Giro d’Italia 2024, il grande protagonista Andrea Vendrame: “Mi ero segnato questa tappa già a inizio Giro”
Andrea Vendrame è raggiante per la vittoria di oggi al Giro d’Italia 2024. Il veneto della Decathlon Ag2r La Mondiale grazie a una cavalcata in solitaria di circa 30 chilometri è riuscito ad arrivare tutto solo sul traguardo di Sappada e a conquistare così la 19esima frazione di questa Corsa Rosa. Il 29enne di Conegliano era andato in fuga a inizio tappa con altri grandi corridori come Julian Alaphilippe (Soudal-QuickStep) e Jhonatan Narvaez (Ineos Grenadiers) che però non hanno potuto far nulla contro la tenacia e il coraggio dell’azzurro. Parlando ai nostri microfoni nel dopo tappa Vendrame ha parlato delle sue sensazioni in corsa e di come ha gestito i tanti chilometri all’attacco.
Raccontaci le emozioni di questa tua seconda vittoria al Giro d’Italia.
“L’emozione è tanta. Sono vicino a casa quindi le strade le conosco e questa tappa me l’ero segnata fin da inizio Giro. Abbiamo giocato al meglio le nostre carte, la cosa importante era essere presenti nella fuga di giornata e dall’ammiraglia mi hanno gestito benissimo. Poi, essendo io un po’ folle, ho attaccato in discesa e ho guadagnato quei pochi secondi che pian pianino sono diventati un minuto. Io ho sempre proseguito con un ritmo molto regolare per riuscire a portare a casa questa vittoria”.
In questa stagione aveva fatto tre secondi posti, uno al Trofeo Laigueglia e due al Giro di Romandia. Cosa significa per te tornare a vincere?
“La vittoria mi mancava da parecchi anni ed era abbastanza frustrante ottenere tutti questi piazzamenti. Ora che ci siamo sbloccati speriamo che continui così”.
In fuga con te c’erano corridori di altissimo livello, cosa ti passava per la testa quando eri all’attacco?
“Era una fuga ben composta da diversi nomi importanti. In salita ho visto Alaphilippe che attaccava mentre io preferivo gestirmi e salire il più regolare possibile per poi fare uno sprint al Gpm in modo da rientrare. Poi sapevo che in discesa me la cavo abbastanza bene. A circa 30 km dall’arrivo è arrivato un bel nubifragio in discesa quindi ho preferito prenderla davanti e attaccare per vedere se riuscivo a fare la differenza. Sapevo le difficoltà di alcuni corridori e abbiamo giocato in modo offensivo”.
Quando hai capito che ce l’avevi fatta?
“Fino agli ultimi 500 metri non ero sicuro, anche se dall’ammiraglia mi davano conferma di avere un minuto di vantaggio. Il mio vecchio allenatore quando ero giovanissimo mi ha sempre detto che sei sicuro solo quando passi la linea. Ora siamo diventati grandi, siamo qui al Giro, è bello scherzare ma fino a quando non si passa la linea non si sa mai”.
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