Tour du Rwanda 2025, la Soudal Quick-Step ufficializza la rinuncia: “Non vogliamo mandare lì 20 persone se non c’è la certezza di essere al sicuro”

La Soudal Quick-Step non prenderà parte al Tour du Rwanda 2025. Dopo le indiscrezioni degli scorsi giorni, che vedevano la formazione belga decisamente preoccupata per quella che sarebbe stata l’incolumità dei corridori e dello staff, il CEO Jurgen Foré ha ufficializzato a Sporza la decisione di ritirare la squadra dall’evento africano. Le ragioni di questa decisione sono da ricercare nella complicata situazione geopolitica che nelle ultime settimane sta colpendo quella zona dell’Africa, e più precisamente il confine orientale della Repubblica Democratica del Congo. La guerra in corso tra l’esercito congolese ed alcuni gruppi di ribelli armati vede il suo epicentro nella città di Goma, a soli 10 chilometri dal confine con il Rwanda e più precisamente da Rubavu, sede di arrivo della terza tappa e di partenza della quarta.

A seguito della decisione degli organizzatori di non modificare il percorso, quindi, la squadra belga, su indicazione del Ministero degli Affari Esteri ha deciso di ritirare la sua formazione: “Non vogliamo in alcun modo esprimerci politicamente – spiega Foré – Come in tutti i conflitti ci saranno delle cause più profonde. Negli scorsi giorni però ci sono arrivate alcune indicazioni del Ministero specialmente riguardo alla regione al confine con Goma ed inoltre ho notato all’interno della squadra che c’erano delle preoccupazioni. Alla fine quindi abbiamo preso la decisione di non mandare lì 20 persone senza avere la certezza di essere al sicuro. Negli scorsi giorni abbiamo richiesto agli organizzatori insieme all’UCI di modificare il percorso, la risposta è stata negativa e ci hanno assicurato che saremmo stati al sicuro, per noi non è abbastanza”.

Se per la Soudal Quick-Step è già pronto il piano di riserva, con i corridori che dovevano volare in Rwanda che prenderanno invece parte a O Gran Camino, diversa è la situazione per quello che riguarda invece i Mondiali di Kigali in programma per settembre e sui quali Foré non commenta, lasciando alle Federazioni nazionali e ai Governi le decisioni: “I Mondiali non sono ovviamente corsi dalle squadre ma dalle nazionali. Credo che il Ministero degli Esteri, la Federazione Ciclistica Belga e il governo del Rwanda stiano monitorando la situazione. So che i responsabili della Federazione non correranno alcun rischio con i corridori. Mi auguro che si possano mandare gli atleti a correre in una situazione stabile“.

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