Bilancio Squadre 2024: Ineos Grenadiers
La Ineos Grenadiers è arrivata probabilmente al punto più basso della sua storia. Quella che è stata il Team Sky e che, anche con la nuova denominazione, era una delle formazioni di assoluto riferimento sulla scena mondiale, ha trascorso una stagione nel gruppo di “centro classifica”. I risultati complessivi, fatta eccezione per qualche lampo di corridori di enorme classe individuale, non sono stati quelli attesi e i vari capitani della squadra britannica hanno dovuto accontentarsi di quello che gli altri “grandi” lasciavano sul piatto, in occasione delle corse più importanti. Ora c’è in corso una vera e propria rivoluzione, soprattutto tecnica, che non ha ancora prodotto le sue definitive conseguenze: da vedere se l’insieme di queste avrà un effetto benefico o se aumenterà il divario fra i “granatieri” e le squadre più importanti del lotto.
TOP
L’ecuadoriano Jhonatan Narváez è entrato in una nuova dimensione. Che fosse un buon corridore già si sapeva, ma quello che ha fatto nell’arco della stagione, su tutti i terreni, è stato davvero notevole. La vittoria, e la conseguente Maglia Rosa, nella prima tappa Giro d’Italia, mettendosi dietro l’onnivoro Tadej Pogačar è stato un colpo da campione, ma tutta la Corsa Rosa sfoderata dall’ecuadoriano è stata di ottimo livello, tando da portarla a termine con altri tre piazzamenti nei primi cinque di giornata. Nell’arco del 2024 sono arrivati anche il secondo posto finale al Tour Down Under, il quinto alla Clasica San Sebastián, il sesto alla E3 Classic (prima di una caduta che lo ha tolto dalla scena delle Classiche del nord rimanenti) e diversi altri piazzamenti di spessore, anche nel corso della Vuelta. La Ineos, però, se lo è fatto scappare, dato che dal 2025 difenderà i colori della UAE.
Carlos Rodríguez è ormai corridore imprescindibile per le dinamiche e gli obiettivi di squadra. Lo spagnolo è stato grande protagonista della scena delle brevi corse a tappe, non riuscendo poi a reggere il ritmo dei migliori nei due Grandi Giri affrontati. Il bilancio di fine anno parla del successo finale al Giro di Romandia, del secondo posto al Giro dei Paesi Baschi e del quarto al Giro del Delfinato. Raccolto più che rispettabile, considerati anche i due successi di tappa piazzati nell’arco delle tre gare. Al Tour e, soprattutto, alla Vuelta, ha dovuto accontentarsi di un ruolo da comprimario di classifica, ben diverso da quello che aveva recitato nelle edizioni precedenti: alla fine è stato settimo a Nizza e decimo a Parigi, che non è senz’altro male, ma che è probabilmente lontano da quelli che erano gli obiettivi iniziali.
Ancora una volta, a 38 anni, Geraint Thomas il suo lo ha fatto. Il gallese ha affrontato il Giro d’Italia con l’intento di andare a podio e la missione è stata compiuta: Pogačar era irraggiungibile, ma tutto il resto della concorrenza ha dovuto fare i conti con la sua resistenza e con la sua esperienza. Sperava probabilmente nel secondo posto, a spese dell’ex compagno Daniel Martínez, ma il colombiano ha tenuto testa al britannico, comunque autore di una prestazione complessivamente ragguardevole. Schierato anche al Tour de France, lo porta a termine senza particolari sussulti, in un quadro di squadra in quel momento un po’ confuso.
Confusione che ha condizionato anche la stagione di Tom Pidcock, abbastanza paradossale. In termini assoluti, il 2024 è stato uno dei migliori anni della carriera dell’ancor giovane inglese, che ha portato a casa una grande Classica, la Amstel Gold Race, ed è stato secondo al Giro dell’Emilia, quarto alla Strade Bianche, ottavo alla Omloop Het Nieuwsblad e decimo alla Liegi, oltre che sesto nella classifica finale del Giro di Svizzera. La confusione è originata, però, intorno alle ambizioni di classifica con cui il britannico si è avvicinato al Tour de France, che lo ha visto chiudere al secondo posto la tappa degli sterrati prima del ritiro. Da lì ha avuto origine una serie di contrasti con la squadra, che lo ha portato prima a essere escluso da Il Lombardia e a essere oggetto del desiderio di altre formazioni sul CicloMercato, fino ad arrivare alla rottura ormai ufficiale con il team. In termini di contributi di vittorie e di presenza nelle gare più importanti il corridore inglese – che ha peraltro anche vinto l’oro nella MTB a Parigi 2024 al termine di una gara altamente spettacolare – aveva comunque mostrato di essere a dir poco indispensabile per la Ineos quest’anno visto che è stato fra i tre più prolifici.
Non può non essere un “top” Filippo Ganna, che però le cose più importanti le ha fatte vedere con la maglia della Nazionale italiana. Il piemontese è stato secondo sia nella cronometro olimpica di Parigi 2024 che in quella mondiale di Zurigo 2024, superato solo da un fenomenale Remco Evenepoel. Dalla pista, sempre a Parigi, è arrivato anche un bronzo tutt’altro che trascurabile, insieme ai compagni del quartetto. In maglia Ineos, invece, l’italiano ha vinto una cronometro al Giro d’Italia (nell’altra è stato battuto solo da Pogačar) e una tappa al Giro d’Austria, oltre al titolo di campione nazionale nella prova contro il tempo. Per il futuro, si sa già che si concentrerà di più sulla strada e meno sulla pista: la sua squadra ne ha un gran bisogno.
Anche se la seconda parte dell’anno non è stata esattamente come sperava, tanto da essersi fermato con un Tour de France non proprio riuscitissimo, Egan Bernal ha vissuto i primi mesi dell’anno ad alto livello chiudendo nei primi dieci tutte le corse a tappe a cui ha preso parte dal Tour Colombia al Giro di Svizzera, passando per Parigi-Nizza e Volta a Catalunya, conclusa con un bel terzo posto. Risultati che lo riportano verso i grandi traguardi già raggiunti e nuovi obiettivi che si era prefissato.
Si conferma a livelli importanti anche Laurens De Plus, che ha saputo influire sia in supporto ai compagni che in prima persona. Il quinto posto al Giro del Delfinato è la riprova che può dire la sua anche in prima persona, mentre nelle altre corse in cui si è messo al servizio dei compagni è sempre stato fra gli ultimi a cedere in salita, raccogliendo così spesso comunque piazzamenti di buon livello. Alla soglia dei 30 anni sembra aver trovato la sua dimensione, che potrebbe permettergli di togliersi anche qualche soddisfazione in più.
A 22 anni è invece ancora tutta da scrivere la carriera di Magnus Sheffield, che nel corso di questa stagione ha ribadito una importante crescita a cronometro, riuscendo a confermarsi come un prospetto in divenire per le classiche di un giorno. Il successo alla Freccia del Brabante di due anni fa era forse prematuro e lo ha costretto a bruciare le tappe, ma il sesto posto al Giro delle Fiandre di quest’anno ne hanno confermato il piglio e la duttilità, confermata anche con il buon risultato al Giro d’Austria. Corsa nella quale si è fatto notare anche Brandon Rivera, battuto dal solo Diego Ulissi dopo aver vinto la sua prima corsa in carriera in Europa. Corridore a sua volta generoso, il 28enne colombiano ha raccolto anche qualche altro buon piazzamento nel corso della stagione, come all’UAE Tour e alla Vuelta a Burgos, trovando modo di emergere nelle poche occasioni avute per sé.
+++ Jhonatan Narváez
++ Carlos Rodríguez
+ Geraint Thomas
FLOP
Ethan Hayter è di nuovo nell’elenco di quelli che non hanno raccolto quanto ci si poteva aspettare. Già nel 2023 il londinese aveva mostrato una traiettoria a scendere, ma nel 2024 la pendenza della curva, verso il basso, si è fatta preoccupante, per uno dei corridori che più prometteva sulla scena britannica. Il successo nella prova in linea del Campionato nazionale addolcisce solo leggermente un cammino stagionale che ha visto l’inglese non vincere altro, mancando di fatto tutti gli appuntamenti con i finali di corsa che parevano fatti apposta per le sue qualità. Ci sarà da tenere in considerazione, probabilmente, anche una crisi di fiducia, che il londinese proverà a superare lasciando la sua squadra di “sempre” e provando a rilanciarsi con la maglia della Soudal-QuickStep.
Tante promesse sulla carta, ma pochi risultati per Tobias Foss, che voleva rilanciare la sua carriera dopo una serie di stagioni non entusiasmanti in casa Jumbo-Visma. Il norvegese una vittoria l’ha sì ottenuta, al Tour of the Alps, ma è rimasto complessivamente nell’ombra, non riuscendo a ritrovare quella direzione che lo aveva portato a essere un corridore da tenere in grande considerazione sia per le cronometro (fu campione del mondo a Wollongong 2022) che per le corse a tappe, almeno di una settimana. Chissà che gli assestamenti in corso in casa Ineos non lo aiutino a trovare la svolta necessaria nel prossimo futuro.
Come Foss, anche Thymen Arensman è un atleta intorno al quale le aspettative si affollano. Il neerlandese ha combattuto al Giro d’Italia, finendo però settimo in classifica generale, risultato probabilmente non in linea con gli obiettivi, senza riuscire a prendersi la Maglia Bianca, portata invece a casa da Antonio Tiberi. Da buon corridore specializzato nelle grandi corse a tappe, ha cercato il riscatto alla successiva Vuelta a España, ma ha dovuto lasciare la gara a metà strada. Per il resto, nessuna vittoria, sesto posto finale alla Tirreno-Adriatico e quinto alla Volta ao Algarve: sicuramente lui stesso puntava a qualcosa di più.
Difficile avere una, relativamente, bassa considerazione per quello che ha fatto Joshua Tarling all’età di 20 anni, ma quello che aveva fatto nel 2023 aveva probabilmente alzato troppo le aspettative. Chiude l’anno con una vittoria, nella crono di O Gran Camiño, con il secondo posto in quella del Delfinato e con un doppio, amaro, quarto posto fra Giochi di Parigi e Mondiali di Zurigo. Il primo impatto con un Grande Giro, nel suo caso la Vuelta, è stato poi poco gradevole, ma non vanno dimenticati anche i segnali, ben più positivi, mandati nelle Classiche del Nord (sesto alla Dwars e 17esimo al Fiandre). Peccato, però, per la squalifica incassata alla Roubaix a causa di un “bidon collé” fin troppo spinto.
Tra i corridori emergenti non si è fatto notare neanche Ben Turner, i cui piazzamenti sparsi tra CRO Race e Renewi Tour sono troppo poco visto quanto mostrato in passato. Deludente in particolare la sua campagna di primavera, nella quale ha provato qualche azione dalla distanza, ma senza grande fortuna e senza l’incisività che aveva avuto nel recente passato. A 25 anni c’è tempo per rifarsi, ma in un ciclismo che corre veloce, non deve perdere troppo tempo…
Poco incisivi quest’anno anche i veterani Omar Fraile, Michal Kwiatkowski e Ben Swift, solitamente tra i più affidabili, continui e generosi del team britannico, tanto al servizio del team che in prima persona. Corridori abituati a farsi vedere, fosse anche solo per supporto ai capitani, spesso e volentieri capaci di sfruttare la licenza per colpire, nel 2024 si sono visti abbastanza poco. Continuano a non lasciare il segno invece Connor Swift e Kim Heiduk, ormai due ex giovani. Il primo si sta trasformando ormai in un faticatore della prima ora, mentre il secondo continua ad essere abbastanza impalpabile, con una carriera che prosegue un po’ ai margini.
Un altro simbolo, Jonathan Castroviejo, è di fatto sparito nell’ombra, facendo mancare il suo proverbiale contributo, sia in chiave di sostegno ai capitani che per quel che riguarda gli attacchi da lontano, di cui era diventato ottimo interprete negli ultimi anni. E poco considerato è stato anche un altro pilastro storico della squadra, Salvatore Puccio, che non è stato schierato in alcun Grande Giro e che ha dovuto limitarsi a poco visibili ruoli di sostegno, principalmente in brevi corse a tappe.
Stando ai freddi numeri, il 2024 è stato un anno decisamente avaro di soddisfazioni, su strada, per Elia Viviani, che però aveva ben saldi in testa i Giochi di Parigi: alla fine è arrivato un argento olimpico che di fatto contribuisce non poco a lasciarsi dietro una serie di volate in cui il veronese non è riuscito a spiccare, come nei suoi giorni migliori, finendo tuttavia spesso anche ai margini del progetto. Ha fatto poi solo presenza in diverse gare Cameron Wurf, mentre il giovanissimo Theodor Storm, entrato in organico con una manovra di CicloMercato abbastanza repentina nei mesi scorsi, non si è letteralmente mai visto in gara. Ha chiuso poi la sua lunga carriera senza alcun sussulto, e in maniera piuttosto improvvisa, anche Luke Rowe, una delle bandiere della squadra, che andrà peraltro a fare il direttore sportivo altrove, a probabile testimonianza di un ambiente che è andato appesantendosi negli ultimi anni.
Giovanissimo è il canadese Michael Leonard, che però ha già due stagioni di esperienza da professionista: nelle gare dei “grandi” non si è però praticamente mai visto e il suo unico lampo è stato il successo, comunque ragguardevole, nel prologo del Tour de l’Avenir. Qualcosa di più ha fatto un altro “ragazzino”, il 19enne Andrew August, che però deve ancora formarsi del tutto, dal punto di vista agonistico, per riuscire a lasciare il segno ad alto livello. Ovviamente ingiudicabile un altro giovane, Leo Hayter, che ha interrotto l’attività a metà agosto per concentrarsi sulla soluzione dei problemi personali che lo hanno condizionato nei mesi precedenti e che lo hanno di fatto allontanato dalla bicicletta.
– Thymen Arensman
— Tobias Foss
— Ethan Hayter
Classifica UCI
La squadra britannica ha chiuso il 2024 al settimo posto della classifica mondiale, con un totale di 15547,97 punti. Il fatturato è magro rispetto al recente, più glorioso, passato e anche solo rispetto al 2023, quando i “granatieri” furono quarti in graduatoria, dopo aver raccolto 2300 punti in più rispetto a quanto fatto nell’annata appena conclusa. Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito al punteggio di squadra nella stagione 2024.
CORRIDORE | NAZIONE | PUNTI |
RODRÍGUEZ CANO Carlos |
ESP
|
2290,86 |
NARVÁEZ PRADO Jhonatan Manuel |
ECU
|
2110 |
PIDCOCK Thomas |
GBR
|
1970 |
THOMAS Geraint |
GBR
|
1270 |
BERNAL GOMEZ Egan Arley |
COL
|
1242,86 |
GANNA Filippo |
ITA
|
1225,67 |
ARENSMAN Thymen |
NED
|
1149 |
SHEFFIELD Magnus |
USA
|
1010 |
TARLING Joshua |
GBR
|
667,86 |
DE PLUS Laurens |
BEL
|
602,86 |
RIVERA Brendon |
COL
|
353 |
FOSS Tobias |
NOR
|
334 |
HAYTER Ethan |
GBR
|
248 |
RODRÍGUEZ Óscar |
ESP
|
422.86 |
KWIATKOWSKI Michal |
POL
|
233 |
TURNER Ben |
GBR
|
199,86 |
VIVIANI Elia |
ITA
|
155 |
SWIFT Connor |
GBR
|
99 |
HEIDUK Kim Alexander |
GER
|
72 |
SWIFT Ben |
GBR
|
68 |
Miglior Momento
Per il contesto in cui è maturata, la vittoria più pesante della stagione della Ineos Grenadiers è stata quella di Jhonatan Narváez nella prima tappa del Giro d’Italia, quando tutti aspettavano il successo di Tadej Pogačar. Lo sloveno in effetti era lì, pronto per prendersi la vittoria e la conseguente prima Maglia Rosa, ma l’ecuadoriano è riuscito prima a resistergli, lungo un finale decisamente impegnativo, e poi a far fruttare il suo spunto veloce, che gli ha consentito di essere uno dei pochissimi corridori capaci di stare davanti a Pogačar nell’arco della stagione, su un traguardo “puntato” dallo sloveno.
Bilancio Ineos Grenadiers 2024
Volate - 4
Classiche - 6.5
Grandi Giri - 7.2
5.9
In valore assoluto, i risultati ottenuti sono complessivamente tutt'altro che negativi: c'è un podio in un Grande Giro, c'è la vittoria di una grande classica e ci sono tanti piazzamenti di spessore nelle corse a tappe, sia di una settimana che più lunghe. Però, per il valore dell'organico e anche per i fondi a disposizione, una squadra di tale livello non può essere soddisfatta, anche perché, sempre restando ai freddi numeri, le vittorie di tutta la stagione sono solo 14, fra cui quattro Campionati nazionali. Da vedere se la ricostruzione in corso darà i suoi frutti già nel futuro prossimo.
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