tanto da realizzare al traguardo il distacco più ampio nella Classica delle Foglie Morte da 50 anni, in assoluto nelle Monumento da 25 anni.

Da Ekoï è già Black Friday! Tutto il sito al 60%!
Ascolta SpazioTalk!
Ci trovi anche sulle migliori piattaforme di streaming

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio