Tour of the Alps 2020, il general manager Maurizio Evangelista: “Le squadre e i grandi corridori amano questa corsa, questo ci aiuterà a progredire ancora”

Il general manager del Tour of the AlpsMaurizio Evangelista, è soddisfatto dei progressi  della corsa negli ultimi anni. Raggiunto dai microfoni di SpazioCiclismo a margine della cerimonia di presentazione del percorso dell’edizione del prossimo anno, infatti Evangelista ha commentato con soddisfazione l’inclusione della gara nelle ProSeries del prossimo anno. Un riconoscimento che testimonia una volta di più come l’ex Giro del Trentino stia assumendo una dimensione sempre più internazionale, tanto che dal cambio di denominazione nessun italiano è riuscito a far sua la corsa, nonostante la costante presenza di una selezione nazionale, guidata dal ct Davide Cassani, che a sua volta ha accolto con soddisfazione il percorso.

“Sì, quello è sicuramente un riconoscimento a un lavoro di tre anni, che ha avuto sempre nella ricerca della qualità la sua cifra distintiva- ha dichiarato Maurizio Evangelista riguardo all’inclusione nel calendario ProSeries – Diciamo che noi eravamo già un evento fortemente internazionale e questo ci dovrebbe aiutare a progredire ancora, chiaramente non dipende solo da noi, ma da una calendario che è particolarmente fagocitato e nel quale è difficile trovare degli spazi che ci permettano di migliorare il campo dei partenti. Quello che sappiamo è che le squadre e i grandi corridori amano questa corsa, e questo è un presupposto fondamentale per raggiungere altri risultati”.

La breve corsa a tappe, come da tradizione, non avrà nessuna frazione a cronometro e  le tappe di montagna non si concluderanno necessariamente in salita: “Una considerazione che nasce anche da esigenze pratiche. La corsa si fa in giorni infrasettimanali, le cronometro portano un blocco del traffico per ore e ore e questo non porta consensi al ciclismo porta nemici invece che amici. La cronometro sarebbe per noi una scelta azzardata, per quanto riguarda il resto dei percorsi, non crediamo che estremizzare la fatica dia il senso tecnico più alto e che i chilometraggi troppo alti siano sinonimo di spettacolo, anzi secondo noi spesso sono sinonimo di noia e non crediamo necessariamente che una salita possa essere decisiva solo alla fine di una tappa, perché come ho avuto modo di ricordare oggi, la discesa è un elemento altrettanto importante e molto spettacolare”.

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