UAE Team Emirates, Joxean Matxin chiarisce il caso Juan Ayuso: “Gestire l’ego di questo corridori non è facile, ha 21 anni e vorrebbe un ruolo da leader”

Joxean Matxin a ruota libera sul suo futuro e sui rapporti tra Juan Ayuso e la UAE Team Emirates. Il direttore sportivo del team emiratino, nel corso di una lunga intervista recentemente pubblicata su Relevo, ha risposto a diverse domande sulle dinamiche, nel corso dell’ultimo Tour de France tra lo spagnolo Juan Ayuso e il resto della squadra, smentendo però le voci di un clima pesante attorno allo spagnolo. “No, non credo. Quello che succede è che se si prende tutto quello che si sente in giro, ovviamente…. Sono commenti e devono essere visti come tali, commenti. È come se vi dicessi che l’acqua frizzante mi piace di più di quella liscia. È solo un’opinione, niente di più” ha precisato il basco.

Tutti però, in mondovisione, han visto i gesti e sentito le parole di Adam Yates e degli altri compagni di squadra al termine della tappa del Galibier. “Beh, queste sono le circostanze di ogni momento. Quando finisci sul palcoscenico e hai un ruolo, ovviamente ci sono momenti in cui a 200 battiti puoi dire qualcosa del genere, come Almeida ha fatto quel gesto quel giorno… Io faccio sempre un esempio chiaro. Quando hai un corridore come Tadej e vuoi vincere il Tour de France con un leader così chiaro, devi avere la migliore squadra possibile intorno a lui, e per avere la migliore squadra possibile hai bisogno dei migliori corridori del mondo, che in molti casi sono corridori che possono lavorare per il leader e puntare al podio allo stesso tempo. E gestire l’ego di questi corridori non è facile“.

Una cosa che succede in tutti gli sport “e come nella vita in generale. Quando hai 21 anni, come nel caso di Juan Ayuso, vorresti avere un ruolo migliore, possibilmente da leader, ma ovviamente accetti che Tadej Pogacar sia il migliore al mondo e ti adatti a questo”.

Matxin però ribadisce che il suo rapporto con Ayuso rimane ottimo e che si sono visti e parlati recentemente. “Sì, ho pranzato con lui poco tempo fa. Con Juan ho un’amicizia personale e professionale. Lui sa che lo apprezzo, lo amo, lo rispetto e lo stimo molto, così come sa che, sebbene si sia ritirato dal Tour per una circostanza eccezionale, ha 21 anni e portarlo alla Vuelta, per fare doppietta in due grandi giri, non era la migliore delle idee. Ecco perché era la prima riserva. Per questo motivo e anche per rispetto dei miei compagni di squadra che stavano già lavorando e preparandosi per essere qui. Alla fine mi ha chiamato dopo i Giochi e mi ha detto: ‘Matxo, non sono nemmeno pronto per essere la prima riserva, in altre parole, non ci sono, non me la sento’. In effetti, non è riuscito a finire il test dopo i Giochi”.

In casa UAE non c’è alcun dubbio che il giovane scalatore spagnolo, essendo uno dei prospetti più consolidati per i prossimi grandi giri, rimanga in squadra ancora molto a lungo. “No, no, nessuno. Ha un contratto fino al 2028 e c’è una sensazione molto buona, molto molto buona. Sono serio”.

Lo stesso Matxin, che è in scadenza di contratto col team emiratino, vuole e crede di rimanere ancora per lungo tempo. “Beh, abbiamo colloqui molto avanzati e quasi certamente resterò. Voglio rimanere qui, ci sono solo alcune cose che, diciamo, vorrei chiudere. Vediamo, qui sono apprezzato e rispettato. Ogni volta che ho firmato dei contratti, sono sempre stati per quattro anni. Vedremo”.

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