Pagelle Giro di Romandia 2025: la UAE continua a far faville, Lenny Martinez sfiora l’impresa, Remco Evenepol si salva a crono, bene Fortunato e Bettiol in vista del Giro

João Almeida (UAE Team Emirates XRG), 9: Difficile chiedergli di più. Non è al meglio e rispetto al trionfo al Giro dei Paesi Baschi, dove aveva conquistato due tappe, la differenza si vede, ma è comunque il più costante e presente, ovviamente favorito dalla presenza di due cronometro che gli consentono il sorpasso finale. Dopo un inizio di stagione non brillantissimo, nelle ultime uscite ha trovato come aggiungere ulteriore concretezza alla sua già ormai nota affidabilità e costanza. A 26 anni, potrebbe essere l’anno dell’atteso salto di qualità.
Lenny Martinez (Bahrain Victorious), 8,5: Il classe 2003 conquista la tappa regina, ma in generale quando la strada sale si mostra decisamente brillante. Malgrado il fisico riesce comunque a difendersi piuttosto bene a cronometro (senza le quali avrebbe probabilmente vinto la corsa), portandosi così comunque a casa un bel secondo posto, confermando l’ottimo stato di forma in questa sua prima primavera con la maglia della formazione mediorientale.
Jay Vine (UAE Team Emirates XRG), 8: Vittoria di tappa, peraltro di certo non nella giornata a lui più adatta, e podio finale sono un bel bottino per un corridore che in questo modo conferma di poter dire la sua ad alti livelli quando non c’è la sfortuna a metterci lo zampino. A pochi giorni dal via del Giro d’Italia, l’australiano si presenta in ottima forma.
Lorenzo Fortunato (XDS Astana), 8: Una vittoria parziale, un podio nella frazione regina e il quarto posto finale sono un bottino di tutto rispetto per lo scalatore romagnolo, che ovviamente paga pesantemente dazio nelle cronometro. Ma in salita conferma le sue qualità e anche per lui, a pochi giorni dalla Corsa Rosa, è una importante iniezione di fiducia.
Junior Lecerf (Soudal Quick-Step), 7: Dopo l’ottavo posto all’UAE Tour, conferma il risultato nella corsa a tappe elvetica, pagando chiaramente dazio soprattutto a cronometro. Classe 2002, pur avendo ovviamente ancora molta strada da fare, mostra ancora segnali importanti alla sua squadra con una crescita regolare e costante.
Mathys Rondel (Tudor Pro Cycling Team), 7: Il giovane scalatore francese non è stato il più appariscente, ma ha mostrato grande concretezze, rispondendo presente nella tappa regina, chiusa in settima posizione. Si difende poi nella crono conclusiva per portarsi a casa un buon nono posto finale, che per la squadra elvetica è ovviamente un bottino prezioso in una delle corse più importanti del paese.
Matthew Brennan (Visma | Lease a Bike), 7: Il 19enne britannico si conferma corridore interessante e già in grado di fare grandi cose anche tra i big. Vince nettamente la tappa probabilmente più adatta a lui e sfodera due buone prestazioni anche a crono.
Samuel Watson (Ineos Grenadiers), 7: Chiamato dalla squadra all’ultimo per partecipare alla corsa, il 23enne britannico sorprende tutti (compreso se stesso) conquistando il prologo di Saint-Imier. Poi, nei giorni seguenti fatica e infine si ritira, ma il successo ottenuto, il primo nel WorldTour e con la maglia della formazione britannica, basta e avanza.
Juan Pedro Lopez (Lidl-Trek), 6,5: Il settimo posto finale è tra i suoi migliori risultati in carriera, ma l’impressione è che continui a mancargli quel qualcosa che nei suoi primi anni sembrava invece poter raggiungere. A 27 anni lo scalatore spagnolo probabilmente sperava di poter competere per qualche traguardo più prestigioso, o comunque guardare con occhi diversi risultati di questo tipo.
Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), 6,5: Il campione uscente non appare mai nella forma necessaria per poter quantomeno provare a ripetersi. Il classe 2001 era tuttavia quasi al rientro dopo oltre due mesi di assenza in seguito all’infortunio subito all’UAE Tour, quindi essere comunque riuscito a chiudere in sesta posizione, con il quinto posto in rimonta nella tappa regina, può essere per lui una nota positiva.
Javier Romo (Movistar), 6,5: Stecca nella tappa regina, altrimenti probabilmente poteva raccogliere più del decimo posto finale, che comunque mostra nuovamente come quest’anno il 26enne iberico abbia raggiunto un livello interessante, anche considerando che per lui questa era una corsa di rientro dopo quasi due mesi di stop.
Ben Zwiehoff (Red Bull-Bora-hansgrohe), 6,5: Tre fughe dalla distanza, più una tappa a lungo ad inseguire, gli consentono di portarsi a casa la maglia degli scalatori confermando il suo ottimo feeling con le salite, un carattere generoso e grande dedizione. A 31 anni, ma solo il quinto da professionista, difficile chiedere davvero di più.
Jørgen Nordhagen (Visma | Lease a Bike), 6,5: Alla sua prima da leader in una corsa WorldTour, il ventenne norvegese risponde ben presente, grazie soprattutto alle bella prova nella tappa regina, conclusa in ottava posizione. Le due cronometro, oltre ai problemi del secondo giorno, gli impediscono di lottare per una buona classifica, ma resta la buona impressione.
Alex Baudin (EF Education – Easy Post), 6,5: Leader per due giorni dopo la bella azione a La Grande Béroche, dove viene battuto solo da Fortunato, il francese soffre la tappa regina, confermandosi corridore più da classiche che da alta montagna, tuttavia per il classe 2001 resta una prestazione positiva, confermando di avere le qualità per andarsi a prendere belle soddisfazioni.
Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), 6: La vittoria nella crono finale salva il bilancio di una settimana che per lui si preannunciava difficile. Prima corsa a tappe della sua stagione, contro avversari ben più preparati di lui, il belga arrivava al via di Saint-Imier dopo il calo, fisico e morale, al termine di un Trittico delle Ardenne vissuto come montagne russe, soprattutto emozionali. Chiude dunque il suo blocco di rientro alle gare con una nota positiva, anche se ovviamente viste le premesse ci si aspettava qualcosa in più.
Cristian Rodriguez (Arkéa-B&B Hotels), 6: Si conferma un lottatore solido e affidabile, che in salita sa esprimersi al meglio rispetto al suo potenziale. Alla fine chiude di poco fuori dai dieci, ma è comunque un risultato che dà fiducia al termine di un inizio di stagione meno brillante ad alti livelli.
Oscar Onley (Team Picnic PostNL), 6: Presente nelle zone alte degli ordini di arrivo delle prime frazioni, subisce la tappa regina, finendo così per uscire inevitabilmente dai primi dieci, posizione che non riesce poi a modificare con la crono conclusiva. Classe 2002, il talento non gli manca, anche se l’impressione è che deve ancora del tutto comprendere la sua strada.
Ivan Romeo (Movistar), 6: Terzo nel prologo e piazzato nella crono finale, non riesce a sfruttare al meglio le cronometro per costruirci attorno anche una buona classifica. Dopo la bella prestazione all’UAE Tour ad inizio stagione ci si aspettava forse qualcosa in più, anche in termini di aggressività, tuttavia il 21enne spagnolo veniva da alcune settimane difficili e ha comunque lanciato buoni segnali, anche in supporto ai capitani.
Alberto Bettiol (XDS Astana), 6: Dopo i problemi fisici che lo hanno costretto a saltare le corse su cui puntava maggiormente, il campione italiano si prende due buoni piazzamenti di giornata, tra cui spicca la crono conclusiva, che gli permettono di chiudere con il sorriso sperando di potersi ulteriormente migliorare al Giro d’Italia ormai imminente.
Johannes Staune Mittet (Decathlon Ag2r La Mondiale), 5,5: Lasciata la Visma per cercare più spazio, il talentuoso corridore norvegese non sfrutta al meglio questa occasione per ritagliarsi un posto nelle gerarchie interne, ma anche per lasciare il segno in gruppo. Dodicesimo finale, il 23enne di Lillehammer è un corridore solido, ma dovrà fare di più.
Lennert Van Eetvelt (Lotto), 5,5: Arrivato come uno degli outsider più quotati, sembra rispondere presente quando iniziano le salite, ma il giorno della prova decisiva soffre e scivola inesorabilmente indietro. Le due cronometro non lo aiutano di certo e alla fine il risultato è lontano dalle aspettative, pur inevitabilmente figlio di una primavera non proprio tranquilla.
Harold Tejada (XDS Astana), 5,5: Le due cronometro sulla carta dovevano essere il suo tallone d’Achille, invece riesce a difendersi egregiamente in entrambe le prove contro il tempo. È tuttavia nella tappa regina, quella che sulla carta si addiceva maggiormente alle sue caratteristiche, che stecca, finendo lontano dai primi e compromettendo la sua classifica.
Eddie Dunbar (Team Jayco AlUla), 5: Continua l’inizio di stagione non proprio entusiasmante dello scalatore irlandese che resta lì finché non arrivano le salite vere, dove crolla inesorabilmente.
Aleksandr Vlasov (Red Bull-Bora-hansgrohe), 5: Prosegue la deludente prima parte di 2025 del corridore russo, che nelle due precedenti partecipazioni a questa corsa aveva chiuso primo nel 2022 e secondo nel 2024. Quest’anno, invece, non si vede mai e conclude lontanissimo dalle posizioni di vertice, salvando molto parzialmente il bilancio con una buona crono finale.
David Gaudu (Groupama-FDJ), 5: Dopo lo stop per l’infortunio rimediato alla Tirreno-Adriatico, il transalpino era venuto qui in cerca di risposte in vista del Giro d’Italia, ma quelle che ha trovato non sono probabilmente quelle che sperava.
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