Trek-Segafredo, Vincenzo Nibali al lavoro per le crono del Giro d’Italia 2020: “Non possiamo sbagliare”

Prima il controllo fisico, poi quello scientifico: Vincenzo Nibali è già proiettato al Giro d’Italia 2020 e in questi giorni si sta sottoponendo a una serie di test cruciali nell’avvicinamento alla prossima Corsa rosa. Ieri, martedì, il messinese è stato a L’Aquila per sottoporsi a una seduta di terapia del dolore presso l’ospedale San Salvatore. Oggi, mercoledì, si va nei Paesi Bassi, ad Apeldoorn, per una giornata di lavoro in pista: obiettivo studiare materiali e posizione in sella in vista della nuova stagione e, in particolare, delle cronometro individuali di cui è infarcito il prossimo Giro d’Italia.

A entrare nei dettagli del programma di lavoro è Paolo Slongo, preparatore della nuova stella della Trek-Segafredo, in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. “Al Giro ci saranno tre prove contro il tempo. Non possiamo sbagliare, anche perché potrebbero risultare decisive”. Nibali e il suo staff lavoreranno con la bicicletta da cronometro e verrà posta particolare attenzione sulla biomeccanica, per trovare la migliore posizione in sella: “Cercheremo di riportare  sulla nuova bicicletta la posizione dell’anno scorso – le parole di Slongo, che poi annuncia – Saremo in pista anche a gennaio a Maiorca e poi andremo anche in galleria del vento”.

Valutazioni specifiche andranno fatte in merito alla posizione dei gomiti sul manubrio, per trovare un compromesso fra aerodinamica e comodità: “Vincenzo non deve vincere il Mondiale a cronometro – ancora Slongo – Lui punta alla classifica generale. Nei grandi giri ci sono spesso tapponi di montagna dopo una crono, a volte è meglio perdere pochi secondi in più contro il tempo, ma non stravolgere la biomeccanica e la muscolatura del corridore per averlo più performante il giorno dopo. Ci vuole equilibrio”.

Ad Apeldoorn, il siciliano – riporta sempre la Gazzetta dello Sport – sarà seguito da Matt Shriver, technical manager della Trek-Segafredo, che sarà assistito da tre ingegneri: “Con questi test puntiamo ad avere una transizione di successo fra nuovo e vecchio, sia nella posizione che nella verifica dei materiali. È il primo passo – commenta Shriver – di un processo in costante evoluzione. Si parte dallo storico di un corridore, dalle sue abitudini, talvolta vincenti come nel caso di Nibali, e lavoriamo sui dettagli in un rapporto di scambio continuo”.

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