Tour de France 2025, il passaggio a Montmartre non piace neanche a Milan e Van Aert: “Si tratta di una scelta pericolosa” – Philipsen invece lo difende

Le modifiche al percorso dell’ultima tappa del Tour de France 2025 raccolgono molte critiche. Dopo l’annuncio di questa mattina del nuovo percorso della 21ª frazione della prossima Grande Boucle, che dopo il tradizionale circuito sui Campi Elisi affronterà anche un nuovo anello con all’interno la salita di Butte de Montmartre, non sono tardate ad arrivare le reazioni di quelli che saranno i protagonisti della corsa, tutti generalmente molto critici sulla decisione di aggiungere ulteriore stress in una tappa che, tradizionalmente, ha sempre rappresentato più che altro una lunga passerella prima dell’iconica volata finale.

Il primo a commentare la scelta è stato Jonas Vingegaard (Visma|Lease a Bike) che ha sottolineato come il passaggio in una strada stretta e tortuosa come quella verso Montmartre potrà rappresentare un pericolo importante, soprattutto alla luce del fatto che, a differenza di quanto avvenuto lo scorso anno ai Giochi Olimpici di Parigi, il gruppo sarà composto da più di 150 unità. Sulla stessa linea si era già espresso qualche settimana fa anche un altro attesissimo protagonista, ossia Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step), che aveva chiesto, senza successo, ad ASO di evitare di inserire un ulteriore elemento di difficoltà in un percorso che nelle tre settimane sarà già durissimo.

Decisamente deluso di questa modifica è anche Jonathan Milan (Lidl-Trek), rammaricato di dover con tutta probabilità rinunciare a giocare le sue carte sui Campi Elisi ancora prima del suo esordio sulle strade del Tour: “I Campi Elisi, come velocista, sono qualcosa che tutti sognano – racconta l’azzurro a L’Equipe È un peccato vedere il percorso modificato proprio prima del mio primo Tour de France. In ogni caso prima di arrivare a Parigi ci saranno tante opportunità ed è su quelle che voglio concentrarmi. Poi l’aggiunta di Montmartre renderà le dinamiche di corsa diverse, ma questo non significa che non possa esserci volata, tutto dipenderà da come la corsa verrà affrontata e anche dalla situazione di classifica”.

Ha un’opinione simile a quella del velocista azzurro anche Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck), che sottolinea come l’aggiunta di questa salita non si traduca nella totale impossibilità che alla fine sia comunque uno sprinter ad aggiudicarsi la tappa: “Da velocista è un peccato vedere questa tappa cambiare e io onestamente non riesco a capire le ragioni per modificare una tappa che era diventata una tradizione magnifica. – spiega il belga a L’Equipe – Credo comunque che ASO abbia delle motivazioni valide. Comunque il nuovo percorso farà sì che più corridori potranno vincere, ma questo non significa che non possa comunque trionfare un velocista. Tutto dipenderà dalla classifica, se sarà ancora corta nessuno vorrà perdere tempo e quindi anche la tensione del gruppo”.

Decisamente più contrariato, infine, Wout Van Aert (Visma|Lease a Bike) che, pur ammettendo che il nuovo percorso potrebbe favorirlo per la vittoria di tappa, sottolinea come la scelta di ASO vada ad aumentare notevolmente i pericoli per i partecipanti: “Non sono contento di questa modifica – spiega il belga a SporzaCredo che sia una scelta pericolosa. Durante le Olimpiadi siamo arrivati su quelle strade in cinquanta, mentre questa volta ci sarà tutto il gruppo del Tour de France, con molti corridori che dovranno difendere la loro posizione in classifica. Capisco che l’organizzazione voglia approfittare di questo nuovo circuito, però in questi anni si parla sempre di più di sicurezza e credo che questa scelta non ne tenga conto”.

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