Tour de France 2025, Christian Prudhomme difende la scelta di Montmartre: “Il sogno folle è vedere vincere la Maglia Gialla a Parigi”

L’inserimento di Montmartre nella tappa finale del Tour de France 2025 non ha entusiasmato il gruppo. Molte infatti le critiche riguardo la scelta di ASO, che ha comunque spiegato che si tratta di un unicum per omaggiare i Giochi di Parigi 2024 ma anche il 50° anniversario del primo arrivo della Grande Boucle sugli Champs-Elysées, dove poi la corsa si concluderà anche quest’anno. Un modo diverso dunque di concludere la prossima edizione offrendo agli spettatori uno spettacolo unico, che possa vedere gli uomini di classifica darsi battaglia fino all’ultimo giorno, fino all’ultimo traguardo, fino all’ultimo metro.

La speranza è dunque vedere vincere la Maglia Gialla anche sull’ultima linea d’arrivo, come nella storia è successo solo due volte, entrambe con Bernard Hinault.  “Ho un sogno folle – commenta il direttore di corsa Christian Prudhomme a Sporza – L’unico corridore che è riuscito a vincere in giallo è Bernard Hinault, nel 1979 e nel 1982. Questo percorso apre di nuovo le porte a questa possibilità […] Era scontato che volessimo fare qualcosa di grande per il 50° anniversario del primo arrivo sugli Champs-Elysées”.

L’organizzatore ha dunque voluto inserire un elemento che “aumenterà ulteriormente il prestigio del Tour in tutto il mondo”, con la speranza di offrire un ulteriore bagno di folla ai corridori, come successo durante l’ultima Olimpiade, permettendo così “al ciclismo di costruire ulteriormente la sua leggenda”. Parole che ben rispecchiano la voglia di grandeur transalpina, ma anche una precisa idea rispetto a come si posiziona la Grande Boucle nel panorama internazionale del ciclismo visto che “ciò che è positivo per il Tour è positivo per i campioni del Tour”.

Ribadendo come questo arrivo “garantirà il ritorno della gloriosa incertezza di questo sport”, Prudhomme ritiene che le critiche facciano parte del gioco, come ad ogni novità: “Quando l’anno scorso abbiamo inserito la tappa dello sterrato nel percorso del Tour, non siamo riusciti a impressionare i corridori. La stessa storia si era vista quando avevamo reso di nuovo popolare il pavé”. Per concludere cita un esempio che risale ormai a più di un secolo fa: “Quando Henri Desgrange  inserì per la prima volta il Tourmalet e i Pirenei nel percorso nel 1910, non tutti ne furono entusiasti. Ora fanno parte della leggenda del Tour. Dobbiamo continuare a costruire questa leggenda”.

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