Brussels Cycling Classic, Remco Evenepoel: “Mi sarebbe piaciuto vincere in altro modo, ma non potevo aspettare gli altri. Mi sorprende il loro errore, io ho il percorso sul computerino”

Remco Evenepoel vince la Brussels Cycling Classic 2021, sfruttando anche un errore degli avversari. Il corridore della Deceuninck-QuickStep dopo aver tagliato il traguardo ha raccontato la sua giornata, a partire dall’attacco proprio nel punto in cui c’era il suo fan club (“ma è stato un caso, Campenaerts ha attaccato, io ho solo seguito”) fino al momento in cui lui e Aimé De Gendt si sono trovati da soli al comando dopo che gli altri fuggitivi avevano preso una strada sbagliata. Il nativo di Schepdaal, da cui la corsa è anche transitata, si è detto contento di aver vinto sulle strade di casa, anche se avrebbe ovviamente preferito battere su strada tutti i rivali.

“Una vittoria è una vittoria, è bellissimo vincere nella mia zona – ha esordito ai microfoni di DirectVelo dopo il traguardo – Il percorso era più duro di Overijse (dove aveva vinto tre giorni prima – ndr), sono state due ore a tutta. Il muro di Grammont lo conoscono tutti. Campenaerts ha attaccato ai piedi della salita, l’intesa era buona ma non eccezionale, e lui ci ha provato più volte. Poi c’è stato questo errore di percorso a 16 chilometri dalla fine. Eravamo in sette e all’improvviso mi sono trovato da solo con Aimé De Gendt, sono sorpreso perché di solito facciamo dei briefing e abbiamo il percorso sul nostro computerino. Mi sono chiesto se il percorso fosse cambiato all’ultimo. Ho approfittato un po’ della sfortuna degli altri”

A quel punto, il classe 2000 spiega che sarebbe stato troppo pericoloso attendere i corridori che avevano sbagliato strada: “Siamo andati subito a 30 secondi e il gruppo dietro non era molto lontano. Del resto, il gruppo è arrivato vicinissimo agli inseguitori nell’ultimo chilometro. Mi sarebbe piaciuto vincere in altre condizioni, ma non potevo aspettarli. Dall’ammiraglia mi hanno detto tre volte di girare a sinistra, quindi non ci sono scuse”.

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