Le Delusioni del 2023
La nostra analisi della stagione del 2023 continua sul nostro sito. Dopo aver passato in rassegna i dieci migliori momenti della stagione ed aver analizzato la settimana scorsa le dieci sorprese del 2023, questa settimana sarà il momento di una delle graduatorie più amare per i protagonisti, quella delle dieci delusioni stagionali. Come al solito la top-10, stabilita al termine di un articolato confronto in redazione, sarà presentata a ritroso lungo tutto l’arco della settimana, fino a domenica quando verrà svelato il nome del corridore che più di tutti ha deluso nel corso degli ultimi dodici mesi rispetto alle aspettative di inizio stagione.
1. Caleb Ewan
Per un velocista del calibro e del blasone dell’australiano, chiudere un’intera stagione vincendo solo una corsa di livello .1, la Van Merksteijn Fences Classic (nota anche come Gp Marcel Kint), è oggettivamente troppo poco. Il portacolori della Lotto-Dstny ha mancato a più riprese l’acuto decisivo, dovendosi accontentare di diversi piazzamenti e non mantenendo fede alle attese. La squadra ha poi deciso di portarlo al Tour de France, dove è sì salito due volte sul podio di giornata, ma ha poi finito per scivolare nelle retrovie della corsa, ritirandosi poi a metà percorso, scena già più volte in passato, in quanto a Grandi Giri. Il rapporto con la Lotto-Dstny ha risentito di tutto questo, tanto da portare a un divorzio anticipato e a una nuova sistemazione di CicloMercato. Da vedere, se, con una maglia diversa, l’australiano riuscirà a ritrovare gli spunti del passato.
2. Sergio Higuita
Dopo un 2022 in cui si era ben rilanciato con la Bora – hansgrohe, dimostrando continuità e solidità nel corso della stagione, quest’anno per il colombiano le cose sono andate molto diversamente e non basta una vittoria e qualche piazzamento a salvare il bilancio. Lontano dai migliori nelle classiche e alla Vuelta a España alla quale aveva puntato specificatamente, senza correre alcun GT prima per arrivarci più fresco possibile, il 26enne parte tutto sommato anche bene, ma sparisce dai radar sin dalla primavera, senza poi più riuscire a farsi notare in corsa, né in prima persona, ma neanche riuscendo a dare un grande contributo ai suoi compagni al momento del bisogno.
3. Biniam Girmay
Il promettente corridore eritreo compie un passo indietro rispetto a un 2022 che sembrava poterlo lanciare verso grandi traguardi dopo le belle vittorie alla Gand-Wevelgem e in una tappa del Giro d’Italia. Complice anche qualche caduta di troppo, che spesso lo costringe a inseguire la condizione, il 23enne della Intermarché-Circus-Wanty quest’anno non riesce infatti a confermarsi e a fare quel salto di qualità che ci si attendeva da lui a inizio stagione, con il bottino che alla fine recita due vittorie, una tappa alla Volta Valenciana a febbraio e una al Giro di Svizzera a giugno. Nei grandi appuntamenti non è invece praticamente mai protagonista, venendo respinto sia dalle classiche di primavera che da quelle autunnali, e si vede poco anche al suo primo Tour de France, dove riesce a ottenere solo due piazzamenti (terzo e sesto) in volata.
4. Julian Alaphilippe
Reduce da una stagione inevitabilmente compromessa dalla rovinosa caduta alla Liegi dello scorso anno, apre il suo 2023 con il piglio giusto, prendendosi un bel successo dopo pochi giorni di corsa e facendosi notare poi anche alla Tirreno-Adriatico. La seguente primavera, compromessa da un non meglio precisato problema al ginocchio, lo vede restare fuori dai piani alti. Si rivede così direttamente in estate e subito torna al successo, conquistando una tappa di un Giro del Delfinato vissuto da protagonista, ma di nuovo arriva un calo netto, che la sua grande grinta non basta a compensare nel corso di un Tour de France sfortunato. Il resto di una stagione che per uno come lui non è abbastanza prosegue su questa falsariga, del vorrei ma non posso, proseguendo una parabola che non sarà semplice invertire quando ormai la carta d’identità segnerà rapidamente 32 anni il prossimo anno.
5. Daniel Martinez
Un solo sussulto, la vittoria nella classifica generale della Volta ao Algave a febbraio, ma, per il resto, la stagione dello scalatore colombiano è piuttosto anonima e non lo vede praticamente mai in lotta per risultati importanti. Sempre lontano dai migliori a Parigi-Nizza, Giro dei Paesi Baschi (dove era campione uscente) e Giro del Delfinato, il 27enne doveva essere una delle tre punte della Ineos Grenadiers per il Tour de France, ma esce di classifica subito nelle prime due tappe e, dopo un paio di fughe, alla fine si ritira al termine della seconda settimana per le conseguenze di una caduta. Corre poi solo altre tre gare a settembre prima di chiudere anticipatamente l’annata, che sicuramente non può essere considerata positiva se rapportata al buon 2022.
6. David Gaudu
A guardare i freddi risultati, lo scalatore francese non è stato poi così deludente, almeno se ci si ferma alla prima metà di stagione. Il corridore della Groupama-FDJ è infatti stato spesso fra i migliori, ha chiuso al secondo posto la Parigi-Nizza e si è messo in evidenza anche al Giro dei Paesi Baschi. Da lì in poi, però, il rendimento è colato a picco e Gaudu non è riuscito a mantenere le attese, soprattutto al Tour de France. Lui stesso aveva grandi ambizioni, la squadra ha puntato nettamente su di lui, sacrificando Démare (al punto da arrivare a una rottura definitiva e facendolo così finire da subito in un’altra squadra), ma alla fine nel piatto del Tour è rimasto un nono posto nella classifica generale e qualche tentativo di fuga non riuscito. Dopo Parigi, poi, è sostanzialmente sparito dalla circolazione.
7. Benoît Cosnefroy
Dopo un 2022 incoraggiante, quest’anno ci si aspettava una consacrazione definitiva da parte del 28enne transalpino che invece non è arrivata. I grandi obiettivi stagionali erano concentrati in primavera ma alla fine è arrivato soltanto un deludente terzo posto alla Freccia del Brabante e un sedicesimo al Giro delle Fiandre. Il resto della stagione non è andata meglio, con un paio di fughe tentate al Tour de France e un finale anonimo, quando ormai il morale era sotto i tacchi. Dopo un’annata senza vittorie lo si attende ora a una nuova rinascita l’anno prossimo, dato che ha tutti i mezzi fisici e mentali per tornare ad essere uno dei corridori di riferimento per le corse di un giorno.
8. Sam Bennett
La seconda esperienza alla BORA-hansgrohe del velocista irlandese si conclude con una delle annate peggiori da quando è professionista. Dopo il traumatico addio alla Deceuninck – Quick Step a fine 2021, non ha di fatto mai trovato lo spunto dei tempi migliori, riuscendo addirittura a calare ulteriormente, per sua stessa ammissione, in questo 2022. Una vittoria di tappa all’esordio stagionale alla Vuelta a San Juan e due al Sibiu Tour rappresentano decisamente un magro bottino per colui che nel 2019 inanellò ben 13 vittorie. Quest’anno non ha partecipato neanche a un GT, disputando buone volate a livello WorldTour soltanto a inizio stagione. Nel 2024 inzierà una nuova avventura alla Ag2r-Citroen con la quale spera finalmente di rivitalizzarsi.
9. Fernando Gaviria
Delusione numero uno nella graduatoria del 2022 (nonché prima Scommessa del 2023), il colombiano torna tra le delusioni anche quest’anno. Il passaggio alla Movistar sembrava poter segnare un nuovo inizio per il velocista sudamericano che arrivava da almeno tre anni piuttosto sottotono con la maglia dell’UAE Team Emirates. Qualche vittoria è arrivata: una tappa alla Vuelta a San Juan e una al Giro di Romandia non sono abbastanza per un velocista del suo calibro. Nonostante un rendimento abbastanza costante, Gaviria non ha fatto rilevanti passi in avanti rispetto al 2022, fallendo gli appuntamenti chiave come la Milano-Sanremo e soprattutto il Giro d’Italia, dove ancora una volta ha dovuto cedere il passo al proprio istinto non riuscendo mai a trovare il tempo giusto per una volata vincente.
10. Juan Pedro Lopez
Il 26enne scalatore spagnolo, protagonista a sorpresa di buona parte del Giro d’Italia 2022, nel corso di questa stagione si è perso nell’anonimato. Superato un infortunio a gennaio, ha incentrato la propria stagione sulle corse a tappe, portando a termine regolarmente sia il Tour de France che la Vuelta a España, ma senza di fatto mai farsi vedere. In tutto l’anno non ha centrato neanche una top-10, ritrovandosi uomo di classifica della Lidl-Trek proprio nella corsa spagnola, chiusa al diciassettesimo posto lontanissimo dai primi. Ci si aspettava qualche passo in avanti in più da questo corridore, che non è riuscito a sfruttare appieno la libertà concessagli dalla squadra.
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