Mondiali Abu Dhabi 2028, Marc Madiot sulla costruzione della montagna artificiale: “Se si arriva a questo tipo di situazione è drammatico per il nostro sport”
Marc Madiot condivide le preoccupazioni di Tim Merlier riguardo ai Mondiali di Abu Dhabi 2028. Qualche giorno fa, il velocista belga aveva sottolineato come la rassegna iridata che si svolgerà tra poco meno di tre anni negli Emirati Arabi Uniti potrebbe non essere così favorevole ai velocisti come inizialmente si pensava a causa della costruzione di una montagna artificiale che potrebbe indurire il percorso di gara. Affermazioni confermate anche dal quotidiano spagnolo Marca, che ha evidenziato come tale salita venga allungata di anno in anno e dovrebbe alla fine raggiungere una distanza di 3800 metri, con una pendenza media del 6,5% e punte del 13%. Un’asperità che, assieme ad altre più brevi sempre in costruzione, potrebbe quindi tagliar fuori del tutto gli sprinter dalla lotta per il successo e togliere loro la possibilità di lottare per la maglia iridata, cosa che ormai non accade dal 2016, favorendo al contrario la stella della squadra di casa, ovvero Tadej Pogačar.
Intervenuto nel corso della trasmissione Les Grandes Gueules du Sport in onda su RMC, lo storico manager della Groupama-FDJ ha espresso contrarietà e preoccupazione riguardo a questo progetto e per la deriva che non solo il ciclismo, ma lo sport in generale sta prendendo: “Non sono un ayatollah dell’ecologia, ma ci sono comunque delle regole di base e delle norme elementari da rispettare – le parole di Madiot – Che ci sia un campionato del mondo lì, perché no. Ma se si arriva a questo tipo di situazione, è drammatico per il nostro sport e, indirettamente, per gli altri sport, significa che si può fare tutto e qualsiasi cosa“.
“Ci troviamo in una fase di svolta rispetto a ciò che lo sport deve essere o può ancora essere – ha proseguito il 66enne – Penso che la Federazione Internazionale e il suo presidente debbano riprendere il controllo di questo tipo di situazione. È l’UCI che assegna i Campionati del Mondo sulla base di un capitolato d’oneri. Non oso immaginare che l’UCI accetti la creazione di una montagna artificiale con il pretesto di rendere la gara più difficile, o addirittura di avvantaggiare un corridore“.
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