Bilancio Squadre 2025: Lidl-Trek – Ciccone, Milan, Pedersen e Skjelmose fanno grandi cose – Basterà Ayuso per l’assalto al primo posto mondiale?

Una Lidl-Trek protagonista sempre e comunque, da gennaio fino a ottobre. Il 2025 della formazione di licenza statunitense è stato eccellente, proseguendo sulla linea positiva iniziata già da qualche anno e che mira a essere disegnata fino al primo posto mondiale. Di strada da fare, in questo senso, ce n’è ancora parecchia, visto quel che è stata in grado di fare la UAE Emirates XRG, ma i corridori diretti da Luca Guercilena hanno messo insieme un bottino di 46 vittorie, di cui ben 20 su scala WorldTour. Ancor di più sono stati i piazzamenti di spessore, con tanti corridori che hanno peraltro dato l’idea di avere ancora dei margini di miglioramento percorribili. È mancato, però, l’acuto di classifica nei Grandi Giri, difetto che la dirigenza punta a colmare con l’arrivo di Juan Ayuso.

TOP

Mads Pedersen ha dimostrato una volta di più di essere tra i migliori corridori del gruppo e di non essere diventato campione del mondo per caso. Il danese è stato autore di un’annata intensa, con ben 74 giorni di gara da inizio febbraio a inizio ottobre, ma anche molto proficua viste le 14 vittorie ottenute, quasi un terzo del totale della squadra. Causa presenza di fenomeni del calibro di Mahieu Van Der Poel e Tadej Pogačar, è mancato ancora una volta l’atteso acuto in una classica Monumento, ma la sua primavera è stata di assoluto spessore, con il terzo successo negli ultimi sei anni alla Gand-Wevelgem, il secondo posto alla E3 Saxo Classic e al Giro delle Fiandre e il terzo alla Paris-Roubaix, oltre alle top-10 a Milano-Sanremo e Dwars door Vlaanderen. Nonostante le fatiche della campagna del Nord, il 29enne è stato poi grande protagonista anche al Giro d’Italia, dove ha vinto quattro tappe (compresa la prima, che gli è valsa quindi la prima Maglia Rosa) e ha dominato la classifica della Maglia Ciclamino, alla quale in settembre ha poi affiancato la Maglia Verde della Vuelta a España, dove ha raccolto numerosi piazzamenti e una vittoria grazie a una fuga da lontano. In mezzo, le vittorie al Tour de la Provence, al Giro di Danimarca e nella crono dei campionati nazionali, oltre al rinnovo a vita con la squadra, della quale ormai è un pilastro e un simbolo.

Jonathan Milan si è confermato fra i migliori velocisti al mondo, se non il migliore in assoluto. Su questo titolo “virtuale” si può dibattere, ma i numeri dicono che il friulano ha chiuso il Tour de France in Maglia Verde vincendo due tappe e chiudendo secondo, alle spalle del rivale Tim Merlier, in altrettante occasioni. Nell’arco della stagione, in tutto sono arrivati nove successi, partendo da quello di febbraio alla Volta Valenciana e chiudendo con quello, molto ambito nel mondo dei velocisti, al Campionato delle Fiandre, dopo aver lasciato il segno anche all’UAE Tour (due volte), alla Tirreno-Adriatico (idem) e al Giro del Delfinato. Nel ruolino di marcia dell’italiano ci sono anche il secondo posto alla Brugge-De Panne, il terzo alla Gent-Wevelgem e il sesto alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne, a dimostrazione di un rapporto con le Classiche che può essere ancora sviluppato in positivo.

Annata eccellente per Giulio Ciccone, ormai decisamente orientato alle corse di un giorno e alle vittorie “singole”, rispetto alle classifiche dei Grandi Giri. La mezza delusione del Giro d’Italia, che lo ha visto costretto al ritiro, è stato l’unico momento buio di quella che è stata probabilmente la miglior annata della carriera dell’abruzzese: vittoria alla Clásica San Sebastián, secondo alla Liegi-Bastogne-Liegi (superato solo dall’imprendibile Tadej Pogačar), secondo nella generale dell’UAE Tour (vedi sopra), tappe vinte al Tour of the Alps e alla Vuelta a Burgos, e spesso protagonista di giornata, con piazzamenti, alla Vuelta a España. Alla fine è arrivato anche un rispettabilissimo sesto posto al Mondiale di Kigali, a dimostrazione di quelle qualità da “fondista” sempre più spiccate. Entrato ormai nei trent’anni, l’azzurro ha trovato la sua dimensione e potrà lottare per altri successi molto importanti nel prossimo futuro.

Chissà che non sia questa anche la strada da imboccare per Mattias Skjelmose, altro corridore molto produttivo e che pare in grado di lasciare segni più distinguibili nelle Classiche che non nei Grandi Giri. Il danese ha firmato un capolavoro vincendo la Amstel Gold Race e tenendosi dietro, in un finale bellissimo, Tadej Pogačar e Remco Evenepoel, ed è stato protagonista anche al Mondiale e all’Europeo. Rispetto a Ciccone è stato meno continuo, anche per via di qualche caduta di troppo durante le gare; comunque, nel suo rapporto stagionale, ci sono il quinto posto finale al Giro dei Paesi Baschi, la vittoria dell’Andorra Clássica, il quarto posto al GP Québec, il secondo nella classifica finale del Giro del Lussemburgo. Il finale di stagione, con la partecipazione un po’ forzata al Tour of Guangxi, poi lasciato dopo due tappe, non è stato ideale, ma ora avrà tempo per ristabilirsi e presentarsi nuovamente battagliero sulle strade del 2026.

Gran protagonista di questa stagione è stato anche Quinn Simmons, capace di portare a casa tre successi e di mettersi in evidenza con numerose fughe da lontano. Dopo un 2024 abbastanza complicato, lo statunitense è tornato ad alzare le braccia al cielo imponendosi in una tappa della Volta a Catalunya, cui hanno fatto seguito la  vittoria ai campionati nazionali e in una tappa di un Giro di Svizzera vissuto sempre all’attacco. Con lo stesso spirito offensivo ha poi affrontato il Tour de France, chiudendo secondo nella frazione conclusasi a Vire, ma ha anche trovato il tempo di mettersi a disposizione della squadra, tanto da essere eletto “Super Gregario” della Grande Boucle. A ciò si aggiungono un terzo posto al GP de Montréal, ultimo ad arrendersi allo strapotere UAE, e soprattutto il quarto a Il Lombardia dopo aver trascorso un’intera giornata in fuga ed essere stato l’ultimo a venir ripreso da Pogačar.

In termini di vittorie, ha chiuso a quota tre anche Mathias Vacek, che si è confermato giovane di buone speranze e con ancora margini di crescita, dimostrandosi inoltre corridore piuttosto eclettico. Oltre ai due titoli nazionali, a crono e in linea, il 23enne ha trovato il successo in una tappa del Giro di Vallonia e ha colto alcuni buoni piazzamenti sia nelle brevi corse a tappe che in gare di un giorno, mettendosi in evidenza anche al Giro d’Italia prima al servizio di Pedersen e poi in prima persona in alcune occasioni.

Nella stagione dei suoi 19 anni, Albert Withen Philipsen si è affacciato al professionismo con un notevole carico di attese sulle spalle. La squadra ne ha gestito il calendario, permettendogli di correre con i più giovani (primo alla Parigi-Roubaix delle speranze) e aumentando progressivamente le presenze con i “grandi”: il quadro è decisamente promettente, visto il terzo posto finale al Giro di Ungheria e, soprattutto, il secondo posto alla Tre Valli Varesine (meglio di lui solo Tadej Pogačar…) e la terza piazza in una gara esigente come la Parigi-Tours.

Toms Skujiņš‏ si è confermato corridore di grande solidità, oltre che eccellente interprete delle gare che corre con la divisa della Nazionale della Lettonia, tanto da chiudere al quinto posto sia il Mondiale di Kigali che l’Europeo di Drôme-Ardèche, gare decisamente dure e selettive. Con la maglia della Lidl-Trek, invece, il baltico ha raccolto meno di quanto ci si potesse aspettare durante la primavera, ma è stato uomo-cardine nelle strategie di squadra al Tour de France prima di andare in crescendo e di chiudere l’anno con un buon piazzamento alla Tre Valli Varesine.

Nella categoria “gregari vincenti” entra a buon diritto Carlos Verona, che dopo una vita spesa a lavorare per gli altri ha vissuto il suo giorno di gloria al Giro d’Italia 2025, conquistando in fuga la tappa di Asiago. Lo spagnolo è il perfetto esempio di come possano bastare poche occasioni per mostrare le proprie qualità, anche in una squadra in cui il proprio compito è ben definito. Insieme a lui merita una menzione speciale Daan Hoole, che nella corsa rosa ha trionfato nella cronometro da Lucca a Pisa, anche aiutato da condizioni meteo particolari. Il neerlandese si è anche laureato campione nazionale nelle prove contro il tempo: l’impressione è che il 26enne abbia ancora margini di crescita e non tarderà a mostrarli.

Si è visto uno spiraglio di luce invece nella carriera di Lennard Kämna, che dopo il brutto incidente in allenamento sofferto nel 2024 è tornato a correre anche ad alto livello. Il sesto posto raccolto in classifica generale prima al Giro di Svizzera e poi al Giro d’Austria è onestamente il massimo che si potesse chiedere al tedesco, il quale è impegnato in una lunga fase di recupero.

Jasper Stuyven chiude la sua lunga esperienza in squadra senza vittorie, ma con la consueta collana di piazzamenti in cui spiccano i quinti posti al Fiandre e alla E3 Saxo Classic.  Da uno con una Monumento in bacheca sarebbe lecito aspettarsi qualche squillo in più, ma le strategie di squadra sono evidentemente sbilanciate a favore di altri e le ambizioni personali non possono che risentirne. Chi invece il sigillo-vittoria lo ha saputo piazzare, seppur in una corsa non di primissimo piano, è stato Edward Theuns, che si è imposto alla Bredene-Koksijde. L’esperto belga si è po dedicato alle volate degli illustri compagni di squadra, dando un contributo importante.

In generale, ha funzionato ancora molto bene il treno delle volate. Tanto Simone Consonni quanto Jacopo Mosca hanno svolto egregiamente il loro lavoro per portare i velocisti nella posizione migliore. Un plauso anche al solito Tim Declercq, che ha corso l’ultimo anno della sua straordinaria carriera da gregario portando a spasso il gruppo (ancora una volta) in diverse occasioni. Le volate sono state il terreno di espressione anche del nepro’ tedesco Tim Torn Teutenberg, che ha dimostrato di non avere timori reverenziali gettandosi nelle mischie e uscendone con diversi piazzamenti nei primi cinque di giornata.

Passano gli anni, ma a Julien Bernard non passa la voglia di andare all’attacco. Il francese si è confermato corridore battagliero, pur non ottenendo poi particolari risultati, oltre che utile quando c’è da lavorare per gli altri,

+++ Mads Pedersen
++ Jonathan Milan
+ Giulio Ciccone

FLOP

Quella appena conclusa è stata una nuova annata difficile per Tao Geoghegan Hart. L’inglese, al secondo anno in squadra, ha fatto qualcosa in più in termini di classifiche generali rispetto al 2024 (terzo al Giro di Slovenia, nono all’Algarve), ma è rimasto ancora lontano dalle punte di forma e di risultati toccati nei tempi belli della Ineos Grenadiers, prima del grave infortunio patito al Giro d’Italia 2023. Nel 2025, peraltro, la squadra non lo ha schierato in alcuno dei tre Grandi Giri, a dimostrazione di una condizione generale non coincidente con quelli che erano i progetti che lo riguardavano.

Zero Grandi Giri anche per Juan Pedro López, che dopo un 2024 non esaltante, ma nel quale era quantomeno arrivata la vittoria al Tour of the Alps, ha vissuto un 2025 senza acuti e ancor peggiore dal punto di vista dei risultati. Qualche discreto piazzamento è arrivato nella prima parte di stagione, culminata con il settimo posto finale al Giro di Romandia, mentre in seguito ha ottenuto un’unica top-10 concludendo in quarta posizione la prova in linea dei campionati nazionali. Troppo poco per essere confermato dalla formazione statunitense, che infatti il 28enne lascerà per unirsi alla Movistar.

I progressi che parevano inesorabili di Thibau Nys si sono un po’ rallentati, sebbene il giovane belga abbia fatto vedere sprazzi del suo grande talento. Dopo due stagioni in cui aveva raramente sbagliato un colpo, il figlio d’arte ha chiuso il 2025 con un solo successo, il Gp Indurain, a fronte anche di un incremento qualitativo del calendario. I piazzamenti sulle Ardenne non sono certo da buttare (ottavo nella Freccia Vallone e quinto nella Liegi-Bastogne-Liegi), ma ci si aspettava in generale qualcosa in più, considerando anche un Tour de France portato a termine in maniera abbastanza anonima.

Non è certo il corridore da cui si aspettano vittorie, ma l’impressione è che Sam Oomen sia in piena fase involutiva della sua carriera. Accettato ormai il ruolo di gregario, il neerlandese non ha convinto particolarmente nelle sue uscite stagionali, tanto da non ricevere una convocazione in un Grand Tour: non gli succedeva dal 2016, suo primo anno da professionista. Né nelle corse da una settimane né nelle classiche di fine stagione riesce a strappare un piazzamento, per un’annata a dir poco anonima.

Non è riuscito a lasciare il segno Andrea Bagioli, che tuttavia è andato vicino al colpaccio in più di un’occasione. Il classe ’99 ha centrato due podi di tappa in Polonia e uno in Slovenia, difendendosi anche in alcune corse di un giorno tra Spagna e Francia. La Vuelta a España sarebbe potuta essere la sua occasione per far pendere l’ago della bilancia verso un giudizio positivo, ma nonostante l’assenza di un uomo di classifica (soprattutto dopo le difficoltà di Ciccone) non riesce a lasciare il segno. Non malissimo, ma neanche un 2025 da incorniciare. Bauke Mollema ha poi evidentemente imboccato il viale del tramonto, anche se il finale di stagione non è stato disprezzabile, dato il terzo posto al Gran Piemonte, l’ottavo nella generale del Tour of Britain e, in generale, una rinnovata capacità di essere visibile nei momenti importanti delle gare.

Tutto sommato migliorabile anche la stagione di Patrick Konrad, che lavora tanto per i compagni ma riesce a strappare due top ten nella classifica generale di Tour Down Under e UAE Tour, e di Søren Kragh Andersen, il quale si è laureato campione nazionale danese, è vero, ma ha potuto contare sull’appoggio di Pedersen e Philipsen in una corsa con una concorrenza oggettivamente contenuta. Fuori dai confini nazionali, invece, non ha mai dato l’impressione di poter correre per qualcosa di importante, anche se vanno considerati un paio di inciampi fisici avuti nel corso dell’anno.

Forse meno brillanti di altre stagioni, nei loro compiti di gregariato, Ryan Gibbons Alex Kirsch, non a caso esclusi da convocazioni importanti e mai in grado di farsi vedere nelle poche chance a loro disposizione. Ha lavorato tanto anche Amanuel Ghebreigzabhier, che ha conquistato giusto il titolo nazionale eritreo a cronometro e messo nelle gambe tanta fatica a tirare in testa al gruppo, senza però mai riuscire a farsi vedere nelle poche occasioni in cui avrebbe avuto più libertà. Poco da segnalare, infine, per Otto Vergaerde, che rimane un corridore cui si chiede tanto lavoro oscuro, ma che in questa stagione è stato chiamato in causa raramente dai tecnici della squadra.

– Thibau Nys
— Juan Pedro López
— Tao Geoghegan Hart

Classifica UCI

Alla fine dell’annata 2025, la Lidl-Trek ha occupato la terza posizione della classifica mondiale a squadre. La squadra di licenza statunitense ha raccolto 21267,43 punti, quasi 4000 in più rispetto al 2024, rimettendosi dietro la Soudal Quick-Step e avvicinandosi sensibilmente al secondo posto, occupato dalla Visma | Lease a Bike. Di seguito i venti corridori che hanno contribuito a firmare il raccolto di punti nell’arco dell’annata.

CORRIDORE NAZIONE PUNTI
PEDERSEN Mads
DEN
5074.45
CICCONE Giulio
ITA
2752.88
SKJELMOSE Mattias
DEN
2254.57
MILAN Jonathan
ITA
2144.86
SIMMONS Quinn
USA
1280
SKUJINS Toms
LAT
1091
BAGIOLI Andrea
ITA
917.88
NYS Thibau
BEL
846
STUYVEN Jasper
BEL
826
PHILIPSEN Albert
DEN
726
VACEK Mathias
CZE
711.86
HOOLE Daan
NED
462.31
TEUTENBERG Tim Torn
GER
379
KÄMNA Lennard
GER
308
MOLLEMA Bauke
NED
298
KONRAD Patrick
AUT
263
GEOGHEGAN HART Tao
GBR
256
VERONA QUINTANILLA Carlos
ESP
250.88
KRAGH ANDERSEN Søren
DEN
216.88
THEUNS Edward
BEL
207.86

Miglior Momento

Le vittorie sono state tante e di ottima fattura. Ce n’è stata però una che probabilmente ha avuto un peso maggiore, non foss’altro per quelli che sono stati i rivali piegati in un finale fra i più belli dell’intera stagione. Si tratta del successo che Mattias Skjelmose ha ottenuto alla Amstel Gold Race, gara chiusa dal danese con un finale perfetto, a spese nientemeno che di Tadej Pogačar e di Remco Evenepoel. La vittoria maturata sulle strade dei Paesi Bassi durante lo scorso mese di maggio è, finora, il punto più alto della carriera del corridore nordico, che ha dimostrato in quell’occasione di avere il suo posto al tavolo dei più grandi della scena mondiale attuale.

Bilancio Lidl - Trek 2025

Volate - 8.8
Classiche - 9.2
Grandi Giri - 5.5

7.8

Le 46 vittorie stagionali, che sono il nuovo primato di squadra da quando questa esiste, parlano da sole. La formazione di licenza statunitense è stata presente e continua nell'arco di tutta la stagione, confermando il terzo posto nella classifica mondiale e avvicinando anche il secondo. Parlando di corse di un giorno e di traguardi parziali, il livello raggiunto è già elevatissimo; è mancato solo un corridore (o più d'uno) che sapesse lottare fino in fondo per le posizioni più importanti nelle classifiche generali dei Grandi Giri.

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