Bilancio Squadre 2025: Red Bull-Bora-hansgrohe – Vincenti sì, convincenti non sempre. Florian Lipowitz e Giulio Pellizzari le scoperte dell’anno, ma scoppia la grana-Lazkano

La Red Bull-Bora-hansgrohe chiude il suo 2025 con qualche bella soddisfazione e altrettanti interrogativi. La formazione tedesca era al secondo anno del suo nuovo corso, quello con Primož Roglič faro indiscusso (almeno sulla carta), ma le ambizioni nei Grand Tour si sono scontrate con la presenza di corridori semplicemente più forti. Non tutti i mali sono venuti per nuocere: la prestazione meno brillante dello sloveno ha permesso di scoprire pienamente i talenti di Florian Lipowitz, terzo e maglia bianca al Tour de France, e Giulio Pellizzari, sesto in classifica sia al Giro d’Italia sia alla Vuelta a España. E chissà come sarebbe stata la Corsa Rosa senza la caduta di Jai Hindley, quarto in Spagna nonostante la sfortuna di maggio. La stagione, comunque, si è conclusa con 23 successi, tra cui due tappe nei Grand Tour (Denz al Giro, Pellizzari alla Vuelta) e la classifica generale della Volta a Catalunya (con Roglič). Non pochi, ma forse ancora non in linea con le ambizioni della squadra.

TOP

Il 2025 è stato l’anno del definitivo salto di qualità di Florian Lipowitz. Il tedesco aveva già mostrato sprazzi del suo talento nel 2024, ma in questa stagione ha trovato la costanza giusta per essere affidabile dall’inizio alla fine dell’annata. Il terzo posto in classifica generale al Tour de France, dove ha ceduto solo ai due extraterrestri Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard, lo proietta a potenziale “primo degli altri” anche nelle prossime annate, dove proverà a colmare il gap. Il podio alla Grande Boucle non è stato un caso, in una stagione solidissima in cui ha raccolto piazzamenti praticamente in ogni corsa a tappe in cui è andato: Parigi-Nizza (secondo), Giro dei Paesi Baschi (quarto) e Giro del Delfinato (terzo), a conferma della nuova dimensione raggiunta. Gli è mancato giusto l’acuto della vittoria, ma a 25 anni avrà tante altre occasioni.

In casa Italia si sorride per l’ottima annata di Giulio Pellizzari, che deve ancora compiere 22 anni ma ha già mostrato di essere su ottimi livelli. Chi temeva che nella nuova squadra non avrebbe trovato spazio ha già avuto una rassicurazione alle sue paure: al Giro d’Italia, complici i ritiri di Roglic e Hindley, ha potuto testarsi sulle tre settimane, portando a casa un sesto posto in classifica generale che (chissà) sarebbe potuto essere qualcosa di più se si fosse sacrificato meno per lo sloveno nella prima settimana. Dopo una buona Vuelta a Burgos, alla Vuelta a España ha indossato la maglia bianca di miglior giovane a lungo, flirtando con la top-5 e cogliendo un bellissimo successo sull’Alto de El Morredero, dove ha vinto attaccando dal gruppo dei favoriti. La giornata di difficoltà al Puerto de Navacerrada, che lo ha regalato in sesta posizione in classifica generale e tolto il ruolo di miglior giovane, non deve abbattere un ragazzo con enormi prospettive di crescita. La speranza è che possa continuare così, senza che gli vengano messe addosso troppe pressioni premature.

Ancora una volta, come nel 2023, Nico Denz ha dimostrato di saperci essere quando conta. Il tedesco, quasi sempre sacrificato nelle logiche di una squadra con tanti capitani, lavora alla perfezione per buona parte delle gare in cui viene impiegato, ma ancora una volta trova tempo e spazio nell’unica vera occasione che gli viene concessa al Giro d’Italia: nel difficile circuito di Cesano Maderno, indovina il momento giusto per andare via da solo dalla fuga e cogliere il suo terzo successo in carriera alla Corsa Rosa. Oltre alla giornata di gloria, il classe ’94 si fa vedere con un paio di piazzamenti alla Vuelta e, prima ancora, con un nono posto al GP di Francoforte. Niente male per un gregario…

Come sempre abbastanza lontano dai proclami generali, Jai Hindley mette insieme un’altra stagione solidissima. L’australiano parte bene con un quinto posto nella generale di una Tirreno-Adriatico evidentemente non disegnata per lui, ma quando sembra poter dire la sua al Giro cade sull’asfalto bagnato verso Napoli ed è costretto a ritiro e qualche settimana di riabilitazione. Nonostante il periodo fermo, trova le energie per tornare in una buona condizione e chiudere quarto in classifica generale alla Vuelta a España, dove dà anche l’impressione di poter vincere sull’Angliru prima di venire staccato da Almeida e Vingegaard, due primi della classe. Passano gli anni, non la sostanza: il classe ’96 si piazza, anche bene. E chissà quanto meglio, senza quella caduta.

Non è arrivato il successo pesante, ma Jordi Meeus è riuscito a vincere più del solito, con quattro sigilli nel suo 2025. Il velocista, arrivato a 27 anni, ha messo la firma su una frazione della Volta ao Algarve e del Giro di Svizzera, per poi confermarsi alla Copenaghen Sprint. Nel finale di stagione è arrivata anche la vittoria in Belgio, alla Binche-Chimay-Binche, a testimonianza delle sue qualità sul pavé. Secondo nella tappa di Valence al Tour de France vinta da Jonathan Milan, dà l’impressione di non essere ancora nell’élite mondiale degli sprinter. Qualche passo in avanti però lo sta facendo, in una formazione in cui oggettivamente riceve un supporto relativo.

Al netto di qualche intemperanza disciplinare, Danny Van Poppel è stato uno dei corridori più costanti dell’intera annata. Nei piani iniziali avrebbe dovuto svolgere principalmente il ruolo di motrice per le volate altrui, ma con l’andare delle settimane il neerlandese è diventato uno dei finalizzatori più fertili dell’organico: oltre al Campionato Nazionale in linea, sono arrivati altri tre successi, fra Giro di Ungheria e Tour of Holland, oltre a una notevole serie di piazzamenti, fra cui il quinto posto alla Scheldeprijs, vero e proprio festival dei velocisti.

È stata una buona annata tutto sommato anche per Matteo Sobrero, che ha unito al tanto lavoro per la squadra qualche risultato personale, come il quinto posto di tappa alla Parigi-Nizza e ancora di più il terzo nella classifica generale del Giro di Polonia. Il piemontese ha fatto vedere le qualità migliori nelle cronometro, segno che il terreno su cui coltivare qualcosa per le brevi corse a tappe è fertile. Con il passaggio in una nuova formazione, forse, avrà qualche chance in più. Come lui, ha iniziato a fare intravedere qualcosa Finn Fisher-Black, terzo al Down Under e sesto all’UAE Tour a inizio stagione. Il neozelandese ha raccolto come unica vittoria il campionato nazionale a cronometro, ma è lecito aspettarsi che la sua crescita possa ancora continuare.

Come ogni anno, Giovanni Aleotti ha lavorato tanto (e bene) per i propri compagni di squadra, mettendo da parte le proprie ambizioni personali. L’emiliano ha come unico rimpianto quella volata ai Campionati Italiani, dove si è giocato il titolo nazionale fino a un centinaio di metri dall’arrivo, per poi chiudere quarto. Si è totalmente dedicato ai propri capitani anche Gianni Moscon, ormai trasformatosi in un gregario a tempo pieno. Il 31enne ha portato a termine Giro e Tour e ha affrontato un numero cospicuo di gare di un giorno, facendo tanto lavoro oscuro, senza risparmiarsi quando chiamato a tirare il gruppo. Qualche risultato è arrivato invece dai giovani Alexander Hajek ed Emil Herzog, che hanno raccolto alcune top-10 in corse minori; la strada sembra essere quella giusta.

Merita quanto meno la sufficienza Ben Zwiehoff, spesso sacrificato alla causa dei compagni ma brillante in finale di stagione al Tour de Guangxi, dove ha chiuso in top-10 la classifica generale dopo essere andato più volte all’attacco. Il tedesco, che quest’anno ha anche portato a casa la classifica scalatori del Giro di Romandia, è un gregario affidabile sui percorsi più duri e, probabilmente, niente di più. Ma in una squadra con così tanti capitani, un uomo con le sue caratteristiche serve come il pane.

E Primož Roglič? Si fa fatica a bocciare un corridore in grado di vincere, anzi dominare, la Volta a Catalunya, dove ha conquistato anche due tappe. Lo sloveno però era forse l’uomo più atteso al Giro d’Italia, dove è stato costretto a un mesto ritiro dopo aver mancato l’appuntamento con la vittoria in tappe sulla carta adatte a lui come la crono di Tirana, Tagliacozzo o anche Vicenza. Manca la zampata anche al Tour de France, dove chiude ottavo dopo aver anche evitato di dare un contributo alla causa del compagno di squadra Florian Lipowitz, anche quando il tedesco era meglio piazzato di lui. Insomma, per il corridore che dovrebbe essere il leader della squadra il bottino non è così ricco. Con l’arrivo di Remco Evenepoel, rischia un declassamento non da poco nelle gerarchie interne.

+++ Florian Lipowitz
++ Giulio Pellizzari
+ Nico Denz

FLOP

Inevitabile che il primo nome di questa lista sia quello di Oier Lazkano. Lo spagnolo arrivava dal CicloMercato con il compito di farsi rispettare soprattutto sulla scena delle Classiche, dopo le ottime cose fatte vedere nelle stagioni precedenti, ma non si è praticamente mai visto. Il motivo si è scoperto solo a stagione finita, data le indagini dell’UCI in corso su di lui. Ovviamente, non si può balzare a conclusioni affrettate dato che il procedimento è ancora in corso; quel che resta, sul piano sportivo, al momento è un trasferimento andato decisamente male.

Passo indietro evidente anche per Aleksandr Vlasov, per il quale il 2025 è stato il peggior anno della carriera, almeno in termini di risultati (e di punti UCI). Il russo non si è dedicato, come in passato alle classifiche generali e ha cercato spesso il successo parziale, non riuscendo però mai a completare la missione. Al Tour de France ha raccolto un sesto posto di giornata come miglior piazzamento e le cose più positive per lui sono arrivate, per certi versi a sorpresa, dalle varie cronometro affrontate.

Oltre a quello di Lazkano, un altro trasferimento, molto eclatante un anno fa di questi tempi, che non ha portato i frutti sperati è stato quello di Maxim Van Gils. Il belga lasciò prima della fine del contratto la Lotto per unirsi alla squadra tedesca con l’obiettivo di diventarne uomo di riferimento per le Classiche più movimentate dal punto di vista altimetrico. MVG, però, ha prima sofferto una serie di guai fisici e poi è rimasto in ogni caso lontano dai livelli toccati nelle stagioni passate. Qualcosa è arrivato (due vittorie, fra Vuelta a Andalucia e Giro di Norvegia) e soprattutto il podio alla Clásica San Sebastián, ma il rendimento complessivo del belga è rimasto ben sotto le attese.

Del “reparto Classiche”, rimasto clamorosamente all’asciutto in questi mesi, faceva parte anche un’altra novità di CicloMercato, Jan Tratnik. Lo sloveno non ha replicato le prestazioni entusiasmanti sfoderate con i colori dell’allora Jumbo-Visma e anche in sede di gregariato, nell’ambito del Giro d’Italia, non ha spiccato per produttività, anche per via dell’uscita di scena del capitano designato, il connazionale Roglič. A eccezione di una tappa vinta alla Vuelta a Burgos, due piazzamenti alla Tirreno-Adriatico e la top-10 alla Strade Bianche, si è visto piuttosto poco pure Roger Adrià, che dopo un 2024 positivo sembra aver fatto un passo indietro in questo 2025. Il prossimo anno andrà alla Movistar: vedremo se riuscirà a rilanciarsi con il cambio di squadra.

Non ha certo brillato nemmeno Laurence Pithie, arrivato dalla Groupama-FDJ con l’idea di essere uno degli uomini di punta per le classiche. Il 23enne però non ha mai trovato il colpo di pedale giusto: l’undicesimo posto al Giro delle Fiandre è l’unico piazzamento degno di nota nella campagna del nord. In generale, il terzo posto alla Cadel Evans Great Ocean Road Race (dove aveva vinto nel 2024) è il miglior risultato della sua stagione. Poco, troppo poco per uno come lui.

Non si può certo considerare buona la stagione di Daniel Felipe Martinez, che dopo il secondo posto al Giro d’Italia 2024 era atteso a confermarsi ad alti livelli. Il colombiano invece non si fa mai vedere nelle prime posizioni, eccezion fatta per il settimo posto (un po’ a sorpresa) alla Liegi-Bastogne-Liegi. Dopo un Giro totalmente anonimo, partecipa al Polonia senza lasciare il segno e termina anzitempo la propria stagione. Insomma, uno scomparso speciale proprio nell’anno in cui era più atteso.

Un corridore che vince tre corse WorldTour può finire dalla parte negativa della bilancia? Il dibattito è aperto, ma è difficile dare una connotazione del tutto positiva alla stagione di Sam Welsford, che ha furoreggiato al Tour Down Under (dove la concorrenza, in termini di velocisti, non era eccezionale), ha ottenuto un paio di piazzamenti all’UAE Tour, ma che poi, di fatto, non si è più visto, venendo selezionato per poche gare e portandone a termine ancora meno.

Poco da segnalare per Jonas Koch, che nell’arco della stagione si è più volte dedicato ad appuntamenti gravel e che ha deciso di chiudere la carriera su strada proprio alla fine del 2025. L’esperimento-ciclismo sembra non dare i suoi frutti, poi, per Anton Palzer, che ha chiuso la sua quarta stagione fra i professionisti e che, una volta di più, non è riuscito a trovare la sua dimensione in questo contesto sportivo, lui che “nasce” sci-alpinista.

Non basta il titolo nazionale a cronometro a salvare del tutto la stagione di Filip Maciejuk e Ryan Mullen. Il polacco ha faticato non poco al di fuori dai confini del suo Paese, tanto che si trova tuttora alla ricerca di un contratto per il 2026. A 26 anni, dopo qualche bello squillo a inizio carriera, era lecito aspettarsi qualcosa di più. L’irlandese, dal canto suo, non impressiona neanche nella campagna delle classiche, che come detto si è rivelata piuttosto deludente per il team.

Non hanno convinto a livello di risultati nemmeno i gemelli Mick Van Dijke Tim Van Dijke, che al di fuori di qualche piazzamento a inizio stagione hanno raccolto solo tanti chilometri macinati a supporto dei propri compagni di squadra. Le poche occasioni, comunque, non sono state sfruttate nel migliore dei modi.

– Maxim Van Gils
— Aleksandr Vlasov
— Oier Lakzano

Classifica UCI

L’ambiziosa formazione tedesca deve accontentarsi del sesto posto nella classifica mondiale stagionale, una posizione più in giù rispetto all’annata precedente. Il raccolto totale peraltro è inferiore di 2500 punti, se paragonato al 2024, e rispecchia un andamento troppo legato ai Grandi Giri e con un apporto decisamente basso arrivato dal settore Classiche. Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito al punteggio di squadra nella stagione 2025.

CORRIDORE NAZIONE PUNTI
LIPOWITZ Florian
GER
2552
ROGLIČ Primož
SLO
1856
HINDLEY Jai
AUS
1540.71
PELLIZZARI Giulio
ITA
1473
MEEUS Jordi
BEL
1235
FISHER-BLACK Finn Lachlan Fox
NZL
705
VAN POPPEL Danny
NED
688
VAN GILS Maxim
BEL
538
ADRIA OLIVERAS Roger
ESP
489
SOBRERO Matteo
ITA
461.71
PITHIE Laurence
NZL
404
DENZ Nico
GER
392.71
WELSFORD Sam
AUS
367
MARTINEZ POVEDA Daniel Felipe
COL
276
VLASOV Aleksandr
***
260.71
HAJEK Alexander
AUT
201
WANDAHL Frederik
DEN
185.71
ALEOTTI Giovanni
ITA
185.71
VAN DIJKE Tim
NED
183
ZWIEHOFF Ben
GER
146

Miglior Momento

Saremo di parte, ma il miglior momento della Red Bull-Bora-hansgrohe è realisticamente la vittoria di Giulio Pellizzari nella diciassettesima tappa della Vuelta a España 2025. Nella corsa spagnola, la squadra tedesca partiva con ambizioni di classifica più contenute rispetto agli altri due Grand Tour, dove poteva avere anche sognare la vittoria, se non almeno il podio. Il successo di Pellizzari, allora in maglia bianca, con uno scatto sull’Alto de El Morredero in faccia a nomi come Jonas Vingegaard e Tom Pidcock è forse il punto più alto della stagione del team, la nascita definitiva di una nuova stella in un roster già molto competitivo. Non ce ne vogliano i tedeschi Nico Denz, che al Giro ha vinto una bellissima tappa a Cesano Maderno, e Florian Lipowitz, Maglia Bianca e terzo in classifica generale al Tour de France, ma l’arrivo a braccia alzate di un 21enne davanti ad alcuni dei migliori uomini di classifica in circolazione è qualcosa di speciale.

Bilancio Red Bull-Bora-hansgrohe 2025

Volate - 6.6
Classiche - 4.2
Grandi Giri - 8.2

6.3

Ventitrè vittorie, un podio al Tour de France e una serie notevole di risultati ottenuti nelle corse a tappe, lunghe o corte che siano, fanno della stagione della squadra tedesca un cammino comunque redditizio. D'altro canto, però, la formazione è completamente mancata nelle Classiche, fossero del Nord o di qualsiasi altra tipologia. Servirà un altro rendimento in questo settore per riuscire a dare l'assalto alle primissime posizioni della classifica mondiale.

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