Giro d’Italia 2018, Presentazioni Squadre: Trek – Segafredo
La Trek – Segafredo si presenta ai nastri di partenza del Giro d’Italia 2018 con diversi buoni corridori, ma senza un grande favorito, né per la classifica generale né per le volate. Se per quanto riguarda la classifica la scelta è legata al calendario visto che Bauke Mollema, settimo l’anno scorso al Giro, sarà al via del Tour de France, il discorso è completamente diverso per quanto riguarda gli sprint. Al via doveva esserci infatti Giacomo Nizzolo, ma un problema al ginocchio ha costretto l’ex campione italiano a rinunciare alla Corsa Rosa. Nonostante ciò la squadra al via sarà pronta a mettersi in mostra per portare magari a casa una vittoria di tappa, che sulle strade del Giro manca alla squadra americana dal 2014.
In realtà, potenzialmente al via la squadra schiera un uomo in grado di lottare per una Top10 in classifica generale come Gianluca Brambilla. Il corridore lombardo si è testato già in classifica già nel 2012, quando concluse la corsa al tredicesimo posto pur lavorando per un compagno, mentre negli ultimi anni al Giro ha sempre preferito concentrarsi su una vittoria di tappa, mettendo da parte le ambizioni di classifica, centrata nel 2016, quando sul traguardo di Arezzo, oltre alla vittoria, riuscì a togliersi la soddisfazione di indossare la maglia rosa. Il percorso di avvicinamento di Brambilla non è stato sicuramente quello ideale visto che nella prima parte di stagione è stato a lungo fermo per problemi fisici. Al rientro al Giro di Croazia sono comunque arrivati segnali importanti, che fanno ben sperare in ottica Giro. L’incognita però è sempre legata a quello che sarà il suo obiettivo, puntando alle vittorie parziali o alla classifica generale, ma una risposta probabilmente arriverà solo dopo le prime tappe in base all’eventuale ritardo in classifica.
Ambizioni in ottica classifica sulla carta potrebero averle anche Jarlinson Pantano e Niklas Eg. Il colombiano però non si è mai testato in carriera in classifica generale in una corsa a tappe e con ogni probabilità non lo farà neanche in questa occasione, puntando invece alla vittoria di tappa con delle fughe da lontano. Per quanto riguarda Eg invece il discorso è leggermente diverso. Il giovane danese, terzo l’anno scorso al Tour de l’Avenir, è al suo primo anno fra i professionisti ed è difficile pensare che possa già far bene nelle corse a tappe di tre settimane. Con ogni probabilità il Giro gli servirà più per accumulare esperienza in vista del futuro, anche se in Croazia ha mostrato segnali incoraggianti che potrebbero far pensare in maniera diversa, con il sogno magari di lottare per una Top15. Nel caso Eg sarà uno dei corridori da tenere in considerazione anche per la maglia bianca di miglior giovane.
Per le volate invece l’uomo di punta sarà Boy Van Poppel. Il corridore olandese non sarà sicuramente uno dei grandi favoriti per le vittorie di tappa, ma potrebbe portare a casa dei buoni piazzamenti. Curiosamente, per Van Poppel sarà la prima volta in un Grande Giro che si sfiderà nelle volate contro il fratello Danny. I due non hanno infatti mai partecipato a due Grandi Giri da avversari e l’unica volta che erano presenti insieme alla partenza di una corsa a tappe era il Tour de France 2013, quando erano compagni di squadra.
Altro uomo veloce è sicuramente Mads Pedersen. Il danese, reduce da una campagna del nord ottima, però non è un velocista puro e quindi sarà più probabile vederlo protagonista con qualche fuga da lontano o in alcune volate ristrette. Pedersen inoltre si difende molto bene nelle prove a cronometro, così come l’irlandese Ryan Mullen, che potrebbe ambire anche alla maglia rosa nella frazione inaugurale, oltre che avere anche un’altra frazione da puntare nel finale.
Completano la formazione al via due corridori esperti come Markel Irizar e Laurent Didier che avranno il ruolo di proteggere gli uomini di punta e potrebbero mettersi in mostra con alcune fughe da lontano. Il primo più passista, apporterà anche una grandissima esperienza essendo tra i più anziani del gruppo, mentre il secondo è più adatto alle frazioni montane, nelle quali probabilmente lo vedremo in azione.
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