UCI, i Mondiali saranno disponibili in chiaro fino al 2031 ma la bagarre per i diritti TV è sempre più animata

Importante accordo tra l’Unione europea di radiodiffusione e l’UCI. Iniziata nel 2017, la partnership fra l’Unione Ciclistia Internazionale e l’associazione che riunisce le principali emittenti statali europee garantirà la la distribuzione dei diritti di trasmissione europei dei suoi eventi in varie discipline ciclistiche fino al 2031 coprendo così cinque edizioni mondiali delle varie discipline e due edizioni dei SuperMondiali, che si svolgono ogni quattro anni racchiudendo tutte le discipline (2027 e 2031). Tutte le manifestazioni iridate o sotto la diretta organizzazione dell’UCI di strada, pista, mountain bike, BMX Racing, BMX Freestyle, ciclocross (compresa la Coppa del Mondo) e gravel, saranno dunque nel nostro paese trasmesse ancora in chiaro dalla RAI per i prossimi sette anni.

“Inoltre, nell’ambito della partnership e di una collaborazione tra l’UER e Warner Bros. Discovery (WBD), la copertura dei principali eventi UCI sarà assicurata in tutti i Paesi europei da WBD, che continuerà a trasmettere i Campionati del Mondo UCI sui suoi diversi canali e piattaforme digitali”, aggiunge il comunicato emesso dall’UCI, che dunque conferma la possibilità di seguire i tutti questi eventi anche in abbonamento sulla PayTV, on in digitale.

“Negli ultimi otto anni l’UER ha permesso agli appassionati di tutta Europa di seguire gratuitamente gli eventi UCI –  Commenta il presidente UCI David Lappartient – Sono molto lieto che la nostra collaborazione prosegua per le varie discipline ciclistiche fino al 2031. Questo significa che saremo in grado di garantire la massima esposizione ai nostri eventi, permettendoci di raggiungere il pubblico esistente e quello nuovo in tutta Europa”.

Si tratta di un accordo assolutamente non scontato, tanto che l’Unione europea di radiodiffusione era un po’ preoccupata in questo ultimo anno di come sarebbero potute andare le cose vista la sempre maggiore concorrenza delle payTV di tutto il mondo, partendo dal gruppo Discovery che a livello globale sta puntando molto sul nostro sport, tanto che in alcuni paesi, come ad esempio il Regno Unito, ha ottenuto l’esclusiva per il Tour de France, mentre, ad esempio, le corse di Flanders Classics in Belgio non vengono più trasmesse sul canale pubblico francofono RTBF (e questo accordo ha l’unica eccezione della Coppa del Mondo di Ciclocross che non sarà trasmessa in chiaro nelle Fiandre). Anche il Giro d’Italia in molti paesi non è più disponibile in chiaro, mentre nel nostro paese quest’anno la RAI non ha ottenuto i diritti per Giro delle Fiandre e Amstel Gold Race, a conferma di un momento difficile.

ASO invece, anche per la sua volontà di avere un pubblico più ampio possibile per i propri sponsor, ha firmato lo scorso anno con l’UER un accordo di lunga durata, ma c’è stata a lungo grande incertezza anche su questo scenario. Come succede in altri sport, infatti, l’offerta economica dei partner privati è sempre molto alta e in un ciclismo che fatica a trovare un proprio modello di business, è evidente come vendere i propri diritti alle emittenti televisive a pagamento possa essere un metodo immediato per aumentare i ricavi.

Tuttavia, oltre agli spettatori, c’è un altro partner che rischia di perdere grosso in questo scenario. Si tratta delle squadre, che si finanziano ovviamente grazie ai propri sponsor. Sponsor che tuttavia perdono molta visibilità quando gli eventi vengono trasmessi in chiaro, ancor di più vista la recente tendenza ad aumentare i costi degli abbonamenti, che rendono difficile l’approdo di nuovi spettatori. Una perdita di visibilità che potrebbe comprensibilmente anche portare ad un calo degli investimenti, se non alla completa interruzione nel momento in cui si dovesse valutare che non c’è un rientro economico a causa di questa mancanza…

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