Giro d’Italia 2026, Mauro Vegni conferma una tappa e anticipa: “Cercheremo qualche montagna dolomitica”

Mauro Vegni parla del percorso del Giro d’Italia 2026. Ospite in collegamento telefonico di RadioCorsa, il programma televisivo in onda su RaiSport dalle 19 alle 20.20, il direttore della corsa (prossimo alla pensione) ha dato qualche antipasto su quello che ci aspetta nella prossima edizione. In studio, Beppe Conti ha dato un abbozzo di quelle che si pensa siano le anticipazioni sul percorso del Giro d’Italia: partenza dalla Bulgaria, poi Calabria, forse Blockhaus, Toscana, Liguria, magari con una cronometro Barbaresco-Barolo, Pila, tappa in Svizzera, finale tra Veneto e Friuli prima del viaggio a Roma. Insomma, una previsione in linea con quanto si è discusso in questi giorni, in attesa della presentazione ufficiale.
In collegamento telefonico, Mauro Vegni ha confermato che la ventesima tappa arriverà a Piancavallo, con un significato speciale: “La tappa di Piancavallo partirà da Gemona per ricordare i 50 anni del terremoto. Io c’ero quell’anno lì, sono stato per sette mesi, fino all’11 settembre quando ci fu l’altra scossa. Anche per me è un ricordo importante di quella gente che ha sofferto il terremoto. Il Giro cerca sempre di mettere l’attenzione sui fatti che hanno costituito in qualche modo la storia del nostro Paese, anche in maniera negativa. Voglio ricordare anche quando abbiamo fatto una tappa in memoria del Vajont. Il Giro vuole mantenere attiva la memoria su questi fatti”.
Come possibili anticipazioni, Vegni non si sbilancia troppo oltre: “Quest’anno abbiamo fatto un Giro che è arrivato alla fine senza perdere una tappa. Quando perdi montagne particolari perdi il sapore che hanno le montagne epiche. Quest’anno cercheremo di riportare qualche montagna dolomitica che danno quel sapore speciale al Giro. Non ci sarà Pogacar? È un ragazzo che inizia a vincere a febbraio all’UAE Tour e poi vince cinque Lombardia di fila. È una cosa che sarà difficile da eguagliare in futuro. Anche quando non sta bene, se si prefissa un obiettivo riesce sempre a raggiungerlo”.
Il percorso del Giro d’Italia 2025, comunque, verrà svelato tra non molto: “Dovrebbe essere presentato a fine novembre, massimo prime settimane di dicembre, perché vogliamo presentarlo in un posto degno. Dobbiamo pensare a un teatro importante, che dia lustro al Giro d’Italia”.
Il numero uno del Giro d’Italia ha poi parlato del Giro d’Italia 2025 vinto da Simon Yates con un sorpasso nel finale nei confronti di Isaac Del Toro: “Sono rimasto dispiaciuto per Del Toro, non perché ha vinto Simon Yates, che ha ricevuto indietro ciò che aveva dato via con la sfortuna negli anni passati. Del Toro ha dimostrato di essere un campione, gli è mancato qualcosa tatticamente nel finale. Non è stata una questione di forze. Non so se la squadra avrebbe potuto dirigerlo in maniera migliore. Secondo me questo Giro lo ha perso più lui di quanto lo abbiano vinto gli altri. Del Toro è un campione, anche in autunno ha fatto tante cose”.
Riguardo i Giri d’Italia disegnati da direttore sportivo, Vegni ricorda con affetto quello del 2018: “Mi è rimasto impresso quello vinto da Froome, con la partenza in Israele. Era una prima partenza oltre continente, in una città prestigiosa come Gerusalemme, prima che avvenisse tutto quello che sta avvenendo ora lì. Poi per la prima volta c’era la partecipazione di Froome nel suo prime. Noi avevamo insistito perché partecipasse, poi ha fatto quel capolavoro finale, che rimane perché in quel momento nessuno si aspettava che facesse quest’impresa”.
Riguardo il suo futuro, invece, Mauro Vegni scherza, ma non tralascia qualche indizio: “Ho già fatto la richiesta all’INPS, ufficialmente da dipendente di RCS sarà l’ultimo Giro disegnato da me. Poi vedremo cosa succederà. Il mio successore? Possono esserci tante ipotesi, ma tra le varie alternative… c’è quella di andare a pescare, dico la verità. È un lavoro esasperante, faccio quest’attività da 50 anni, è giusto anche fermarsi e dare spazio ai giovani, se arriveranno dei giovani al mio posto”.
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