Vuelta a España 2025, il direttore Javier Guillén: “Quello che abbiamo visto ieri è inaccettabile, non deve accadere di nuovo”

"Volevamo che la tappa finale si concludesse 'normalmente', ma a tre chilometri dal traguardo si è verificata un'altra invasione, con alcuni corridori caduti - ha aggiunto - Non abbiamo avuto altra scelta che annullare"

Il giorno dopo la brusca conclusione della Vuelta a España 2025, il direttore della corsa Javier Guillén ha detto la sua su quanto accaduto ieri e durante le ultime tre settimane. Le proteste da parte dei manifestanti pro-Palestina contro la presenza in gara della Israel-Premier Tech che hanno caratterizzato buona parte delle frazioni del GT iberico, portando alla neutralizzazione di una tappa, al taglio e alla modifica di altre due e all’annullamento dell’ultima (oltre che della cerimonia di premiazione), hanno costretto gli organizzatori a prendere decisioni difficili in un contesto forse mai verificatosi prima (o comunque, mai con tale intensità) per cercare sia di garantire la sicurezza dei corridori, sia che la gara potesse essere portata a termine regolarmente. Durante una conferenza stampa organizzata quest’oggi, Guillén ha rivendicato la bontà delle decisioni prese, ma non ha nascosto un po’ di amarezza per come sono andate le cose.

Volevamo che la tappa finale si concludesse ‘normalmente’, ma a tre chilometri dal traguardo si è verificata un’altra invasione, con alcuni corridori caduti. Non abbiamo avuto altra scelta che annullare”, le parole, riportate da Marca, del direttore di corsa”, che ha poi voluto sottolineare gli sforzi fatti da tutta l’organizzazione e l’impegno dei partecipanti: “Vorrei ringraziare le 3.500 persone del team LaVuelta, i corridori e le squadre, che hanno sempre voluto correre. Non hanno mai detto il contrario. La Vuelta 2025 si è svolta, le 21 tappe sono state completate. Non come meritavano i corridori, ma è stata completata“.

Voglio condannare quanto accaduto nell’ultima tappa – ha proseguito Guillén parlando dei fatti di ieri – Sono necessari pochi commenti; le immagini parlano da sole. Quello che abbiamo visto ieri è inaccettabile. Siamo una corsa, siamo uno sport. Pensiamo che sia giusto usare la nostra piattaforma per protestare, ma esigiamo rispetto per i nostri atleti. Questo non deve accadere di nuovo“.

Riguardo alla presenza in gara della Israel-Premier Tech, il direttore di gara ha poi sottolineato che, in quanto organizzatori, non potevano agire diversamente da quanto hanno fatto: “Nessuna federazione ha escluso Israele dalle sue competizioni, nemmeno l’Unione Europea. L’UCI ha rilasciato una dichiarazione e, a quanto pare, erano a conoscenza di quanto stava accadendo. Abbiamo parlato con l’UCI per informarli di quanto stava accadendo. Hanno preso posizione con una dichiarazione, che prevedeva il mantenimento della Israel in gara. Non potevamo fare altro; senza la loro autorizzazione, ci sarebbero state conseguenze legali“.

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