Giro d’Italia 2021, Gianni Savio sull’esclusione della Androni: “Una vergogna sportiva, perché la Vini Zabù? Non so se continuerò”

Gianni Savio non accetta di buon grado l’esclusione della sua Androni – Sidermec dal Giro d’Italia 2021. Il general manager della formazione italiana ha commentato senza mezzi termini ai microfoni di SpazioCiclismo la decisione di RCS Sport di assegnare le tre Wild Card restanti a Bardiani CSF Faizané, Eolo-Kometa e Vini Zabù, aggiunte alla presenza già ufficializzata della Alpecin-Fenix, invitata di diritto come miglior squadra Pro Team 2020. L’unica italiana rimasta esclusa è quindi la sua Androni, nonostante i buoni risultati conseguiti nelle ultime stagioni, tra cui tre delle ultime quattro Ciclismo Cup e buoni piazzamenti nelle classifiche per team UCI. E Gianni Savio non le ha mandate a dire.

Un commento sulla scelta di RCS.

Il commento è semplice: è una vergogna sportiva. Una infamia sportiva.

Perché l’Androni è stata esclusa, prediligendo le altre realtà italiane?

Spiego la mia idea sugli inviti. La Eolo è vero che è al primo anno da Pro Team, ma pare anche che abbia un progetto con risorse economiche notevoli. Quindi deve essere presa in considerazione. Sotto il profilo sportivo non ritengo sia superiore a noi, assolutamente. Ma ci stava bene, ormai sappiamo che gli organizzatori cercano di contemperare esigenze sportive con esigenze economiche. Anche la Bardiani ci andava bene, mi pare sia la squadra più longeva. Hanno una storicità. Voglio sempre essere obiettivo, hanno condotto una campagna acquisti che ha portato il tre volte campione italiano Giovanni Visconti ed Enrico Battaglin.

Attenzione però: se la terza squadra fosse stata l’Arkea-Samsic non avremmo avuto niente da dire. Hanno Nairo Quintana, che ha vinto un Giro e fatto un podio un altro anno. Non avremmo avuto niente da dire e avremmo preso atto, ovviamente con rammarico. Io e Marco Bellini abbiamo un progetto giovani di società per reperire risorse maggiori. Non avremmo detto nulla. Ma che la terza Wild Card sia assegnata a una squadra che per quattro anni è arrivata dietro di noi sia nel ranking UCI sia nella Ciclismo Cup non mi sta bene. Noi da quattro anni a questa parte siamo sempre risultati la miglior squadra italiana del ranking UCI e della Ciclismo Cup.

Se nello sport esiste ancora un valore sportivo e una meritocrazia, com’è possibile che venga premiato chi ha sempre ottenuto risultati inferiori a noi? L’anno scorso noi abbiamo portato due corridori sul podio del Giro: Simon Pellaud, vincitore dei traguardi volanti e Mattia Bais per i chilometri in fuga. Abbiamo sempre onorato il Giro. Due anni fa abbiamo vinto con Fausto Masnada. Stiamo portando avanti un progetto giovani. Abbiamo preso Santiago Umba, intendo farlo crescere come fatto con altri corridori. Continuiamo un progetto giovani con il quale nelle ultime stagioni abbiamo lanciato nel World Tour Ballerini, Vendrame, Cattaneo, Masnada, Sosa e un certo Egan Bernal. La squadra che è stata scelta al posto nostro non ha un progetto giovani, non ne ha lanciati. E ha perso tutti i corridori migliori. Visconti è andato via, Wackermann è andato via…

Quindi non bastano innesti come Mareczko, o Gradek, per giustificare la Wild Card?

Qui parliamo di un Giro d’Italia. Conosciamo i precedenti di Mareczko. Con tutto il rispetto che ho per Mareczko, è un velocista di seconda fascia. Non ho assolutamente nulla contro di lui, attenzione. Lo apprezzo come corridore. Noi in squadra non abbiamo un velocista superiore a lui, sia chiaro. Abbiamo Malucelli, che si avvicina a Mareczko, ma anche lui è un velocista di seconda schiera. Dire che la Vini Zabù è stata invitata al Giro per Mareczko è fuori da ogni logica.

E quindi perché è stata invitata la Vini Zabù?

Non ho risposte. Non commento perché non ho elementi per commentare. Dico solo che è una grande ingiustizia. E non solo, è una vergogna sportiva. Significa che i valori sportivi, etici e morali non contano più nulla. Questo è un mondo permeato di ipocrisia, ma a me piace dire quello che penso. L’anno scorso abbiamo fatto una rescissione consensuale di contratto con un corridore, Matteo Spreafico. E non entro nel merito di questo. Il corridore è stato preso da questa squadra ed è stato trovato positivo proprio al Giro d’Italia. Dove esiste un motivo per dire che la scelta a scapito dell’Androni è giusta e motivata? Io parlo di dati oggettivi, come i ranking. E quella squadra è sempre arrivata dietro di noi. Non posso e non voglio dare una spiegazione a questa scelta, mi limito a definirla un’infamia sportiva che quasi annienta valori sportivi, etici e morali.

Hai già avuto modo di parlare con RCS di questa scelta?

Non intendo farlo.

Questo rischia di pregiudicare i rapporti tra di voi?

Abbiamo già ricevuto gli inviti per le altre corse italiane. Non è che perché ora dico la verità ed espongo dei dati possono cambiarli. L’unica cosa positiva di questa vicenda amarissima è la solidarietà che ho trovato da tantissimi tifosi. Ho ricevuto moltissimi messaggi.

Si sente tutta la delusione per l’esclusione.

In una carriera praticamente trentennale ho affrontato delle avversità e finora sono sempre riuscito a superarle. Questa per me è una mazzata tremenda. Il colpo più forte che è stato inferto in tutta la carriera. Cosa sarà del domani? Non lo so. Non sto dicendo che intendo lasciare perché questo mondo e questo sistema mi disturba.

Che cosa, nello specifico?

Bisognerebbe ampliare il discorso sulla riforma dell’UCI, che ha ridotto le Wild Card e permette a presunte grandi squadre di presentarsi alle corse con corridori che sembrano operai che vogliono soltanto timbrare il cartellino. I dati dimostrano che i grandi team puntano solo al Tour de France. Forse arriveremo a questo discorso, dipende se deciderò di continuare o no.

Ma voi continuerete il vostro progetto? I vostri sponsor?

Non lo so. Non sto dicendo che intendo lasciare il ciclismo, ma non sto neanche dicendo che intendo continuare. È un mondo fasullo, in cui il dio denaro ha fagocitato tutto e la meritocrazia non esiste più. Ormai è una realtà di fatto, se mi dimostrano il contrario io lo accetto. Ma non è così.

6 Commenti

  1. Caro Gianni

    Come ben sai lotto da anni per la riforma globale del Grande Ciclismo e di quello minore.Voi siete la vittima di un sistema perverso in cui l’UCI è dominata da due societa’ per azioni che fanno il bello ed il cattivo tempo.La meritocrazia è per ora fantascienza!

    Ciao Gianfranco Di Pretoro

  2. Tanto per essere chiari sul rinnovamento globale del ciclismo agonistico su strada!

    COME RINNOVARE IL CICLISMO AGONISTICO SU STRADA
    Proposte di Gianfranco Di Pretoro
    Nel 1984 affermai che “ il ciclismo e’ proiettato verso il futuro per l’alta tecnologia del prodotto bici,il suo uso salutare ed ecologico.Solo quello agonistico su strada rimane statico,ben lontano dalla naturale evoluzione”.In questi ultimi anni, qualcosa si è fatto nel ciclismo agonistico ma spesso per far sopravvivere l’esistente.Mi aspetto, dal prossimo cambio ai vertici dell’UCI e della Federciclismo(elezioni nel 2021) una sterzata di modernita’sia nel mondo trainante del World Tour che verso la base,gli esordinti,allievi,juniores ed Under 23.
    Le mie proposte,se pur sintetiche,dovrebbero stimolare i nuovi eletti ad una profonda riflessione a cui,se interpellato,sono disposto a partecipare.
    Nel 2016 iniziai l’ennesimo lavoro a favore del ciclismo in questo modo”Una cosa è certa:UCI,Federazioni Nazionali,Comitati Regionali,Organizzatori,Societa’ sportive e Corridori spesso non sono sulla stessa linea.Tutti,pero’,sono in cerca di soldi! “.Non mi sembra che tale esigenza sia stata risolta ai giorni nostri visto lo scalpitare degli Organizzatori(ASO),di un consorzio di squadre(Velon) ed il lamento di tanti corridori.
    UCI ed Organizzatori devono trovare il coraggio di nuove idee per rendere il ciclismo piu’ vicino al pubblico attuale ,abituato dalle riprese televisive ad un ritmo di gara notevolmente piu’ accentuato(giochi della palla).Sono certo che ,ritrovata l’armonia fra le varie componenti del ciclismo,la comunione d’intenti,portera’ nuove idee,piu’ pubblico,piu’ audience mediatico e piu’ soldi.
    Di seguito i punti fermi del mio rinnovamento,settore per settore.
    EMITTENTI TELEVISIVE
    A loro ed in particolare ai conduttori,un grande grazie,per l’impegno profuso a favore degli appassionati di ciclismo.In futuro,la tecnologia permettera’ di risparmiare tanti soldi.Spesso,le immagini piu’ emozionanti sono quelle che riguardano i primi chilometri di gara o il passaggio dei ciclisti con la telecamera ferma sul ciglio della strada.Una meraviglia per capire quanto vanno veloci.

    U C I (Union Cycliste internationale)
    La tentazione all’autogestione dei Grandi organizzatori e delle squadre milionarie,mette spesso in difficolta’ l’UCI.Al Presidente consiglio di dialogare con loro attraverso l’adeguata rappresentanza(non minoritaria)nelle commissioni.Non meno importante è ricondurre l’UCI nell’alveo dello statuto originario”associazione non lucrativa che ha per scopo la direzione,lo sviluppo,la regolamentazione,il controllo e la disciplina del ciclismo sotto ogni forma e l’organizzazione dei Campionati del mondo.Le risorse finanziarie possono essere utilizzate solo per perseguire gli scopi enunciati nello statuto precisando che i membri dell’UCI non ne hanno alcun diritto”.
    *La sicurezza in corsa dei concorrenti deve riguardare tutti,dai professionisti ai giovanissimi.Il Safety Manager,l’Ispettore di percorso,la banca dati degli incidenti,l’ausilio di fornitori professionali,le transenne di nuova generazione,l’armonizzazione della segnaletica,l’attenzione per la zona di arrivo e la severita’ verso gli automezzi in corsa,sono indispensabili ma devono riguardare tutte le categorie ed in tutti gli stati.
    *Campionato del mondo
    -Dovrebbero partecipare i migliori corridori al mondo.Ogni nazionale dev’essere composta da corridori che dopo il Tour si trovino entro i primi 300 posti della classifica UCI.Eccezionalmente,a titolo di sviluppo ciclistico,si potranno ammettere i rappresentanti dei nuovi paesi.
    -Finiamola con l’assioma che gara importante merita piu’ km (o la categoria dei professionisti deve avere piu’ km degli Under 23).Nel calcio si gareggia sempre 90 minuti,e’ la qualita’ del gesto atletico che fa’ la differenza.Poi non vi lamentate se i corridori esorcizzano la fatica a modo loro!Quindi affrettatevi a ridurre i chilometri di gara e quelli del circuito …… e non solo al Mondiale.
    La gara perfetta:Partenza ed Arrivo nella stessa citta’.Segue un circuito ampio di circa 100 km per far conoscere il paesaggio e conclusione in 10 giri di un circuito di 7 km(le auto di formula 1 o moto GP gareggiano in circuiti di 5 km).I doppiaggi?Nessun problema visto che i concorrenti sono dotati di chip.Comunque,in 20 mondiali seguiti, non ho mai visto un concorrente con un distacco di 8 minuti proseguire oltre i box.Ho visto,invece, tanta gente assalita dalla noia, dormire per terra o andare al ristorante non curante della gara.Come si fa’ a sopportare il passaggio dei corridori ogni 20-30 minuti senza che succeda niente.Dove sta’ lo spettacolo del mondiale?
    -Non è giusto organizzare il Campionato del Mondo a fine stagione perche’ la squadra del vincitore ha tutto il diritto di esibirlo almeno qualche mese.La data piu’ idonea potrebbe essere quella dopo il Tour de France.

    *Liberalizziamo certi regolamenti assurdi come:
    – limitare il peso della bicicletta a 6,8 kg fa’ ridere.Sarebbe invece opportuno misurare la robustezza dei materiali prima di dare il nulla osta annuale all’uso di quel mezzo.
    -Nelle gare a cronometro individuali e nel record dell’ora,lasciamo all’atleta la scelta della bicicletta purche’ gareggi con le sue forze e senza materiali aereodinamici.Ricordo ancora le critiche assurde a Chris Boardman perche’ aveva le braccia piu’ avanzate ed a Graeme Obree perche’ le aveva arretrate,per non parlare,poi, della ruotona di Moser.Per me erano semplicemente fantastici!Non freniamo l’evoluzione del ciclismo,la creativita’ dell’atleta e dell’artigiano perche’ portano, tra l’altro,la maggiore vendita di biciclette.
    *AntiDoping e la regola incivile della Reperibilita’
    So’ benissimo che l’argomento doping va’ indirizzato al CONI ma l’UCI ,potrebbe attivarsi proponendo alcune modifiche sull’argomento.
    Il 4 5 2011 ho inoltrato al CONI, tramite mio figlio Avv.Francesco Di Pretoro,l’istanza di rivisitazione della regola del Whereabouts information o di reperibilita’ a cura degli atleti iscritti nel Register Testin Pool nazionale.Il ciclista ha l’obbligo di fornire in ogni momento,24 ore su 24,365 giorni l’anno,tempestivamente ed in dettaglio,l’indirizzo di reperibilita’ telefonica ed abitativa al fine di essere sottoposto ai previsti controlli medici atti a verificare l’esistenza in capo all’atleta di sostanze dopanti.Come si è potuto permettere tale abuso?Tutte le convenzioni ed i trattati internazionali sui diritti dell’uomo affermano”nessuna persona sara’ oggetto di ingerenze arbitrarie nella sua vita privata e familiare,del suo domicilio e della sua corrispondenza,ledendo la sua privacy”.Questa regola antidoping non puo’ risolversi prevaricando i diritti inviolabili di liberta’ e dignita’ umana.E’ necessario restringere il campo di applicazione della regola Whereabouts,meglio ancora abolirla, visto che esiste gia’ il passaporto biologico.Tale ingiusta regola puo’ essere ancora modificata o abolita attraverso un comitato di almeno 2.000 persone,meglio se atleti,che aderisca alla mia istanza allegata(Allegato n.2).Per inciso,il CONI,non si è degnato nemmeno di rispondere formalmente.
    Mi domando pero’:dov’era l’Associazione dei corridori quando si è parlato di Whereabouts?
    -In questi ultimi tempi si sta’ provando un nuovo sistema antidoping attraverso alcune gocce di sangue,è il DBS(Dried Blood Spot).E’ economico e soprattutto dal risultato veloce.La retroattibilita’ della punizione è uno scandalo che mina l’operato del Wada,degli organizzatori,del movimento in toto.L’atleta trovato positivo,invece, si macchia in modo indelebile della frode sportiva.Tornera’ a correre,vincera’, ma le sue nuove imprese dovranno sempre convivere con il dubbio.L’ambizione,i soldi, sono poca cosa difronte alla dignita’ umana,almeno per chi la possiede.
    *Cosa mi aspetto per il futuro?
    -In merito alle squadre,credo che sia opportuno pensare al concetto di avanzamento e retrocessione per meriti sulla strada e non per capacita’ economiche degli sponsor.Ogni anno,nel World Tour,Professional e Continental,ci sara’ chi sale e chi scende,una rotazione indispensabile.Finalmente,una piccola squadra,costruita con sacrifici immani ma gestita professionalmente,potra’ salire ai vertici del ciclismo come fece nel calcio, il Chievo nel 2007, che gioco’ in Champions League.
    -Ripristinare la categoria “Indipendenti” ovvero ciclisti senza contratto che possono correre almeno nelle gare nazionali.
    -Instaurare il “Km lanciato”con qualunque bicicletta ,anche carenata, purche’ spinta dalla sola forza umana.
    -Gare in circuito “il ciclista con la bici tradizionale dietro quello sulla bici elettrica,naturalmente, senza limitatore”.
    FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA
    A lei è demandata la promozione del ciclismo nazionale in modo capillare grazie ai Comitati Regionali.Si deve conformare allo statuto dell’UCI conservando,pero’,la sua autonomia.Dalla Federciclismo mi aspetto un decisivo impegno verso i seguenti argomenti:
    *Istituzione annuale del “Fondo di salidarieta’ “ per le squadre con ciclisti Esordienti,Allievi e Juniores.La FCI contattera’ : gli sponsor che collocheranno il loro logo sulla maglia dei ragazzi e gli organizzatori della gare amatoriali,turistiche e granfondo che autorizzeranno il prelievo di 1-2 Euro su ogni iscritto alla manifestazione.
    Il Fondo sara’ diviso in questo modo:50% Juniores,30% Allievi e 20% Esordienti.La classifica si basera’ sulla partecipazione alle gare di ciascun ragazzo ed i chilometri da lui percorsi per andare a correre partendo dalla sede sociale(questo per favorire i ciclisti del sud ed isole).Ognuno compilera’ la cartella digitale su cui segnare quanto richiesto.I primi 10 di ciascuna categoria riceveranno parte del Fondo entro il mese di Febbraio successivo,naturalmente con un bel Gala’!
    *Costruzione di tanti ciclodromi(Foto n. 3),in particolare, nelle grandi citta’.I giovani devono incontrarsi in bicicletta’ in strutture liberate dai pericoli della strada.Divertirsi,scatenarsi,superare l’insicurezza adolescenziale ma facendo stare tranquilli i genitori.La Federciclismo deve impegnarsi contattando le regioni ed i comuni.Personalmente,a nome della Federciclismo Lazio,ho contattato l’Assessore allo sport del Comune di Roma Capitale chiedendo quattro ciclodromi di 2.000 mt ciascuno per un totale di 4.000.000 di Euro.Mi sono incontrato una volta con il suo segretario e nulla piu’.Devo dire la verita:la FCI lazio e quella Nazionale mi ha lasciato sempre solo,troppo solo sull’argomento ciclodromi.
    *La sicurezza del ciclista in allenamento potrebbe migliorare tantissimo con le ciclovie separate(Foto n.4) ma sono rare,costose e non utilizzabili per certe simulazioni agonistiche.Il giusto compromesso,è la “Corsia di rispetto”(Foto n.5-6) su tutte le strade,anche quelle strette 7 mt.Sono due linee ben visibili entro cui ,finalmente, si assegna al ciclista il suo spazio.Non causano problemi alla circolazione perche’ quando il ciclista è assente,gli automezzi possono invaderle(Foto n.7 ).Con la banda rumorosa a delimitarle,diventano un vero e proprio salvavita contro la distrazione del motorizzato(Foto n.8).La Federciclismo deve chiedere al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti di inserire la corsia predetta nel Codice della strada come gia’ avviene in Olanda ed altri paesi del nord Europa.Contemporaneamente,sarebbero utili,varie campagne di pubblicita’ progresso per il rispetto dei ciclisti in allenamento sulle strade.
    *Contattare i produttori di biciclette ed accessori per fornire le squadre giovanili a prezzi scontati.
    *Ispettori di percorso piu’ efficienti nel dare il nulla osta agli organizzatori e la giuria, piu’ severa con gli automezzi in corsa se pur autorizzati.
    ORGANIZZATORI DELLE GARE CICLISTICHE
    Dovrebbero essere i registi del ciclismo verso il futuro invece,spesso,si limitano ,con enormi sacrifici,a non far morire certe gare.Poi ci sono le due societa’,ASO ed RCS,che gestiscono il patrimonio storico del nostro sport con la continua tentazione di mettersi in proprio.
    Tutti,piccoli e grandi Organizzatori, hanno bisogno di pubblico,di audience,di sponsor e di soldi.
    Gran parte delle corse ciclistiche sono caratterizzate da tante ore di pedalate dove non succede quasi niente,traguardi volanti e salitelle come se non esistessero,mentre il paesaggio scorre meraviglioso in attesa del solito finale,mettono a dura prova l’attenzione degli appassionati di ciclismo.Questo non è spettacolo!Dobbiamo dare piu’ ritmo alla gara scardinando ogni programmazione.Il coraggio di proporre nuove idee distingue il buono dal medio organizzatore.Il giro dell’Emilia ,con i 4 giri del circuito finale sulla salita di San Luca, è un buon esempio di rinnovamento anche se i km sono ancora troppi(km 200).
    Da anni insisto con le seguenti proposte,ve le proporro’ ancora una volta,ma sto’ annoiando anche me stesso:
    *Meno km e tempo di gara.Finiamola con il nobilitare una gara aumentando i chilometri.Quattro ore di pedalate sono piu’ che sufficienti per far emergere il campione e divertirci.Vogliamo atleti imprevedibili e scattanti non quelli che arrivano sempre con i primi ma non si vedono mai.E’ vero,la corsa la fanno i corridori ma gli organizzatori devono confonderli.Dagli under 23 ai professionisti, 140-160 km sono il giusto equilibrio.Nel calcio,le varie serie giocano sempre 90 minuti.La differenza è la qualita’ dell’atto atletico.Ne deriva anche un costo organizzativo ridotto e non è poco.
    *Insieme ai GPM,i Traguardi Volanti sono lo strumento per animare la corsa a patto che il compenso sia interessante.Si potrebbe fare una sola classifica con tre traguardi volanti.Nelle gare in linea ,i concorrenti sono sollecitati dai soldi,tanti soldi.Nelle corse a tappe, i soliti punti ma anche tanti secondi di abbuono per stimolare anche gli uomini di classifica ad uscire dal guscio.Sono certo che in questo modo si riuscira’ a scardinare le strategie delle squadre ed evitare l’esito scontato della corsa.
    *Piu’ circuiti, piu’ spettacolo.Mi viene in mente la recente salita del Sestriere ripetuta due volte al Giro 2020.Che spettacolo di folla!Il circuito è decisivo per far conoscere la citta’, il territorio in modo piu’ approfondito e fare del ciclismo uno spettacolo appassionante.Mi meraviglio che ancora non si abbia il coraggio di far gareggiare i ciclisti in circuiti di 5-7 km come gia’ fanno i mezzi molto piu’ veloci,vedi F1 e Moto GP.Non si puo’ aspettare il passaggio dei concorrenti per 20-30 minuti.Personalmente,sono per unificare la partenza e l’arrivo,sviluppare la corsa con un grande giro di 100 km ed il finale nella stessa localita’ di partenza con 10 giri di un circuito di 6 km.
    *Il ciclismo è tra i pochi sport che non si autofinanzia.Mi chiedo:come si puo’ chiedere il costo di un biglietto senza offrire lo spettacolo?Sulle salite il pubblico c’è ,ma dovrebbe pagare l’organizzazione per i tanti sacrifici che fanno .Invece,i luoghi di partenza e di arrivo sono i teatri dove organizzare lo spettacolo,il primo come una fiera ed il secondo come un piccolo stadio.Invece,alla partenza,i corridori rimangono rintanati nei motorhome fino all’ultimo e gli stands sono frequentati dai soliti accreditati.Nemmeno una passarella per guardare i concorrenti.Meglio non parlare dell’Arrivo.Gli ultimi 200 mt potrebbero animarsi per 2 h come un piccolo stadio.Cantante,gare giovanili all’eliminazione,giochi scommesse con premi in natura degli sponsor,free style a tempo e due megaschermi sempre collegati con la corsa principale.Mi viene in mente il Cirque du Soleil che grazie ad una serie di innovazioni seppe riemergere dalla crisi circense.
    *Tanti appassionati sono concordi nel definire le gare a cronometro in tv piuttosto noiose.L’unico momento interessante è il raggiungimento ed il superamento dell’avversario ma gli organizzatori che decidono?Fanno partire i migliori piu’ distanziati per evitare le scie.Davanti ai giudici,alle telecamere sulla moto e sull’elicottero si puo’ farsi vedere dietro la scia di un corridore?
    *Le gare che hanno difficolta’ a vivere di luce propria si potrebbero unire con altre formando un Trofeo niente male.E’ un sistema valido per risparmiare tanti soldi.Taluni,invece, sono come gli albergatori al tempo del Covid.Insistono a tenerli aperti e falliscono.Meglio attendere la fine del momento difficile,aspettare l’estate ed al posto di quella gara che non vedeva nessuno,organizzare un bel Criterium in notturna sul lungomare affollato.Chi vuole capire,capisca.
    *Sicurezza in corsa:vi prego organizzatori,non risparmiate soldi sull’argomento.Salvaguardare la salute dei ragazzi non ha prezzo!Se non è possibile offrire la giusta assistenza meglio rinunciare alla gara.Troppo spesso,gli espettori,nelle gare minori,concedono il nulla osta sul percorso senza visionarlo fidandosi della notorieta’ dell’organizzatore.Ancora si vedono le corde(o rotoli bianco- rossi) agli arrivi dei giovanissimi.Da reato penale!Ho molta fiducia nei volontari locali perche’ i cretini con il selfie-stick non mancano mai.Non bisogna lasciare niente al caso:ho visto salvare W.Belli dalle reti collocate in una curva con burrone.
    SQUADRE CICLISTICHE
    Quando si pensa a questa componente del ciclismo vengono subito in mente quelle squadre milionarie del World Tour.Invece,noi appassionati,dobbiamo ringraziare i piccoli sodalizi che si nutrono solo di passione per dare un futuro al nostro sport con nuovi talenti.Spesso soffrono della solitudine federale e sopravvivono grazie alla professionalita’ individuale di alcuni soggetti.Visto che gli sponsor sono sempre piu’ rari si autofinanziano con il fans club,le feste ed i viaggi,trascurando spesso le esigenze famigliari.Poi c’è la cura dell’atleta,seguirlo,ascoltarlo,mai deluderlo,motivandolo al successo in uno sport piuttosto esigente.Grazie ancora.
    I CORRIDORI
    Sono e saranno sempre piu’ i protagonisti nel ciclismo agonistico su strada.Rispettosi dei doveri e capaci di far valere i propri diritti.Saranno sempre piu’ pagati perche’ figure straordinarie ed indispensabili come non mai.E’ vero che lo sviluppo del ciclismo dipendera’ dall’operato dell’UCI e degli Organizzatori ma entrambi dovranno confrontarsi con l’Associazione dei Corridori che sara’ sempre piu’ incisiva sul fronte della sicurezza del percorso ,della puntualita’ nel pagamento dei premi e degli stipendi.

    Gianfranco Di Pretoro Roma,11 1 2021
    Giornalista
    Allegati n.9

  3. A pensar male spesso ci si azzecca e secondo la mia modesta opinione la motivazione nella scelta della Vini Zabù la vedo come un “risarcimento” per quanto è successo a Wackermann nella quinta tappa del giro scorso…

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