NTT, Bjarne Riis si difende: “Non commetterei mai gli stessi errori, se sbaglio di nuovo buttatemi in prigione”

Bjarne Riis corregge il tiro. Dopo le affermazioni infelici dei giorni scorsi in cui dichiarava di “essere sempre lo stesso” e “con gli stessi valori”, dal Tour Down Under prova a spiegarsi meglio. Il nuovo team manager della NTT Pro Cycling, di cui ha recentemente acquisito il 30% delle azioni, il 55enne danese si trova ad affrontare numerose critiche per questo suo rientro nel grande ciclismo maschile. Tra le figure di spicco di quello che è considerato uno dei periodi più bui del ciclismo per i numerosi scandali doping, l’ex corridore della Telekom, il cui direttore sportivo ha Rudy Pevenage ha recentemente pubblicato un libro di confessioni, il dirigente scandinavo vuole far sapere di essere sulla strada giusta, di essere cambiato e di non volere un nuovo scandalo doping

“Lo sono, davvero – spiega a VeloNews – So che rovinerebbe il ciclismo, me e la mia famiglia. E questo non è il mondo di cui vorrei far parte. Ho visto il prezzo che devi pagare […] Ho commesso degli errori e l’ho ammesso. Ho chiesto scusa e sono pronto a chiederlo ancora se serve. Sono andato avanti, non mi nascondo. Posso scappare dal passato? No. Ho imparato dal passato? Assolutamente. Non commetterei mai gli stessi errori, se sbaglio di nuovo buttatemi in prigione“.

Per lui quanto successo è “una pagina oscura” della sua vita, che gli è costata molto e che ancora lo fa soffrire. Ed è per questo che non correrebbe più un rischio simile. “Se dovesse succedere qualcosa so che sarei io a pagare. Sono che sarei visto come il responsabile, ma non voglio più far parte di quel mondo – aggiunge – Quel mondo mi ha fatto così tanto male nella mia vita e mi ha dato così tanti problemi…”

Intanto, può incassare il supporto del presidente UCI David Lappartient, che ha spiegato come, da regolamento, Riis ha diritto di dirigere una squadra. “Ne ha diritto perché ha riconosciuto di aver fatto degli errori quando era corridore e ha diritto di tornare nel ciclismo”, ha chiarito il dirigente francese, che si dice “sicuro che ha imparato dalla lezione del passato per essere più forte in futuro”. Ovviamente, diverso sarebbe il discorso se dovesse ora infrangere il regolamento perché “se qualcuno commette ora una violazione antidoping, non potrebbe più tornare”.

Un commento

  1. Bjarne Riis ha riconosciuto di aver commessi degli errori ma siamo davvero sicuri che solo chi ha ammesso abbia compiuti gli stessi errori? Birillo non ha mai ammesso di aver fatto uso di sostanze dopanti e ha solo riconosciuto che c’erano sue sacche di sangue soltanto nel momento in cui si prospettava di eseguire il controllo del DNA di quelle tenute da quella specie di stregone spagnolo che non voglio nemmeno citare. E ci siamo dimenticati di tutti quelli che avevano avuta la sfortuna di aver bevuto un te dalla nonna o ingerito carne inquinata. Personalmente sono del parere che o si eliminano tutti i risultati di quegli anni o tanto vale che vengano invece riconosciuti come validi, compresi i 7 Tour di Armstrong o i Giri di Contador, Basso, Simoni, Gotti etc. etc.

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