Tour de France 2025, Jonas Vingegaard come Remco Evenepoel: “Non c’era bisogno di Montmartre nella tappa finale”

Anche Jonas Vingegaard contrario alla salita in pavé di Montmartre nell’ultima tappa del Tour de France 2025. Presentata oggi, la frazione finale della prossima edizione della Grande Boucle sarà tutt’altro che una passerella conclusiva visti i tre passaggi sulla salita che ha segnato i Giochi di Parigi 2024, con l’ultimo scollinamento posto a meno di sei chilometri dalla conclusione, sempre sugli Champs-Elysées. Dopo Remco Evenepoel, anche il leader della Visma | Lease a Bike ha dunque espresso perplessità riguardo questa introduzione che giudica pericolosa per il nervosismo che potrebbe creare in gruppo, andando ovviamente ad aumentare la pericolosità.
“Onestamente, non ce n’è bisogno – commentava ieri, prima dell’ufficialità del percorso, ma con già l’annuncio che la salita si sarebbe fatta, il due volte vincitore del Tour in un’intervista a Het Laatste Nieuws – Durante i Giochi è stato bello: tanta gente, atmosfera splendida e belle immagini. Ma allora c’erano solo cinquanta corridori in gara, quest’estate 150 corridori vorranno trovare la posizione su una salita molto stretta. Questo potrebbe causare più stress di quanto in realtà si voglia. In questo modo, potrebbe accadere che l’ultima tappa sia improvvisamente importante per la classifica”
Il danese sottolineava chiaramente che molto dipendeva anche da dove sarebbe stata posizionata rispetto all’arrivo, rimarcando come sarebbe “una bella differenza” se la salita sarebbe stata “a dieci chilometri dall’arrivo o bisogna poi fare dei giri sugli Champs Elysées”. Ovviamente, intendeva che il maggior pericolo sarebbe stato con il passaggio nei pressi del Sacro Cuore vicino all’arrivo, come effettivamente sarà visto la terza e ultima volta che si salirà verso il pittoresco quartiere parigino si inizierà poi la discesa a meno di sei chilometri dal traguardo.
Parole dunque molto simili a quelle che in precedenza aveva espresso il leader della Soudal Quick-Step nelle scorse settimane, ancor prima che fosse ufficializzato da ASO il passaggio. “Non c’è bisogno di complicare ulteriormente le cose secondo me – aveva spiegato Evenepoel, interrogato sulla questione durante la conferenza stampa che precedeva la Liegi-Bastogne-Liegi – Avremo già abbastanza tempo per lottare sia per la vittoria che per le posizioni, non c’è bisogno di farlo anche nel corso dell’ultima tappa. Farlo aggiungerebbe ulteriore stress, un’ulteriore difficolta che secondo me non è necessaria. Andando ad analizzare le tappe che dovremo affrontare in precedenza si capisce che arriveremo all’ultimo giorno decisamente stanchi e senza più energie per lottare. Se posso, chiederei ad ASO di evitare questa idea, secondo me sarebbe la scelta migliore”.
Il belga aveva anche sottolineato come questa scelta avrebbe tagliato fuori le ruote veloci, che hanno nell’arrivo nella Ville Lumière uno degli obiettivi stagionali: “Aggiungere uno strappo di due o tre minuti da ripetere in più occasioni andrebbe sicuramente a condizionare l’esito dell’ultima tappa escludendo i velocisti – concludeva – Questo secondo me sarebbe negativo per il Tour“.
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