Vuelta a España 2025, per le WildCard bisogna attendere: “Due sono poche, ma aspettiamo gli inviti di Giro e Tour”
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Continua l’attesa per le WildCard ai grandi giri. Se solitamente in questo periodo dell’anno le formazioni professional sanno se e a quali GT saranno invitate, il 2025 vede invece ancora l’incertezza per le squadre che non hanno l’invito automatico. Complice anche la richiesta che sarebbe stata fatta da ASO e RCS Sport per avere al via cinque professional, quindi potendo chiamare una squadra in più, infatti, nessuno degli organizzatori delle corse a tappe di tre settimane ha ancora svelato le proprie scelte, nemmeno parziali. L’unica cosa che al momento appare sicura è l’assenza della Lotto Dstny dalla Corsa Rosa, mentre i belgi confermano la propria presenza alla Grande Boucle e alla Vuelta a España, così come la Israel – Premier Tech che farà invece tutte e tre le corse.
Resta invece incertezza riguardo le decisioni degli organizzatori per i due inviti (o forse tre?) a propria disposizione. Ne parla anche il direttore della Vuelta Javier Guillén, che ai microfoni podcast di Joan Seguidor ha spiegato il suo punto di vista su quanto sta succedendo. “Non abbiam ancora preso una decisione finale, quindi tutto ciò che è pubblicato al momento sono solo speculazioni – spiega – Noi non daremo l’elenco delle squadre invitate finché non sapremo quelle selezionate per il Giro e il Tour, perché questo potrebbe condizionare la nostra decisione”.
Effettivamente, la possibilità che la Q36.5 Pro Cycling possa essere esclusa dal Giro, quindi poi puntare alla Vuelta con i suoi big, Tom Pidcock in primis, è sicuramente uno scenario interessante per l’organizzatore elvetico, così come potrebbe fare una valutazione simile riguardo la Tudor Pro Cycling, i cui big potrebbero decidere di non fare il Giro, poco compatibile magari con Classiche e Tour, ma poi essere propensi a partecipare al GT iberico a fine stagione. Il tutto a discapito potenzialmente di una squadra locale, a proposito delle quali Guillen sottolinea che “sarebbe importante che potessero aumentare il proprio budget”.
Una situazione che ricorda quella italiana, inevitabilmente. Così come i ragionamenti dell’organizzatore al riguardo. “Quello che posso dire ora è che stiamo lavorando con l’idea di avere 22 squadre – aggiunge – Ci sono voci e ci sono movimenti, ma deve essere una decisione su cui siamo tutti d’accordo. Personalmente, posso confermare che solo due inviti sembrano troppo pochi e saremmo lieti di avere il 23° posto”. L’impressione dunque sembra essere o tutti o nessuno, forse anche per equità nei confronti in primis delle squadre locali, oltre che per le possibilità che questo offre agli organizzatori stessi.
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