Joshua Tarling (Ineos Grenadiers): A 21 anni si conferma uno dei migliori specialisti a livello mondiale, portando a termine una prestazione intelligente, lucida e tremendamente efficace. Gestisce lo sforzo nel migliore dei modi, fra salita e settori pianeggianti, e fa molto felice la sua squadra, che mette subito in cascina un successo pesante, a fronte di qualche passo falso maturato nel reparto degli uomini di classifica, fra prima e seconda tappa.
Primož Roglič (Red Bull-Bora-hansgrohe): Prestazione di grande spessore per lo sloveno, che va vicinissimo al successo di tappa e che sale comunque sul podio per andare a indossare la Maglia Rosa, sfilandola a Pedersen per un solo secondo. Guadagna su tutti gli altri pretendenti al successo finale, Ayuso compreso, e fa subito capire di essersi presentato all’appuntamento con la forma delle migliori occasioni.
Mads Pedersen (Lidl-Trek): Che a cronometro non andasse piano si sapeva, così come si sapeva che fosse dotato di qualità da campione. La sua prova di Tirana è stata un’ulteriore dimostrazione di tutto questo, con il danese che ha spinto al massimo, chiudendo meglio di molti specialisti e andando vicinissimo a difendere la Maglia Rosa. Il morale, però, è altissimo e ha già fatto sapere di volersela riprendere, quella Maglia…
Wout Van Aert (Visma | Lease a Bike): Aveva detto di non star bene e di essersi allenato poco alla vigilia del Giro e probabilmente la condizione gli ha presentato il conto in una prova fisiologicamente complicata come una cronometro individuale. Il secondo posto della prima tappa aveva lasciato però intendere che il belga avesse gambe migliori di quelle che poi si sono viste nella gara contro il tempo di Tirana. A questo punto, l’impressione è che il Giro di WVA possa essere decisamente altalenante, almeno finché la forma non avrà raggiunto un livello ideale.
Juan Ayuso (UAE Emirates XRG): Complessivamente, la prova non è di quelle disprezzabili, anzi. Però, nell’ottica del duello – dichiarato – con Primož Roglič, la ripresa di Tirana non ha detto benissimo al catalano, che non è riuscito quantomeno a eguagliare le prove dei compagni di squadra Jay Vine e Brandon McNulty e che ha perso 16″ nel confronto diretto con lo sloveno. Niente di irrimediabile, ma serviranno segnali diversi da parte sua nelle prossime tappe.
Antonio Tiberi (Bahrain Victorious): Probabilmente la condizione non è ancora delle sue migliori, dopo i problemi avuti al recente Tour of the Alps. Date però le sue qualità a cronometro, il risultato, in termini assoluti, non è eccezionale, considerato il tempo perso nei confronti di altri corridori che puntano alla generale. Tre settimane sono comunque lunghissime e ci saranno tante opportunità per poter rimediare.