Giro d’Italia 2021, impresa di Lorenzo Fortunato sullo Zoncolan – Egan Bernal guadagna ancora, cede Vlasov e crolla Nibali
Lorenzo Fortunato conquista l’attesa tappa dello Zoncolan al Giro d’Italia 2021. Il corridore della Eolo-Kometa faceva parte degli undici uomini in fuga e lungo l’ascesa è stato il primo a riportarsi su Jan Tratnik, primo dei fuggitivi ad attaccare, per poi staccare lo sloveno nel tratto più duro della salita e arrivare in solitaria sul traguardo. Tra i big invece è stato Simon Yates ad accendere la miccia, ma Egan Bernal non si è fatto sorprendere e ha seguito l’azione del britannico, staccandolo poi nel finale aumentando quindi il vantaggio su tutti gli altri rivali in classifica generale, partendo da un Aleksandr Vlasov che non ha concretizzato il grande lavoro dei compagni.
L’arrivo sulla storica salita fa gola a molti corridori, che fin dalla partenza ufficiale provano ad allungare. Victor Campenaerts (Qhubeka-Assos) è il primo a provarci, senza successo, poi allunga Thomas De Gendt (Lotto Soudal), anche lui stoppato dai numerosi movimenti in testa al gruppo. Dopo una quindicina di chilometri, un drappello di undici uomini riesce a evadere. Ne fanno parte George Bennett ed Edoardo Affini (Jumbo-Visma), Nelson Oliveira (Movistar), Lorenzo Fortunato e Vincenzo Albanese (Eolo-Kometa), Bauke Mollema e Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), Rémy Rochas (Cofidis), Jan Tratnik (Bahrain-Victorious) e Andrii Ponomar (Androni Giocattoli-Sidermec). Dietro di loro si forma un gruppetto di nove contrattaccanti, ai quali si aggiunge in un secondo momento Geoffrey Bouchard (Ag2r Citroen). Questi uomini tuttavia vengono ripresi dal gruppo maglia rosa, tirato da Filippo Ganna (Ineos-Grenadiers).
Una volta ripresi gli inseguitori, lo squadrone britannico si rialza, ma con i battistrada a 30″ di margine si susseguono i tentativi, promossi soprattutto dalla Bardiani CSF Faizanè, rimasta esclusa dalla fuga, e dalla Movistar, evidentemente poco fiduciosa sulle possibilità di Oliveira, nel frattempo passivo nei cambi della fuga. Solo Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF) e poi Lawrence Warbasse (Ag2r Citroen) riescono a guadagnare qualche secondo sul plotone, quando ormai i battistrada hanno più di un minuto di vantaggio. L’azione di entrambi si esaurisce rapidamente. Intorno al km 30 il plotone accetta di non poter riprendere immediatamente i fuggitivi e dà il proprio assenso alla fuga di giornata: nell’arco di pochi chilometri il gap raggiunge così 6’30”.
Quando il distacco tocca i sette minuti, in testa al plotone si porta la Astana-Premier Tech, intenzionata a non perdere l’occasione di lottare per il successo di tappa. Il vantaggio dunque non supera i 7’30” per molto tempo, nonostante l’ottimo accordo tra i fuggitivi, tra cui Mollema transita per primo senza bisogno di sprintare sul GPM di Castello di Caneva. Il successivo tratto di pianura non vede cambiamenti a livello tattico, mentre il vantaggio degli attaccanti arriva fino al suo massimo, di 8’30”. Tratnik intanto conquista il primo traguardo volante, in cui in gruppo Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) non ha bisogno di muoversi per difendere la sua maglia ciclamino.
La situazione inizia a cambiare nella salita di Forcella Monte Rest, con la formazione kazaka che alza il ritmo sfoltendo un gruppo che sino a quel momento era rimasto in buona sostanza compatto. Grazie soprattutto al grande lavoro di Mosca in favore di Mollema, i battistrada riescono comunque a scollinare con un vantaggio di 6’05” sul gruppo, ma nella discesa arriva una azione ancor più decisa da parte del team di Aleksandr Vlasov, che mette subito in difficoltà i rivali. Alla ruota del kazako, scortato da Gorka Izagirre (Astana – Premier Tech), Luis León Sánchez (Astana – Premier Tech), Harold Tejada (Astana – Premier Tech), restano così i soli Pello Bilbao (Bahrain-Victorious) ed Egan Bernal (Ineos Grenadiers), scortato solamente da Jonathan Castroviejo. Tutti gli altri si trovano così a dover reagire, con BikeExchange e Team DSM le prime ad organizzare l’inseguimento, poi supportate anche da EF Education – Nippo e Bahrain – Victorious, che riescono così a riportare sotto un secondo troncone, del quale non fa parte Remco Evenepoel (Deceuninck-QuickStep), ancora una volta sofferente in discesa, potendo comunque tirare un sospiro di sollievo grazie all’ottimo supporto dei compagni, che lo riportano sotto.
Finita una discesa molto veloce, con tutti i rivali ormai rientrati, la Astana decide di rifiatare in vista della salita finale. Il ritardo sceso fino a scendere sotto i cinque minuti torna così a salire fino ai 6’30” con cui gli undici uomini di testa arrivano ad affrontare le prime rampe dello Zoncolan. Qui ovviamente si sfalda il gruppetto degli attaccanti, con Tratnik che non tarda ad allungare in solitaria. Vedendo che nessuno reagisce è Fortunato a lanciarsi al suo inseguimento, mentre Bennett, Covi, Mollema e Oliveira si organizzano per salire in maniera più regolare, brevemente seguiti dal giovanissimo Ponomar. In gruppo intanto esauriscono il loro lavoro Izagirre, Sanchez e Tejada, che vengono così sostituiti dagli uomini della Ineos Grenadiers entrando nei dieci chilometri conclusivi, con il ritardo sceso a 5’30”.
Il ritmo resta costante, senza grandi scosse, ma basta a continuare una scrematura che vede in Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) la prima vittima eccellente, a sette chilometri dalla conclusione. Poco dopo è anche il turno di Attila Valter (Groupama-FDJ), che deve così a sua volta rinunciare alle sue ambizioni di classifica. I due battistrada riescono così ad entrare nei temutissimi tre chilometri finali con un vantaggio di 52 secondi sui primi quattro inseguitori e di quattro minuti sul gruppo, sempre controllatissimo dalla Ineos Grenadiers. Quando davanti è Martinez a prendere in mano le redini cominciano a saltare altri nomi, partendo da un Remco Evenepoel che lotta con le unghie e con i denti per restare aggrappato e non crollare.
Mentre davanti Fortunato si invola distanziando un Tratnik stremato che va avanti a zig-zag, con Covi che stacca gli altri ma è troppo tardi per rientrare sulla coppia di testa, in gruppo è Simon Yates a lanciare l’offensiva in vista dell’ultimo chilometro. Egan Bernal è pronto a scattare alla sua ruota, mentre tutti gli altri fanno fatica, partendo da un Aleksandr Vlasov che non riesce neanche a seguire il ritmo dei vari Emmanuel Buchmann, Damiano Caruso, Giulio Ciccone, Hugh Carthy e Daniel Martin, che provano ad organizzare come possono un inseguimento ai rivali, cercando di limitare i danni sulle tremende pendenze che superano il 20% in alcuni tratti.
Senza chiedere cambi a Bernal, il corridore britannico prosegue nella sua azione fino ad entrare nei 500 metri finali, quando è il colombiano a piazzare il suo attacco e fare il vuoto. Nel frattempo dalla nebbia del traguardo è Lorenzo Fortunato a spuntare e andare a conquistare il suo primo successo fra i professionisti, superando Tratnik e Covi. Dietro di loro arriva dunque la Maglia Rosa, che anche oggi stacca tutti, con Yates che limita i danni in appena undici secondi, mentre gli altri pagano ritardi ben più consistenti.
Risultato Tappa 14 Giro d’Italia 2021
Classifica Generale Giro d’Italia 2021
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