Giro d’Italia 2019, Carapaz realizza un sogno: “Niente è impossibile… Ammiro Nibali e il suo modo di correre”

Dopo tanta tensione, finalmente Richard Carapaz può dire di aver conquistato il Giro d’Italia 2019. In Maglia Rosa dal successo di Courmayeur, il corridore della Movistar ha saputo gestire con autorevolezza gli attacchi nell’ultima settimana fino al meritato trionfo oggi nell’Arena di Verona, in cui ha gestito lo sforzo per trionfare nel boato del pubblico. Primo ecuadoriano della storia a conquistare un GT, il 26enne di El Carmelo arriva da lontano, non solo geograficamente, e sul traguardo si vede tutta l’emozione, sua e dei suoi famigliari, per un traguardo che probabilmente era impensabile solo qualche anno fa.

Non ho parole – commenta a stento, con un sorriso che scalda il cuore – Per me è qualcosa di unico, qualcosa che non avrei mai potuto pensare di raggiungere. Questa vittoria è la ricompensa di tutti gli sforzi e i sacrifici fatti sinora, non solo i miei, ma anche quelli della mia famiglia. Tutto questo lo devo a loro. Grazie anche alla squadra che mi ha aiutato tantissimo per conquistare questo Giro”.

Un risultato storico che ha potuto condividere con la sua famiglia: “Non sapevo che i miei genitori venissero, sono felicissimo. Anche che ci sono mia moglie e i miei figli, loro sono la mia ragione di vita, di esistere e di correre, mi danno sempre più motivazioni”. Una spinta che lo ha portato davvero a qualcosa che pensava di poter solo sognare: “Fa parte di quelle cose a cui non crederesti mai. Ci sono sogni che non pensi che si realizzeranno mai, ma quando succede capisci che niente è impossibile. Tutto il lavoro e i sacrifici di una vita… è in momenti come questo che comprendi che ne vale la pena“.

Infine, l’omaggio a quello che è stato il suo più grande rivale, Vincenzo Nibali: “Condividere il podio con lui, che ha così tanta esperienza, mi rende ancora più orgoglioso di quello che ho fatto. Ammiro Nibali e gliel’ho detto, quando ero piccolo guardavo le corse e ammiravo il suo modo di correre. Potergli stare così vicino, essere sul podio con lui, lottare con lui in corsa, è qualcosa di unico”.

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