Giro d’Italia 2021, Egan Bernal: “Sicuro delle scelte che abbiamo fatto, voglio ritrovare la fiducia ma sarà processo lungo”

Egan Bernal arriva al Giro d’Italia 2021 senza fare proclami. Consapevole di non essere ancora più tornato quello capace di conquistare il Tour de France ormai due anni fa, il colombiano non corre attualmente dalla Tirreno – Adriatico e sulla sua preparazione sono rimbalzate voci, rumor, indiscrezioni e interrogativi figlie di un inverno difficile per dei problemi alla schiena non ancora completamente risolti. Tuttavia, su strada i risultati sono stati tutt’altro che deprecabili, con le ottime prestazioni a Strade Bianche e Trofeo Laigueglia a spiccare, accompagnate comunque dai buoni risultati ad un Tour de la Provence chiuso alle spalle solamente del compagno Ivan Sosa e una Tirreno – Adriatico in cui ha comunque concluso in quarta posizione. Leader di una Ineos Grenadiers che comunque avrà anche altre pedine su cui appoggiarsi nella Corsa Rosa, il colombiano si è dunque preparato per oltre un mese in Colombia.

Mi sento sicuro delle scelte che abbiamo fatto – racconta ai giornalisti questa mattina – Ho corso abbastanza nella prima parte della stagione, poi son tornato in Colombia per allenarmi in altura, facendo tanto fondo e lungo, che era quello di cui avevo bisogno. Con il mio allenatore Xabier Artexte abbiamo pensato fosse questa la cosa migliore e sono sicuro di quel che ho fatto. Per cui spero di arrivare in una buona condizione”.

La prima settimana, in cui non mancheranno le insidie, sarà un primo banco di prova interessante con cui confrontarsi, con il classe 1997 che sa bene le difficoltà che si possono incontrare su queste strade, anche se ovviamente le grandi montagne arriveranno nella seconda parte del Giro: “Per me è un bene che ci sia un finale duro, ma bisognerà essere attenti già dalle prime tappe, con anche il prologo che va affrontato con attenzione e quel giorno spero di non perdere tanto tempo. Poi vedremo come andranno le cose giorno dopo giorno. Si sa che il Giro è una corsa particolare, in cui puoi perdere o guadagnare in ogni tappa, ché non si sa mai cosa possa capitare visto che ci possono essere insidie, se non stai attento”.

Tra le sue consapevolezze, ovviamente anche quella di non essere ancora tornato al meglio della sua forma e condizione. Un processo lungo che passa inevitabilmente anche da un aspetto mentale: “Voglio ritrovare quella fiducia che avevo prima di quello che mi è successo lo scorso anno e sto lavorando duramente con quello in mente. Quello che mi è successo lo scorso anno non è stato facile e voglio riuscire a ritrovare la fiducia, ma sarà un processo lungo. Le corse che ho fatto quest’anno erano difficili, ma tre settimane è qualcosa di diverso. Spero di riuscire a fare bene, però devo essere consapevole del problema che ho avuto e la voglio vivere giorno dopo giorno. Spero comunque di stare bene e poter fare una bella corsa”.

Anche per questo al momento preferisce “restare concentrato su di me e sulla squadra”, senza pensare ai suoi avversari. “Abbiamo una squadra forte, con Pavel Sivakov che penso farà molto bene perché arriva in ottima condizione, così come anche Daniel Martinez”, risponde quando si parla del modo di correre più aggressivo mostrato dal gruppo negli ultimi tempi. Una tendenza che ritiene lo abbia visto fra i primi protagonisti già al Tour 2019, vinto diversamente rispetto ai precedenti della sua squadra: “L’anno che ho vinto io il Tour si è corso già i maniera diversa, non era come quando ha vinto Froome con la squadra davanti che imponeva il suo ritmo. Si è corso diversamente con l’arrivo di Alaphilippe, che correva molto aggressivo, e anche io ho attaccato da lontano su Galibier e Iseran”.

Se ammette di non avere conoscere molto il percorso in generale, visto che ha potuto fare la ricognizione del percorso solamente della tappa di Montalcino e dell’Alpe di Mera, visionate “dopo la Strade Bianche” e “quando sono arrivato in Italia”, Bernal ha comunque delle strade che conosce bene, ovvero quelle della Grande Partenza in Piemonte, che lo ha accolto giovanissimo al suo arrivo nel nostro paese. “Sono veramente felice di iniziare il mio primo Giro da questa regione – spiega – Siamo adesso a Torino, a 50 chilometri da dove abitavo prima. Qui ho tanti amici e conosco le strade: la terza tappa parte da Biella, dove abita il mio procuratore e io abitavo a dieci chilometri da lì. Conosco le strade e spero di vedere in strada tante persone che conosco”.

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