Tour de France 2024, Davide Cassani: “Pogacar il più forte, Vingegaard sorprendente, Evenepoel maturo, Roglic attendista”
Davide Cassani fa le carte ai quattro grandi favoriti del Tour de France 2024 al termine della prima settimana. Il giorno di riposo è spesso il momento dei bilanci e l’esperto commentatore RAI, tornato (assieme ai suoi altri numerosi impegni) alla TV di stato comme commentatore tecnico dopo l’esperienza da cittì della nazionale azzurra, analizza quanto ha visto nel corso delle prime nove tappe di una Grande Boucle che ha avuto modo di vedersi passare anche nel giardino di casa.
Riguardo Tadej Pogacar: “Il più forte, il più generoso, il più imprevedibile. È partito sul San Luca a Bologna, sul Galibier e ieri sugli sterrati. E nella crono è riuscito a guadagnare su Vingegaard e Roglic. Corre tranquillo anche perché ha al fianco compagni di squadra fortissimi”.
“Sorprendente, attento, parsimonioso”, è invece Jonas Vingegaard che “nonostante la terribile caduta ai Paesi Baschi è riuscito a prepararsi al meglio”. La strada è ancora lunga, ma l’ex corridore faentino ne sottolinea l’ottimo stato di forma, anche se dovrà crescere ancora: “Non ha fatto ricognizioni sul percorso e neanche allenamenti per le crono ma in salita è quasi come il Vingegaard 2023. Ma dovendo lottare con un Pogacar che va più forte rispetto al tour dello scorso anno deve crescere ancora un po’ per sperare di vincere questo Tour. Ha corso sulla difensiva in questa prima settimana ma non poteva fare altrimenti. È lui l’uomo più pericoloso per Tadej”.
Complimenti anche per Remco Evenepoel, definito “pimpante, maturo, attento, imbattibile a cronometro”. Il meno esperto del lotto e forse quello meno quotato, ma che sta rispondendo ben presente: “Senza fare tanti proclami ha le idee molto chiare: giocarsela fino alla fine. In montagna non ha il cambio di ritmo di Pogacar e Vingegaard ma sapendo di non poterli reggere in salita intanto li ha battuti a cronometro. Ora l’esame più difficile per lui: le grandi montagne”.
Più nascosto sinora invece Primoz Roglic, che Cassani vede “silenzioso, incerto, attendista”, nonché “dei quattro il meno brillante”. Pur con qualche dubbio, l’invito sembra essere quello di non sottovalutarlo: “Si pensava potesse attaccare sul San Luca invece si è staccato, così come ha sofferto sul Galibier quando ancora stavano lavorando i gregari di Pogacar. A crono è partito piano per crescere nel finale. Si vede poco in corsa ma in Red Bull Bora sono tutti per lui. Ha vinto il Giro d’Italia aspettando l’ultima crono e credo che stia cercando di spendere il meno possibile ora per averne di più negli ultimi quattro giorni. Resta un uomo pericolo per tutti e non è tagliato fuori dai giochi ma deve crescere”.
“La tappa di ieri ci ha mostrato che Vingegaard cura solo Pogacar – prosegue Cassani – Non gli interessa quello che fanno gli altri, lui tallona lo sloveno. Ieri ha reagito agli scatti di Pogacar e Evenepoel, ma non ha collaborato. Perché? Perché non poteva accettare una sfida su un terreno a lui ostile. Mettersi a tirare con Evenepoel e Pogacar, ieri, voleva dire rischiare poi di rimanere staccato nel finale. Ha corso con intelligenza”.
Da Ekoï è già Black Friday! Tutto il sito al 60%! |
Ascolta SpazioTalk! |
Ci trovi anche sulle migliori piattaforme di streaming |