Groupama-FDJ, Thibaut Pinot contro l’utilizzo di TUE e chetoni: “Chiunque ne usi non ha nulla a che fare con il ciclismo”

Nell’intervista concessa a l’Equipe, nella quale ha raccontato i motivi della scelta di correre il Giro 2021 invece che il Tour, Thibaut Pinot ha parlato anche di doping. In particolare, il francese si è soffermato sulle TUE, le esenzioni che vengono concesse agli atleti per utilizzare sostanze o metodi vietati dall’antidoping a fini terapeutici, e sull’uso dei chetoni, sostanza venuta alla ribalta negli ultimi anni che verrebbe utilizzata, tra gli altri, anche dalla Jumbo-Visma come parte di una bevanda definita “miracolosa”. Una sostanza non ancora vietata, in quanto i chetoni sono dei composti organici prodotti dal fegato per bruciare grassi (dunque, non sono doping in senso stretto), ma fortemente sconsigliata dal MPCC, il Movimento Per il Ciclismo Credibile, di cui fa parte anche la squadra di Pinot, la Groupama-FDJ.

Lo scalatore francese è sempre stato contrario all’utilizzo delle TUE, ma questo inverno (quindi fuori competizione) ha dovuto farne richiesta per utilizzare dei corticosteroidi (sotto il controllo dei medici del team) per curare i problemi alla schiena che lo affliggono da mesi: “Da un punto di vista etico, sono sempre stato contrario. Ero nel periodo invernale, completamente lontano dalle gare. Ne avevo bisogno per aiutare la mia schiena a guarire. Non l’avrei mai fatto tra due gare. Quando lo fai, ci sono almeno tre settimane di effetti. Alcuni lo fanno subito prima delle gare. Sono completamente contrario a tutto ciò e credo ancora che esista un ‘ciclismo a due velocità‘”.

“Ho visto l’effetto che aveva sulla mia schiena – ha proseguito il 30enne – Ci sono diverse gare che avrei potuto concludere [se le avessi usate]. La gente ti critica per aver abbandonato, questa è la cosa che mi fa più male… Continuerò a fare le cose a modo mio fino alla fine della mia carriera“. Pinot, comunque, ha ammesso che si possa fare uso delle TUE per necessità, ma “fuori competizione, e ti fermi per quattro settimane”.

Il 30enne, infatti, è piuttosto duro con chi ne fa uso prima di una gara: “Chiunque usi una TUE non ha nulla a che fare con il ciclismo. Non capisco i ragazzi che corrono in bici con il cortisone. Sappiamo che non seguiamo tutti le stesse regole, il che è un peccato. Tra quelli che fanno parte del MPCC e quelli che non lo sono, c’è troppa differenza. È positivo che ci sia un MPCC, ma non dovrebbe nemmeno esistere perché tutti dovrebbero seguire le regole“.

Lo scalatore transalpino, infine, non esita ad attaccare anche chi fa uso di chetoni: “Perché i corridori continuano a gettare le loro borracce ma tengono in tasca i piccoli contenitori di chetoni? Non capisco. Si dice che ti aiutino a perdere peso. La cosa più difficile del ciclismo non è fare sei o sette ore sulla bici, è il tuo peso: dimagrire senza perdere potenza. Alcuni corridori vengono contattati su Instagram, sollecitati ad acquistare i chetoni. Juniores, Under-23, giovani corridori che vogliono assolutamente diventare professionisti potrebbero essere tentati, e questo mi sciocca“.

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