UCI, ufficiale la sospensione di 9 mesi per Dylan Groenewegen: “Resterà per sempre una brutta pagina della mia carriera”

L’UCI ufficializza la sospensione di nove mesi per Dylan Groenewegen in relazione all’incidente provocato al Giro di Polonia. Il corridore della Jumbo – Visma potrà dunque tornare alle corse il 7 maggio 2021. Avvenuto il 5 agosto scorso, in occasione della prima tappa della corsa, l’incidente ha visto il corridore neerlandese effettuare una manovra pericolosa che ha mandato contro le transenne Fabio Jakobsen, portando ad una carambola che ha visto altri cinque corridori finire a terra, fra cui lo stesso Groenewegen. Uno scontro tremendo per il corridore della Deceuninck – QuickStep, con conseguenze gravissime a livello del volto, per il quale sono ancora necessarie importanti operazioni anche se il corridore spera di poter tornare presto ad allenarsi sui rulli.

Quella caduta resterà per sempre una pagina buia della mia carriera – commenta lo sprinter neerlandese – Durante la volata ho deviato dalla mia linea. Mi dispiace, perché voglio essere un velocista leale. Le conseguenze sono state molto sfortunate e gravi. Sono consapevole di questo e spero che questa possa essere una lezione per ogni velocista. Seguo molto da vicino le notizie riguardo il recupero di Fabio. Posso solo sperare che un giorno possa tornare completamente. La chiusura del caso porta chiarezza e mi dà la possibilità di tornare a guardare avanti. Sono felice di questo, anche se il 7 maggio è ancora molto lontano. Sono felice del supporto che ho avuto dalla squadra, dalla famiglia e dagli amici. Assieme lavoreremo, fisicamente e mentalmente, verso quel giorno”.

Nel suo comunicato l’UCI sottolinea come “il corridore ha ammesso di aver deviato dalla propria linea, violando il regolamento” e che “ha collaborato con le indagini”, oltre ad aver “accettato di prendere parte ad una serie di eventi a beneficio della comunità ciclistica”. Non vengono invece segnalate in questo momento sanzioni, raccomandazioni o posizioni riguardo la pericolosità di un arrivo che in questi anni è stato fortemente e ripetutamente criticato dal gruppo.

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