Bora-Hansgrohe, Ide Schelling: “L’incidente dei miei compagni è tutta colpa di chi guidava il SUV. Ma nei Paesi Bassi abbiamo le piste ciclabili”

Il giovane Ide Schelling racconta l’incidente dei compagni di squadra. Il neerlandese della Bora-Hansgrohe sarebbe potuto essere l’ottavo corridore investito da un Suv sul Lago di Garda, ma ha deciso di tornare in hotel subito dopo aver concluso l’allenamento. È andata molto peggio, purtroppo, ai suoi sette compagni, alcuni anche infortunati in modo serio, che avevano deciso di prolungare la loro uscita di venti minuti per completare le sei ore piene di allenamento (“una cosa da ciclisti” l’ha definita il classe ’98). Il ventiduenne ha poi parlato dell’incidente, specificando di non aver assistito in prima persona, sottolineando le responsabilità di chi guidava il SUV, ma anche l’assenza di piste ciclabili.

“Avevamo concluso l’allenamento, ma alcuni hanno deciso di fare una ‘cosa da ciclisti’ – ha dichiarato a Nos – Volevano completare le sei ore e sono andati avanti per altri venti minuti. Lì è successo l’incidente. Io ero stanco, per me andava bene così. Per me è stata una decisione fortunata non trovarmi lì. Tranne i ragazzi, nessuno ha visto davvero l’incidente, ma si è rivelato un incidente serio. Non è facile quando vai a trenta o quaranta all’ora su una strada spianata e una macchina ti viene incontro, anche a una velocità ragionevole”.

Tuttavia, l’ex Seg Racing Academy non ha dubbi sulle responsabilità dell’incidente: “Nei Paesi Bassi siamo fortunati ad avere bellissime piste ciclabili, ma all’estero si corre sulle strade pubbliche con le auto che ti passano di fianco. Quindi c’è traffico sia da destra che da sinistra. Ovviamente ci fai attenzione, e spesso abbiamo auto dietro di noi che sanno rispettare le distanze. Oggi, tuttavia, è stata tutta colpa del guidatore del SUV. È stato un bel training camp, ma concluderlo così ha davvero abbassato il morale. Non è mai bello sentire che i tuoi amici e compagni sono finiti in ospedale”.

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